Economia

Esportare modelli di efficienza per tornare a crescere

di Stefania Spaziani

L’Italia è ferma nella crescita da diverso tempo. Non è una novità, lo sappiamo bene. Uno dei nodi cruciali riguarda l’efficienza della Pubblica Amministrazione.

Con efficienza e con idee innovative, potremmo recuperare competitività e tornare a crescere.

Secondo un’analisi effettuata dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre (Associazione Artigiani e Piccole Imprese), se la nostra Pubblica Amministrazione fosse efficiente, ad esempio, quanto la Pubblica Amministrazione tedesca, l’Italia risparmierebbe 75 miliardi di euro ogni anno, essendo la spesa di funzionamento della PA pari al 16,4% del PIL, contro l’11,5% della Germania[1].

Ma non serve guardare oltre i confini.

Se ogni regione fosse efficiente come la migliore, se ogni comune imparasse da quello con prestazioni migliori, allora l’Italia guadagnerebbe qualche punto di efficienza, le imprese recupererebbero competitività e si tornerebbe a crescere. I tempi necessari in Italia per sbrigare, ad esempio, pratiche burocratiche si traducono in costi per i cittadini e per le imprese. Secondo le stime del Doing Business 2014, “Understanding Regulations for Small and Medium-Size Enterprises”, report sul ‘Fare impresa’ elaborato dalla Banca Mondiale e dall’IFC (International Finance Corporation), l’Italia si posiziona al 65esimo posto su 189 paesi analizzati, dopo l’Estonia (22°), Rowanda (32°) o Slovenia (33°), solo per citarne alcuni[2].

La nostra PA deve diventare più efficiente!

Certamente la situazione non è uguale dappertutto. Al Sud si riscontrano le maggiori difficoltà di fare impresa. Le conclusioni a cui perviene uno studio della Banca d’Italia è che le differenze regionali siano dovute proprio ad un diverso grado di efficienza delle amministrazioni locali [3].

Bisogna fare qualcosa! Allora, perché non individuare le eccellenze di ogni unità pubblica ed applicarle altrove? Ogni regione, provincia, comune, ogni piccola amministrazione locale dovrebbe “esportare” i suoi migliori modelli di efficienza.

Il comune di Bolzano, ad esempio, ha messo in piedi un sistema di valutazione delle performance, che consente di misurare produttività, efficienza, efficacia e qualità. Il sistema permette di valutare non solo il livello dei servizi offerti, ma permette anche di evidenziare eventuali squilibri nel carico di lavoro, con l’evidente possibilità di redistribuire le risorse senza gravare sul bilancio con nuove assunzioni non necessarie[4].

Anche la regione Toscana è un esempio che andrebbe imitato. Dal 2004 valuta le performance sanitarie con la tecnica del bersaglio, in grado di fotografare immediatamente i servizi migliori e i servizi che necessitano, invece, di essere migliorati. Le performance migliori vengono disegnate al centro del bersaglio e man mano che ci si allontana dal centro le performance diventano peggiori[5].

Solo per citare un altro esempio, la Lombardia è un modello di efficienza nella gestione dei rifiuti.

Ogni singola unità pubblica dovrebbe individuare punti di forza e di debolezza e scambiare punti di debolezza propri con punti di forza altrui.

Cosa fare allora?

Sarebbe un buon inizio catalogare le best practices. Ogni pubblica amministrazione, anche la più piccola, potrebbe offrire la sua esperienza, la sua procedura o il suo modello di gestione, diventando un punto di riferimento, un banchmark per tutte le altre.

Andrebbe, cioè, creato un catalogo delle efficienze, fatto delle migliori tecnologie, innovazioni, processi e attività; facilmente accessibile da chiunque voglia trasformare punti di inefficienza in punti di efficienza, che sia trasparente e valutabile dall’opinione pubblica.

Una PA efficiente e trasparente costituisce il fulcro della competitività delle imprese, del benessere dei cittadini e della crescita del paese[6].


[1] CGIA MESTRE, Comunicato Stampa, Pubblica amministrazione tedesca. In confronto alla nostra risparmia 75mld di euro, 26 febbraio 2011

[2] BANCA MONDIALE, Doing Business 2014, 29 Ottobre 2013

[3] BIANCO M., BRIPI F., La difficoltà di fare impresa in CANNARI L., FRANCO D., Il Mezzogiorno e la politica economica dell’Italia, Banca d’Italia, Roma, n. 4, giugno 2010

[4] PROGETTO MISURAPA, MINISTERO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E L’INNOVAZIONE, Cento indicatori di performance. Il “caso” Bolzano, disponibile on line all’indirizzo  http://www.misurapa.it/esperienze/cento-indicatori-di-performance.-il-caso-bolzano/

[5] NUTI S., BONINI A., MURANTE A.M., Il sistema di valutazione della performance dei sistemi sanitari regionali: Basilicata, Liguria, Marche, P.A. Bolzano, P.A. Trento, Toscana, Valle d’Aosta, Umbria, Report 2010, Edizioni ETS, Pisa, 2011

[6] Cfr. F. GALLONE, S. SPAZIANI, S. TRENTO, Una pubblica amministrazione più efficiente: una priorità per l’economia italiana, Napoli: Scriptaweb, 2012