Diritto Criminologia e criminalistica

I disturbi psichici ed emotivi nel grafismo e la patologia della scrittura

di Jolanta Grębowiec Baffoni

Trattando l’aspetto patologico di un fenomeno ci poniamo di fronte alla problematica di qualche irregolarità, malfunzionamento e sofferenza. Tuttavia, più spesso il termine «patologico» suscita l’immagine di uno stato dell’organismo malato, ovvero «non sano» che necessità delle cure mediche. Tuttavia, secondo  la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la salute è “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o di infermità”[i]. In altre parole la salute può avverarsi soltanto quando al corpo, alla psiche e allo spirito vengono assicurate le condizioni che permettono la piena realizzazione della persona.

I numerosi esempi della storia della medicina dimostrano che nell’arco degli anni e dei secoli, il concetto della salute veniva ridotto al solo fatto del fisico. Essere sano significava star bene fisicamente e psichicamente e presentava un attributo per un’attività lavorativa e per i compimenti degli obblighi familiari e sociali. Tuttavia, nonostante che non esistessero ancora le definizioni dell’OMS, la storia, accanto al lungo e scrupoloso percorso degli uomini dedicati alla salute e alla scoperta delle funzioni fisiologiche dell’organismo e delle sue malattie, dimostra numerosi esempi di uomini e donne, medici e infermieri, i cui impegno superava il concetto di salute dell’epoca. Fra loro l’attività di Maria Montessori, medico, che grazie alla propria sensibilità applicata alla scienza medica è riuscita a espandere il concetto della salute alla felicità della persona. Montessori, oggi, conosciuta come pedagogista e medico, ha dimostrato che queste due discipline sono articolate in un unico obiettivo, di ridare alla persona la sua dignità e felicità. Un altro clamoroso esempio è quello di Janusz Korczak, medico, fondatore delle Case per gli Orfani, autore di numerose pubblicazioni per bambini e adulti. Egli, fedele fino alla morte al suo impegno medico-pedagogico ma soprattutto umano, rinunciando all’offerta dei nazisti che gli hanno concesso la possibilità di salvarsi dal lager di concentramento, accompagna i suoi piccoli amici alle camere a gas del lager di Treblinka e muore con loro. Nel 2012 celebriamo la sua eroica morte.

Con questa breve premessa sul concetto della saluta e della sua interpretazione nell’arco degli anni e dei secoli, bisogna fare un ragionamento inverso e riflettere sul significato che assume il concetto di «patologia», e nel nostro caso precisamente di «patologia della scrittura».

In questo caso si può citare l’attività di un altro medico polacco, Adolf Klęsk, fondatore della suola per gli invalidi della prima guerra mondiale, che oltre a recuperare le abilità di autonomia dei soldati mutilati attraverso il ricupero delle capacità fisiche e la rieducazione, cercava di inserirli negli ambienti lavorativi e sociali. Una grande dedizione del dottore è stata quella di rieducazione della scrittura, compresa come insegnamento della scrittura ai soldati mutilati degli arti superiori. In risultato del suo lavoro, moltissimi dei suoi assistiti, privati di una o di ambedue mani, hanno imparato scrivere o con gli arti sani (la mano restante o i piedi) o la bocca. Se tale operato ha permesso agli uomini mutilati in guerra di cercare di realizzare al meglio la propria vita familiare e sociale, al dottore Klęsk ha permesso di fare le importanti considerazioni sull’influenza della scrittura sullo sviluppo psichico. Secondo il medico, l’utilizzo dell’arto meno abile nell’esecuzione della scrittura, comporta nella persona un aumento delle abilità psichiche. Di conseguenza riteneva che:

   “L’insegnamento della scrittura con ambedue le mani comporta un migliore sviluppo dei processi psichici.”

 Il suo impegno medico-pedagogico (anche se lui stesso mai si è definito pedagogista) presentava nei suoi tempi una prova inconfutabile per la società contemporanea, che la persona può “funzionare” correttamente e bene anche senza gli arti. Ovviamente oggi questa opinione è più sviluppata e più valorizzata, ma certamente non è ancora pienamente matura e condivisa.

Tuttavia l’attività di Klęsk e il tempo dedicato alle osservazioni dei malati nell’ambito della “terapia grafica” degli invalidi con gli arti amputati, dimostra che la sostituzione dell’arto mancante con un altro arto o un altro organo del corpo, durante l’atto grafico non comporta delle caratteristiche della modifica della scrittura. Le riflessioni fatte dall’autore sull’inversione di questo processo conducono alle conclusioni che la scrittura è il prodotto del cervello e non dell’arto[ii].  Simili considerazioni hanno fatto i grandi studiosi conosciuti in Occidente Elenmeyer e Preyer[iii] che nel corso delle loro ricerche hanno dimostrato che il gesto grafico, indipendentemente se viene eseguito con la mano destra, sinistra, bocca o i piedi, è immutabile.

Andando in ordine cronologico degli studi sulla scrittura, il merito nel campo di ricerche sull manoscritto con un’importante considerazione medica che interessa anche l’ambito forense, appartiene a Henryk Kwieciński che solleva le problematiche del riflesso psichico nel grafismo. Fra l’altro nel suo libro del 1933, Grafologia giudiziaria[iv] , accanto i diversi temi che riguardano l’analisi del documento solleva i problemi psicoemotivi nella scrittura. Queste considerazioni di Kwieciński risalgono agli anni trenta del secolo scorso, quindi bisogna tener presente l’importanza di questa rivelazione, nell’epoca in cui la psicologia cominciava a farsi largo soprattutto grazie agli studi di Freud. Kwieciński, parlando dell’espressione emotiva nella scrittura solleva la problematica della spontaneità e dell’inconscio, ovvero di ciò che costituisce la nostra vera parte della personalità.

L’importanza della sua rivelazione si riflette nell’osservazione che: “Così come nella psiche e nei sentimenti, anche nella scrittura si verificano mutamenti i quali possono essere naturali o consapevoli. I cambiamenti avvenuti con l’età, oppure come risultato di eccitazione o di fretta, appartengono alla categoria di cambiamenti naturali, invece il cambiamento della scrittura per mascherare l’autore è della categoria dei cambiamenti consapevoli. In questo caso riscontriamo l’utilizzo di un’altra penna (la caratteristica secondaria) il cambiamento dell’inclinazione, della grandezza e delle altre caratteristiche secondarie. Le differenze fra le deviazioni naturali e consapevoli sono molto elevate. Le deviazioni naturali (inconsce) si attuano sotto l’influenza dei fattori naturali nell’uomo, i quali decidono anche sui cambiamenti del suo carattere e dei sentimenti, e sono i fattori composti: psichici e fisici. I fattori psichici possono essere ordinari e straordinari; fra i fattori ordinari distinguiamo un normale, sistematico sviluppo psichico di ogni persona che influenza la formazione della grafia; fra i fattori straordinari elenchiamo le emozioni come paura, gioia, tristezza, rabbia e altre.

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Figura 1.

La firma rappresentata nella figura 1, è stata vergata in condizioni normali, la firma sotto appartiene alla stessa persona ed è stata vergata davanti al giudice subito dopo la sentenza di condanna. É evidente l’influenza di una fortissima emozione sulla firma. L’autrice della firma, anzi, la sua firma, a distanza di oltre di ottant’anni urla disperatamente la paura e lo sconvolgimento della sua autrice.

Kwieciński, quindi, osservatore ed esperto della grafologia forense, giunge alle conclusioni sulla dinamicità della scrittura. Egli distrugge i canoni della perizia calligrafica ovvero sulla scrittura riproduttiva, quasi disegnata. Forse potremmo considerarlo uno dei primi maestri di grafologia dinamica.

Il contributo di Kwieciński è anche quello di considerare la scrittura patologica nel concetto ampio di queto termine. La sua esperienza professionale è ricca inoltre dei casi di malati psichici. Tuttavia, bisogna ricordare che l’autore ha pubblicato il libro negli anni trenta del secolo scorso, quando non esisteva una netta distinzione fra le scienze psichiatriche e neurologiche ma non conosceva nemmeno gli argomenti della psicologia, anche se nel suo libro troviamo molte intuizioni sui processi emotivi. Di conseguenza l’autore ha seguito l’approccio psichiatrico delle scritture anche di quelle che oggi avremmo classificato alle malattie neurologiche, che comprendono sia quelle organiche, sia quelle aventi origine nel vissuto della persona (traumi). Infatti, nell’ambito delle scritture dei malati psichici, egli distingue le grafie dei sofferenti di psicosi maniaco depressiva (maniaci e malinconici), degli schizofrenici,  dei sofferenti di alcolismo cronico, di neurastenia, di isteria (con la scrittura automatica), ma anche quelle degli epilettici, di morbo di Parkinson e di paralisi progressiva.

Egli, descrivendo generalmente l’aspetto patologico della scrittura, pone l’attenzione a considerare le diversità dei sintomi, delle malattie, dei pazienti e delle situazioni in cui si trovano. Per esempio, il tremolio involontario della mano si può verificare per  un momentaneo indebolimento e considerare come un sintomo temporaneo; generalmente esso è  uno dei sintomi più presenti nelle persone anziane, ma può avvenire anche nelle persone che non hanno l’abitudine di scrivere, ma anche nelle persone sottoposte ai lunghi stress.

Tuttavia esistono anche deformazioni di questo tipo originate con la partecipazione della nostra volontà. Fra il tremolio naturale e volontario esiste una grande differenza. In caso di tremolio naturale troveremo alcuni elementi, per esempio la mancanza di cura per i particolari, invece il tremolio volontario manifesterà molti elementi troppo curati. Quando l’esperto ottiene il manoscritto in questione deve prima porsi la domanda se la scrittura possiede le caratteristiche di naturalezza. È indubbia l’importanza di un ricco materiale di comparazione.

Oltre all’analisi del gesto scrittorio, Kwieciński pone molta attenzione sul contenuto del testo, benché l’analisi del contenuto sia compito dei medici psichiatri, bisogna che il perito abbia almeno una vaga idea della malattia che riscontra espressa nel grafismo. Kwieciński nei vent’anni della sua ricerca ha svolto gli studi anche sulle grafie delle persone alle quali è stata diagnosticata una malattia psichica.

In caso di neurastenia, caratterizzata da sensazioni allucinatorie, stati d’ansia e di insicurezza, si  possono determinare enormi differenze nella grafia. “Sulla stessa pagina vediamo le differenze nel tempo di esecuzione e nel ritmo, nelle larghezza e nella direzione del rigo”.

L’isteria è contraddistinta da una “scrittura automatica”. La mano del malato si muove senza la sua volontà e scrive le risposte alle domande senza la cosciente partecipazione del malato, che è in grado di condurre contemporaneamente una conversazione o un’altra occupazione.

La scrittura patologica non è soltanto quella che appartiene alla persona a cui è stata diagnosticata qualche malattia. Tuttavia l’autore dedica una buona parte del libro ai malati clinici, in cura medica.

In questo ambito descrive le caratteristiche  della scrittura degli epilettici che assume gradualmente qualità caratteristiche, diventa esageratamente curata, precisa, pedante e amplificata così nel contesto come nella forma e nei più piccoli segni d’interpunzione.

Invece nel morbo di Parkinson notiamo un insolito rallentamento dei movimenti, la tendenza a mettere segni sempre più piccoli, la loro disposizione sempre più concentrata con l’accelerazione della penna nei tracciati finali e il rallentamento nei gesti scrittori principali, per la difficoltà di eseguire le rotondità, il cambiamento della direzione, per i  tremolii e la stanchezza nello scrivere.

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Figura n. 2

La figura n. 2 presenta la grafia di una persona sofferente di morbo di Parkinson. Il tremolio nella parte inferiore delle lettere “y” e “g” è causato dalla difficoltà nel cambiamento di direzione del tracciato e dalla difficoltà di scrivere gli ovali.

Relativamente alla scrittura dei drogati si  rileva nel periodo di astinenza un eccessivo tremolio. Lo stesso tremolio può verificarsi nei fumatori i quali eccedono nel fumo. Lo stato di una vera malattia psichica si manifesta nelle persone che fanno abuso di alcool, nell’alcolismo cronico. La scrittura di questi malati si distingue per un basso tremolio il quale aumenta nella crisi di astinenza, quando aumenta anche la pressione e invece diminuisce la velocità della scrittura (con movimenti della mano apparentemente energici). Spesso cambia la direzione delle lettere, del rigo, con la tendenza all’abbassamento del rigo. Infine, durante il “delirium tremens” il tremolio aumenta fino al punto che può deformare totalmente le lettere, mentre la pressione scrittoria è molto disomogenea.

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Figura n. 3.   Esempio di scrittura nella fase di “delirium tremens”.

“La scrittura degli schizofrenici è caratterizzata soprattutto da manierismi, da diverse particolarità speciali, come:  parole senza senso, un “linguaggio speciale”, uno stile insolito, un’ortografia specifica, un esagerato utilizzo di lettere grandi e dei segni d’interpunzione, diversi abbellimenti,  lettere con angolature, l’omissione  o la ripetizione (a volte complessa) delle parole, delle lettere o dei diversi segni, il legamento di due parole in una, i violenti passaggi di stile che modificano il senso letterale, l’uso di diversi disegni, schizzi, simboli, oppure di adesivi, di ritagli dei giornali, dei fogli ecc. Frequenti cancellature, innesti, correzioni, a volte con le caratteristiche dell’infantilismo ecc. Lo stesso modo di piegare la carta indica la stranezza schizofrenica.

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Figura n. 4.   La scrittura di una persona malata di schizofrenia.

Nella grafia dei malati di paralisi progressiva (fig. n. 5) si verificano  numerosi elementi caratteristici: tremolio forte e irregolare, direzione variabile del rigo, variabilità nella grandezza delle singole lettere, esecuzione degli angoli al posto delle curve, pressione irregolare, spostamento e ripetizione di lettere, sillabe ed intere parole, correzioni inutili. Spesso la leggibilità e la grandezza delle lettere diminuisce  verso la fine della frase, ciò indica un repentino esaurimento dell’attenzione.

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Figura n. 5

Generalmente i paralizzati scrivono senza cura e senza ordine, scrivono su qualsiasi pezzo di carta. A volte mettono sulla busta soltanto nome o cognome senza nessun indirizzo.

Le persone sofferenti di psicosi maniaco-depressiva si distinguono in maniaci e in malinconici. I maniaci scrivono molto, la loro scrittura è trascurata, “saltante”, i movimenti energici, veloci, tuttavia la pressione della penna è debole. Il tracciato di solito è grosso, alcune parole o sillabe incompiute, le lettere diventano sempre più grandi, più trascurate, spesso anche illeggibili. Il malato non tiene conto del tipo e della grandezza del foglio. Prima occupa il centro del foglio, poi i margini. I malinconici invece scrivono poco, la loro scrittura è lenta, curata e uguale, le lettere sono piccole, strette fra loro, a volte insolitamente sottili, la pressione della penna è minima. Il malato scrive con indecisione, spesso si trova dubbioso, perciò frena la scrittura.

Le considerazioni sulla patologia della scrittura di Kwieciński escono quindi dal concetto del malato clinico, offrono la panoramica più ampia al concetto della sofferenza della persona, che trova il riflesso anche nella scrittura.

Studi di Kwieciński hanno portato un importante contributo negli studi della scrittura. Egli, come esperto grafologo giudiziario ha svolto, inoltre, le ricerche a 360 gradi sul documento e sui mezzi scriventi, delle composizione chimica e reazioni fisiche delle scritture nascoste, eseguite con la matita copiativa, inchiostri dell’epoca. Il suo libro oggi non è soltanto un documento storico, ma è tuttora un valido supporto scientifico per i periti e per gli studiosi della scrittura[v].

Seguendo  l’ordine degli studi sulla scrittura in Polonia bisogna portare alla conoscenza che dopo la seconda guerra mondiale si denota una forte oppressione della grafologia e nello stesso momento un importante sviluppo delle scienze che nei loro ambiti studiano la scrittura.

Per rispondere alla curiosità di questo fenomeno e comprendere  lo svolgimento e le tendenze della scienza, bisogna attingere alle circostanze storiche, politiche e sociali nelle quali essa sussiste e si sviluppa. La storia degli studi della scrittura in Polonia è turbolente e contrastante, così come la storia del suo popolo. Ogni interesse per la grafologia conosciuta già agli inizi del secolo, anche per una forte attività di Rafał Schermann[vi], veniva oppresso.

Non si hanno delle informazioni precise sulla vita di Scherman, ma dalla sua opera, La scrittura non mente, nella quale egli fa riferimenti biografici, si intuisce che egli nacque prima della prima guerra mondiale, quando la Polonia si trovava sotto il dominio dei tre imperi: russo, prussiano  ed austro-ungarico. La situazione politica determinò la sua partenza per Vienna, offrendogli l’opportunità di realizzare i numerosi viaggi in diversi stati europei e in America. Per le sue doti straordinarie, che superano il concetto di grafologia per le altissime intuizioni di fronte alla grafia, Schermann e la sua attività sono stati classificati dalle scienze materiali, come discipline oscure e magiche.

Dopo la seconda guerra mondiale la situazione politica influiva pesantemente sulla scienza, quindi la situazione della grafologia e delle discipline “non materialiste” diventò molto difficile: l’ideologia marxista le riteneva “primitive ed oscure”, perciò così la grafologia, come anche la psicologia, sono state rimosse dai programmi scientifici, e le materie come storia e filosofia furono spogliate delle dottrine che non rientravano nella teoria comunista.

Gli studiosi, temendo il disprezzo del mondo scientifico, non si occupavano di questa disciplina. Tuttavia venivano svolte le indagini sulle scritture, soprattutto nel campo medico e criminalistico, dove si ottennero i risultati notevoli. Proseguendo nelle ricerche sulle grafie ci si accorgeva sempre di più che mancava un fondamento scientifico essenziale. Questo fondamento era proprio la grafologia.

Fra i medici che si sono dedicati agli studi della scrittura bisogna citare due nomi importanti come W. Chłopicki e  J. Olbrycht, psichiatri e autori del libro Le espressioni delle scritture come sintomi dei disturbi psichici (1955)[vii].

Gli autori, grazie alla conquista della medicina, trattano separatamente gli argomenti dell’aspetto neurologico e psichiatrico della scrittura, e danno spazio al più ampio concetto della sofferenza. La scrittura quindi diventa uno specchio non tanto della malattia, quanto della sofferenza umana, intesa nell’ampio senso della parola.

Chłopicki e Olbrycht suggeriscono il loro libro

“[…] alle persone che sono in contatto con i numerosi manoscritti, alle  amministrazioni, agli uffici, ai tribunali, per portare a conoscenza di alcuni sintomi della scrittura che potrebbero segnalare i disturbi psichici dei clienti, dei pazienti, degli accusati e degli accusatori, che potrebbero aiutare a prevenire indagini inutili, accuse e processi”.

Perché proprio questo consiglio? Forse per il fatto stesso che nel paese socialista, quale era la Polonia, le denunce anche infondate e incerte, venivano considerate dagli Organi della Giustizia in modo molto serio, comportando spesso i risultati tragici e le vittime innocenti.

Gli autori nell’ambito della loro opera, distinguono:

i disturbi neurologici della scrittura con i seguenti sintomi

–             deficienza motoria dell’abilità della mano:

–                          tremolio,

–                          disfunzioni nella coordinazione

–                          deformazione delle lettere e delle parole scritte.

Altra categoria sono i disturbi psichiatrici che consistono nelle disfunzioni nel formulare i giudizi e le idee, un abbassamento di  senso critico, e la forma più evidente consiste nelle idee fisse o la tendenza alle idee fisse (la valutazione totalmente in contrasto con il buon senso, le esperienze). Quindi nell’aspetto psichiatrico la scrittura riflette i mutamenti patologici della psiche umana, i quali riguardano la vita intellettuale e quella affettivo – istintiva della persona.

Spesso i sintomi psichici e neurologici nella scrittura sono strettamente connessi. In molti casi di disturbi apparentemente psichici osserviamo mutamenti della scrittura con il carattere neurologico come tremolio e omissione delle lettere nelle parole. In questi casi solo un profondo esame medico può affermare la categoria della malattia.

                        DIVISIONE DELLE MALATTIE PSICHICHE

Le malattie psichiche non progressive:-         psicopatie

–         litigiosità

–         psiconevrosi

–         psicosi maniaco-depressiva

stati ipomaniacali

– stati depressivi

 

 Le malattie psichiche progressive e deficienze:–         le psicosi organiche

epilessia

–         deficienze

idiotismo

cretinismo

                        – limitazioni mentali

 

Psicosi schizofreniche–                  ebefrenia-                  catatonia

–                  paranoia

–                schizofrenia semplice

 

LE MALATTIE PSICHICHE NON PROGRESSIVE

Psicopatie

Si caratterizzano per l’esistenza di una certa disarmonia biologica, che si manifesta soprattutto nella sfera della vita istintivo-affettiva. L’ambiente  esterno esercita una fondamentale influenza sulla manifestazione dei sintomi psicopatici, soprattutto quando le gravi condizioni dello sviluppo colpiscono in modo distorto il carattere del bambino e di conseguenza sono causa di una serie di difficoltà nella vita. Gli psicopatici spesso entrano in conflitto con l’ambiente, soprattutto quando si trovano in situazioni sfavorevoli e la loro capacità di adattamento è minore. I disturbi nella sfera istintivo-affettiva causano anomalie nel modo di reagire, sentire, vivere, comportarsi. Le disfunzioni delle persone psicopatiche costituiscono il confine fra la salute e la malattia psichica, non entrando nel campo delle malattie psichiche nel vero senso della parola.

Gli autori non hanno verificato caratteristiche speciali nella grafia degli psicopatici, invece hanno dato importanza al contenuto dei loro scritti nei quali si manifestano le  anomalie psichiche, soprattutto quando i soggetti scrivono nel corso di un forte turbamento affettivo (per esempio la commozione assume la forma del patos).

Litigiosità

La litigiosità è un’anomalia psicopatica che appartiene alle psicopatie. Le idee fisse degli psicopatici rappresentano un patologico modo di reagire ad esempio nelle discordie giudiziarie. Sotto questo punto di vista manifestano molte caratteristiche comuni alla paranoia. Tuttavia nei casi di litigiosità psicopatica esiste l’abilità di regressione delle idee fisse, mentre nei casi di paranoia le idee fisse sono durature.

Gli autori mettono in risalto il fatto che queste anomalie si possono più spesso incontrare nei processi giudiziari e si caratterizzano per la facilità nell’inventarsi le illusioni e gli atteggiamenti di sospetti verso altre persone e  i giudici, accusandogli di ingiustizie, tangenti, abuso di potere ecc.

Gli autori sostengono che nelle scritture di queste persone non si manifestano disturbi neurologici,  e che le scritture sono stese in un modo energico, allenato, corretto, piuttosto senza errori ortografici e le frasi composte in modo regolare,  invece la parte verbale delle denunce rivolte agli organi amministrativi rivela un’elevata sicurezza di sé, abbassamento di criticismo, egocentrismo.

Psiconevrosi

Le psiconevrosi, in analogia con le  psicopatie, costituiscono il confine fra la salute e la malattia psichica per la differenza nella conservazione del criticismo sul proprio stato di salute, senza provocare seri cambiamenti nella psiche.

Gli autori riportano il contenuto di una lettera di una donna, vittima di psiconevrosi che racconta la sua sofferenza: “Mi sembra che siamo in due: “io” – una buona, affettuosa madre – la seconda “una strega” capace di uccidere i propri figli. Le urla del figlio, il pianto della figlia sono per me come un telo rosso per il toro. Succedeva che chiudevo le finestre perché avevo paura di scaraventare fuori i miei figli. (…) Dottore! Io sento che arriverà il momento in cui non avrò più nessun freno! (…) In chiesa non ci vado mai – se esiste Dio, Lo sfido – alle parole della preghiera forzata mi si introducono parole orrende, oscene – bestemmio così tanto, pregando allo stesso tempo che  il soffitto mi cada  in testa. “

Il frammento riportato è un esempio valido della patologia. L’atteggiamento della scrivente si oppone agli istinti e ai pensieri ossessionanti  e conduce alla lotta fra loro in cui lei perde sempre. L’attività di bloccare le ossessioni provoca un effetto totalmente contrario cioè lo trasforma in eccitazione.

Psicosi maniaco-depressiva

In psichiatria si differenzia un distinto cerchio delle psicosi maniaco-depressive al quale appartengono diverse specie dei disturbi psichici, aventi solamente una caratteristica che differenzia le persone sane dalle malate, cioè il grado di intensità degli stati umorali. Le manie di grandezza armonizzate con questi stati, oppure più raramente manie di inferiorità (manie depressive) possono essere interpretate come l’espressione di buono o di cattivo umore. Perciò molti malati, particolarmente ipomaniaci (esageratamente allegri) possono sembrare persone assolutamente sane psichicamente. Invece questo particolare è molto importante se considerato dal punto di vista giudiziale e medico.  

Stati ipomaniacali

Gli autori presentano frammenti di lettera (fig. n. 6) di una malata di 60 anni, moglie di un professore delle scuole medie.

Il suo stato ipomaniacale a causa di diverse avversità è peggiorato. Nella lettera della donna non si trovano errori ortografici o stilistici, invece l’impetuoso carattere di grafia esprime l’eccitazione psicomotoria della scrivente. L’elemento distintivo di una forte eccitazione è l’aumento di estensione e di calibro che nei momenti di pazzia prende la forma di sgorbi  parallelamente all’aumento dell’eccitazione.

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Figura n. 6

Stati depressivi

Negli stati depressivi il quadro è completamente contrario – il blocco e il rallentamento della corsa dei pensieri; nella scrittura si esprimono in modo meno caratteristico che nei casi di eccitazione ipomaniacale.  Bisogna sottolineare che le scritture di questi malati si possono studiare molto raramente  a causa del loro blocco generale, rallentamento e difficoltà di associare  pensieri con la tendenza di conservare nella psiche le angosce esagerate per il futuro proprio e della propria famiglia, con tendenza ad irragionevoli sensi di colpa ecc. Perciò è caratteristica per gli stati depressivi la difficoltà di scrivere qualsiasi espressione, anche una piccola dichiarazione. Spesso succede che il malato stia più tempo con la penna in mano e dopo aver scritto una o due parole non è in grado di finire la frase.

LE MALATTIE PSICHICHE PROGRESSIVE E LE DEFICIENZE

Il secondo capitolo è dedicato ampiamente alle malattie psichiche progressive e deficienze; gli autori in questa parte trattano le psicosi organiche, l’epilessia, e i tre tipi di deficienze. Le varie forme di malattie schizofreniche sono presentate alla fine del capitolo malgrado che questa patologia  non comporti i sintomi della deficienza dell’intelletto in quanto attacca e progredisce nella vita affettiva.

Le psicosi organiche

Nel gruppo delle psicosi distinguiamo una serie di malattie del cervello, nelle quali si manifesta una serie di disturbi psichici. A questo gruppo appartengono: sifilide del cervello, disturbi della circolazione nel cervello, patologie senili e presenili, tumori del cervello. Una caratteristica comune nel maggior numero dei casi è il graduale avanzamento delle deficienze psichiche, un progressivo danneggiamento del tessuto cerebrale con diverse forme di patologie.

I disturbi nella scrittura che osserviamo nei casi di psicosi organiche consistono innanzitutto nei cambiamenti dell’aspetto neurologico della scrittura. In primo piano sono vistosi gli elementi dei disturbi dell’attività motoria dell’atto grafico, in forma di tremolii e di atassia. Nella scrittura il tremolio si riflette anche attraverso una ritmica e continua oscillazione di una traccia.

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Figura n. 7

L’atassia consiste in un’aritmica deviazione dal percorso programmato. Nella scrittura si manifesta piuttosto nella forma delle singole ed improvvise deviazioni della ripresa della lettera, ciò è espressione della deviazione in orizzontale, oppure in forma di improvvise ed inaspettate manifestazioni di simboli grafici della lettera, ingrossamenti del tracciato nel suo corso, espressi con una maggiore pressione, ovvero improvvise oscillazioni nella zona verticale. In alcuni casi il tremolio si manifesta accanto all’atassia, come per esempio nella figura 7 che rappresenta  sintomi di una grave sclerosi multipla con tutte le alterazioni psichiche.

Nel caso di psicosi organiche osserviamo disturbi grafici di grado superiore riguardanti l’abilità della scrittura e le relative deficienze dei movimenti complessi, fra questi: ondeggiamento del rigo di base, deficienza dell’omogeneità della grandezza, dell’inclinazione delle lettere, deviazioni dalla forma standardizzata della lettera, le lettere scritte in un modo poco sicuro, completate con le correzioni e con  tracce aggiunte ecc. Alcune disfunzioni della scrittura, soprattutto originate da serie alternanze nella corteccia cerebrale, si manifestano con discreti sintomi di agrafia, che in questi casi è uno degli indizi di una generale deficienza psichica, con la diminuzione dell’abilità motoria, tuttavia con una capacità di scrivere contemporanea parzialmente conservata.

In altri casi, accanto ai sintomi neurologici clinici provenienti dalla zona infiammata, incontriamo chiari sintomi di agrafia condizionati dai cambiamenti infiammatori del cervello.

L’origine infiammatoria nei lobi occipitali, secondo il neurologo sovietico Kaufman, porta ai sintomi di agrafia, determinati  dall’agnosia  visiva; incapacità di riprodurre la forma delle lettere. Nel caso di infiammazioni del lobo sinistro temporale e la connessa afasia uditiva, nella scrittura del malato appaiono parole indicanti la confusione delle consonanti: m – n, b – p, t – d (Kaufman, 1949)

Ai frequenti sintomi di agrafia, come anche nelle disfunzioni del linguaggio, appartengono le perseveranze.  La perseveranza è un continuo e testardo mantenimento di alcune attività, quindi anche della scrittura di alcune lettere, ripetizione di alcune parole o  di movimenti che sono stati scritti, pronunciati  o prodotti recentemente i quali subentrano contro la volontà del malato al posto delle attività programmate. La perseveranza ha luogo nei casi di estesi danni al cervello, quando il cervello ha perso l’indispensabile abilità per un buon funzionamento di creazione di nuove associazioni, necessarie per la capacità di adattamento all’ambiente.

L’esempio di perseveranza è presentato dal caso di una donna di 73 anni con l’arteriosclerosi al cervello, in seguito ad un colpo apoplettico con tracce di paresi della parte destra e con afasia di tipo sensoriale e sintomi di deficienza mentale (fig. n. 8).

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Figura n. 8

 

Nel testo si osservano non solo disuguaglianza nella grandezza delle lettere, ma anche nell’inclinazione. L’atassia è visibile nell’inutile traccia sopra la lettera “e” nella parola “wielmoznej” (egregia) nel secondo rigo ed anche nella lettera “p” della parola “pani” (signora) nel quinto rigo e nella parola “bardzo“(molto) nella traccia collegante “a z r”   “r z d”, nel quinto rigo.

Nella scrittura si osservano i sintomi di agrafia con le caratteristiche delle alternanze di afasia analoghe a quelle che si osservano nel linguaggio parlato della malata, con le deformazioni di particolari parole per il difettoso controllo dell’udito e l’imprecisa  differenziazione dei simboli  acustici  uditi  (m – n; b – p; d – g).

Inoltre bisogna considerare che nel nesso delle parole si manifesta l’elemento perseverante, espresso nella ripetizione delle parole stesse nel contenuto dello scritto ed anche, nel grado più basso, la ripetizione delle particolari lettere vergate precedentemente (per esempio la malata scrive bene la lettera “l” all’inizio della parola “laskawek”  (cortese), ma dopo la parola “wielmoznej” (egregia) scrive “laskawej“, perseverando la lettera “l” della parola precedente. Nel quarto rigo invece della parola “pani” (signora) scrive “kani” perché ultima lettera minuscola alta era la “k” nella parola precedente “laskawej“.

Gli autori presentano la scrittura di un uomo di 42 anni, muratore con inizio di paralisi progressiva e con evidenti disturbi di attenzione, memoria, orientamento e con sintomi di demenza (fig. n. 9).

La lettera presentata è una domanda di rilascio dall’ospedale il cui contenuto doveva essere il seguente: “Adesso sto bene, nulla mi fa male, vorrei tornare a casa,  lavorare e costruire  case.”

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Figura n.9

In questa scrittura è evidente il tremolio continuo e l’atassia è osservabile in numerosi punti.

L’omissione di lettere, sillabe, e intere parole è causata dalla deficienza dell’attenzione e della memoria e dal danneggiamento dei complessi impulsi condizionati necessari nell’atto scrittorio. Il danno all’atto scrittorio si manifesta con sintomi di agrafia nell’incertezza del modello grafico di alcune lettere.

L’esempio della scrittura di una donna di 53 anni con danni alle due zone del cervello per causa di embolia delle arterie cerebrali, con paresi della parte sinistra, afasia sensomotoria ed agrafia per causa di embolia delle arterie cerebrali negli emisferi destro e sinistro (fig. n. 10).

La malata è stata sottoposta al dettato: “Ja mam apetyt, ale ubywam na wadze” ( Io ho appetito ma perdo peso.)

Eccetto le prime due parole “ja mam” (io ho) scritte correttamente, tutta l’espressione è assolutamente incomprensibile. Domina l’elemento di perseveranza, la ripetizione  di lettere e sillabe che la malata riesce a scrivere correttamente.

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Figura n. 10

Tutta l’espressione rappresenta una lotta fra le tendenze di perseveranza e lo sforzo di scrivere qualche parola. Come risultato di questa lotta ineguale la malata riesce a scrivere correttamente le prime due parole, ma in seguito si evidenzia la prevalenza della perseveranza che deforma totalmente tutte le altre parole.

Epilessia

L’epilessia si potrebbe includere fra le malattie organiche, perché negli stati gravi con frequenti attacchi di convulsioni possono aver luogo le alternanze organiche nel cervello, ciò nel quadro clinico si verifica sotto forma di demenza mentale. Sebbene i sintomi clinici di epilessia  con improvvisi attacchi di perdita di coscienza abbiano diversi quadri sintomatici, alcune forme della malattia non si manifestano attraverso le crisi epilettiche e non conducono ai sintomi di demenza.

Nei casi di epilessia leggera, con attacchi sporadici, non si accentuano i mutamenti nella personalità psichica dei malati, e soprattutto non si osservano alterazioni proprie per il “carattere epilettico”, che con un successivo sviluppo della malattia, certamente condurrebbe alla demenza.  Non cogliamo neanche essenziali cambiamenti nella scrittura. Nella situazione in cui troviamo alcune variazioni grafiche, soprattutto nei casi più gravi, osserviamo gli aspetti del danno organico al cervello, con incapacità di costruire le frasi, formulare i pensieri, con deficienza nella distinzione di cose essenziali dalle meno essenziali e tendenza alla perseveranza ecc.

I campioni della scrittura eseguiti immediatamente dopo la crisi illustrano la distruttiva influenza degli attacchi epilettici sulle facoltà del cervello. Con il passare del tempo dall’attacco la scrittura gradualmente migliora, e dopo un periodo di tempo, relativo al grado dell’attacco e allo stato del cervello, ritorna alle proprie capacità.

Come esempio gli psichiatri riportano un campione di un manoscritto eseguito 3 minuti dopo l’attacco (fig. n. 11).

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Figura n. 11

Il malato ha dovuto scrivere: “dzisiaj miałem atak” (oggi ho avuto un attacco). Anche in quest’esempio si verifica il fattore di perserveranza con un evidente tremolio probabilmente causato dallo sforzo di eseguire il dettato.

Sulla base di questo campione osserviamo quale catastrofe sia per il cervello un forte attacco epilettico, e che, ripetuto in modo frequente per molte volte ed a lungo nel tempo, può condurre all’abbassamento delle capacità cerebrali e ad alcuni sintomi permanenti ed organici.

Deficienze

Le deficienze costituiscono una forma di disturbi psichici originati principalmente da encefalopatia, cioè a causa del danneggiamento organico del cervello, più spesso come risultato dei suoi stati infiammatori, postraumatici, alterazioni a causa dell’artrosi cerebrale, disfunzioni ormonali nella vita fetale oppure agli inizi di vita del neonato, inoltre a causa di un’alimentazione errata nei primi stadi dello sviluppo del bambino.

Il grado di danneggiamento del cervello è relativo alla deficienza mentale. Secondo il grado di deficienza mentale, la dividiamo in tre forme: idiotismo, cretinismo e limitatezza mentale.

Idiotismo

Paralisi motoria e sensoria di solito non permettono ai malati di imparare a camminare, generalmente non sono nemmeno in grado di imparare a parlare, nel migliore dei casi raggiungono un livello di comunicazione molto primitivo. L’attività grafica essendo più complicata e differenziata non è raggiungibile per gli idioti.

Cretinismo

In questo gruppo comprendiamo le persone sottosviluppate che manifestano spesso i sintomi dei danni al cervello meno estesi dei gruppi precedenti, ma ancora abbastanza significativi da causare i ben visibili sintomi neurologici in forma di paresi dei nervi cranici o degli arti, tremolii e scoordinamento nei movimenti. Queste persone, anche se con un percepibile ritardo e difficoltà, sono in grado di imparare a parlare, a leggere e a scrivere. L’abbassamento dell’abilità mentale si manifesta in loro in una generale mancanza di senso pratico, incapacità di astrazione perciò anche in incapacità di capire il significato di alcuni valori sociali, come il valore del lavoro e dei soldi.

La figura n. 12 è l’esempio della scrittura di una ragazza di 17 anni,  studentessa della seconda classe di una scuola speciale, manifesta un profondo cretinismo. Il suo linguaggio è confuso con un tono nasale. Esprime frasi brevi, spesso incompiute, spezzate con le caratteristiche di perseveranza. Legge con una grande difficoltà sillabando, sbagliando frequentemente e non comprendendo il significato del testo. Sotto l’aspetto fisico mostra sintomi di danneggiamento del cervello in forma di strabismo convergente dell’occhio sinistro e con tracce di paresi della parte destra inferiore del corpo.

Doveva scrivere: “chodze do klasy drugiej, lubie sie uczyc i jesc smaczne rzeczy” (frequento la seconda classe, mi piace studiare e mangiare le cose buone).

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Figura n. 12

In questa scrittura si nota che la scrivente possiede le basi della tecnica scrittoria, si sforza di scrivere in riga, senza riuscirci. Sa scrivere già le sillabe complesse polacche “cz”, sa che il cognome si scrive con la lettera maiuscola (in basso l’inizio del suo cognome), ma malgrado questo non è in grado di scrivere nessuna frase a causa dei disturbi organici che le rendono impossibile la sintesi delle particolari funzioni che entrano nel complesso dell’attività scrittoria.

Fra le disfunzioni elementari dell’attività scrittoria si verifica un minimo tremolio e la traccia dello scoordinamento motorio. Inoltre bisogna elencare una notevole disuguaglianza della scrittura, espressa nella deficienza del rigo di base e nell’altezza delle singole lettere della parola, ciò comprova un significativo danneggiamento del cervello e di conseguenza la mancanza delle condizioni per una giusta padronanza della tecnica scrittoria.

Nella scrittura si rivela una notevole incapacità di scrivere le parole comprensibili, probabilmente a causa di una imprecisa comprensione dei simboli verbali uditi, ciò è il risultato della deficienza del pensare astratto.

Le lettere sono scritte lentamente e con una grande difficoltà, ma generalmente corrette, tuttavia in alcuni spazi si può osservare la perdita del modello grafico.

Anche in questo campione osserviamo il sintomo di perseveranza, una ostinata ripetizione della lettera scritta precedentemente al posto della lettera desiderata. In gran parte la perseveranza influisce sulla deformazione delle parole  privandole di qualsiasi senso.

Limitazioni mentali

In alcuni casi di questa forma di sottosviluppo si verificano minimi, quasi impercettibili sintomi comprovanti un leggero danno al cervello. In altri casi non si trovano questi sintomi e le caratteristiche di insufficienza vitale si devono piuttosto considerare come anomalie del carattere di tipo psicopatico. Sotto l’aspetto psichico la limitazione mentale consiste nella minima (nei confronti con altre deficienze) difficoltà nello studio scolastico, mancanza di perspicacia, bassa iniziativa e autosufficienza nella vita.

La scrittura delle persone nelle quali non si verificano i sintomi della menomazione cerebrale, dipendente dal grado della malattia, può non comportare caratteristiche particolari sotto il punto di vista grafico. In alcuni casi gli eventuali sintomi di deficienza si possono osservare solamente nel contenuto verbale, nelle regole ortografiche, nella deformazione delle vocali, nell’insufficienza dell’attenzione, nella frequente perseveranza di qualche parola.

Nei casi delle psicosi organiche e delle deficienze si possono osservare  disturbi della scrittura di diversi tipi e di diversa intensità, in relazione all’estensione e alla differenza delle specifiche malattie organiche. In alcuni casi il fattore principale approssimativo nelle diagnosi è l’età dell’autore della scrittura, perché essendo a conoscenza dell’età possiamo fare le congetture diagnostiche: per esempio tremolio e scoordinamento della grafia, omissione delle lettere e delle parole, una percepibile insufficienza nel formulare le frasi, nella scrittura di un dodicenne esprime sottosviluppo mentale, di un quarantenne – la paralisi progressiva, e di un settantenne cambiamenti cerebrali causati da demenza senile.

Fra i disturbi della scrittura si possono selezionare due gruppi. Nel primo distinguiamo gli elementari disturbi dell’attività scrittoria dipendenti dall’abilità motoria della mano e manifestati dalla scrittura tremolante e disorganizzata. Il secondo gruppo è composto da disturbi degli elementi superiori connessi con la padronanza del linguaggio scritto, con la capacità di tracciare le lettere e le parole e comporne le frasi. Questi disturbi si manifestano nei casi di danni estesi della corteccia cerebrale con sintomi di una generale insufficienza psichica, con la riduzione o con la perdita della scioltezza della scrittura, a volte con gli elementi della grafia, ovvero la perdita della capacità di una chiara e corretta formulazione delle frasi.

Questa divisione può, dalla posizione metodologica, facilitare l’orientamento durante l’analisi della scrittura, ma bisogna ricordare che le attività della scrittura in tutte e due i casi sono strettamente legate, ciò si manifesta nell’esempio della scioltezza della scrittura, poiché è difficile dividere gli elementi come l’uguaglianza delle aste, e, in conseguenza, delle lettere dalle funzioni più complesse: correttezza dell’ortografia e della linguistica.

L’attività grafica scrittoria delle persone sottosviluppate è un’illustrazione della patologia. Sugli esempi dei cretini comprendiamo il significato dell’elemento uditivo e gnostico – uditivo nello sviluppo della scrittura.

L’analisi dell’espressione scrittoria delle persone sottosviluppate comprova il fatto della connessione della scrittura con la psiche, con una capacità di valutazione del mondo circostante, con il modo di sentire i fenomeni e di reagire. “Perciò è comprensibile che l’espressione scrittoria dei sottosviluppati, addirittura abbastanza corretta, porti il segno di qualcosa di imperfetto e primitivo relativamente alla psiche di queste persone”.

PSICOSI SCHIZOFRENICHE

Nella psichiatria esiste la divisione dei sintomi di schizofrenia. Fondamentalmente sono state distinte quattro forme di schizofrenia: ebefrenia, catatonia, paranoia e schizofrenia semplice.

Ebefrenia

Si manifesta prima delle altre forme di schizofrenia, frequentemente nell’adolescenza. Si caratterizza per i mutamenti dei sintomi, per i comportamenti strani con tendenza a manierismi cioè ripetizione degli stessi gesti, movimenti, mimiche non pertinenti al contesto situazionale, con l’obnubilamento mentale. Gli stati dell’umore mutano frequentemente, domina autismo con un contatto molto formale con l’ambiente e momenti di una forte aggressività. Frequentemente possono verificarsi allucinazioni.

Catatonia

Catatonia appartiene a forme di schizofrenia più facile da diagnosticare. L’indizio principale di catatonia è lo stato di sbalordimento nella posizione  eretta o distesa, che può durare  ore, giorni o anche settimane. Questo stato è accompagnato da una serie di sintomi psicomotori con la forma o di negativismo (opposizione a ogni prova di cambiare la posizione del corpo, o non rispondere alle domande), oppure di flessibilità cerea (passivo mantenimento della posizione del corpo) ossia di ecoprassia (un’automatica ripetizione dei movimenti eseguiti da un’altra persona). Le caratteristiche sono: le stereotipie verbali e motorie con diverso tempo di durata, passaggi da stati di sbalordimento a stati di  forte eccitazione con  forti forme di aggressività verso l’ambiente o verso se stessi, con improvvisi tentati suicidi.

Paranoia

È contraddistinta da diverse allucinazioni, soprattutto uditive e idee fisse di persecuzione o ipocondriache. La personalità di questi malati è mantenuta abbastanza bene per molto tempo, perciò le loro espressioni scrittorie sono formulate generalmente bene e in modo corretto.

Schizofrenia semplice

Non ha dei chiari sintomi clinici, non ci sono forme di allucinazioni o idee fisse. È caratterizzata da caduta dell’attività, appiattimento della vita affettiva, perdita degli interessi, incapacità intellettiva. L’abbassamento dell’abilità psichica delle persone malate  in confronto allo stato precedente della malattia  è molto significativo e toglie o riduce la capacità di occuparsi di un lavoro sistematico.

La schizofrenia può avere diverse forme di sviluppo. In alcuni casi si sviluppa lentamente, insidiosamente, in altri in modo violento ed acuto; spesso si originano alcuni cambiamenti immutabili nella psiche, che si rivelano soprattutto nella sfera affettiva. Molte volte può verificarsi lo stato di un miglioramento passeggero, ma un nuovo peggioramento porta sempre a più profondi mutamenti nella personalità.

Spesso si possono osservare stati transitori, per esempio ebefrenia con le caratteristiche catatoniche o paranoiche, oppure forme paranoiche con le caratteristiche catatoniche.

Nei casi di schizofrenia semplice la scrittura rappresenta pochi cambiamenti percepibili. Di solito l’espressione ortografica, grammaticale e verbale sono corrette. Nei sintomi si può verificare una caduta dell’abilità psichica, stanchezza, mancanza di concentrazione.

Gli psichiatri riportano esempi dei contenuti delle lettere scritte da sofferenti di paranoia. Nella loro corrispondenza, caratterizzata da una comune grafia ed una corretta ortografia e grammatica, al primo posto si presentano le idee fisse di avvelenamento con numerosi sintomi patologici, come l’effetto dell’avvelenamento. Con ciò si presentano le allucinazioni le quali interpretate sotto l’aspetto di polarizzazione affettiva di quasi tutti i fatti, provocano la fissazione di idee fisse. Nello stesso momento il contenuto presenta l’abbassamento del criticismo.

Nelle diverse lettere citate dai medici troviamo molte caratteristiche comuni: allucinazioni ipocondriache e persecutorie come effetto di un atteggiamento autistico (rivolti solamente sulla propria persona). Per gli schizofrenici è essenziale svolgere il tema di natura filosofica con spiegazioni astratte

La forma cronica di schizofrenia ebefrenica si manifesta nella scrittura di un uomo di 52 anni, industriale (fig. n. 13).

Nella lettera si osservano le “illustrazioni” di una serie di timbri e  simboli. Alcuni “timbri” contengono il cognome Wladyslaw G. e Aleksander G., sotto vediamo un ritratto, accanto il cavallo, forse lo stemma dell’autore, fra il ritratto e il cavallo; il violino con l’archetto incrociato, sotto la scritta: amour et travail – amore e lavoro, ancora sotto un indirizzo in francese e in cima un altro indirizzo in russo. In alto a destra osserviamo il disegno che rappresenta la mano, su ogni dito la scritta in francese: ecrivain – scrittore, savant – scienziato, artiste – artista, industriel – industriale, ouvrier – operaio.

Il disegno indubbiamente ha qualche significato simbolico, forse l’autore si è impadronito di tutti questi mestieri e ognuno di loro è “in un dito della mano” (proverbio).

In ogni caso questo disegno testimonia che in schizofrenia lo scritto si avvicina notevolmente al disegno e il confine fra loro è molto fluttuante. È anche espressione di regressione della scrittura nelle forme più basse.

Bisogna sottolineare la stranezza della lettera in cui l’autore, senza nessun bisogno, usa contemporaneamente tre lingue: russo, francese e polacco. Nel suo stile troviamo caratteristiche di forme esagerate e di vocaboli riflettenti un’anormale e patologica  reazione dell’autore a di comunicare con gli altri. Sono le cosiddette forme di manierismo.

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Figura n. 13

La prima frase è scritta in francese, con  unica parola comprensibile (philosophie), e quasi due righe sono riempite con vocali enigmatiche, che si ripetono e cominciano sempre con la lettera “l“.

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Figura n. 14

La forma catatonica della schizofrenia è illustrata dalla grafia appartenente ad un uomo di 34 anni impiegato statale (fig. n. 14). Un anno prima si erano verificati i primi stati di sbalordimento a con momenti di forte eccitazione, durante i quali il malato si comportava in un modo insolitamente aggressivo nei confronti dell’ambiente. Da due mesi si verifica un parziale miglioramento. Qualche volta si può entrare in contatto con il malato, tuttavia egli mantiene la tendenza ad assumere una posizione immobile per molto tempo.

L’esempio di scrittura riportato è, secondo il malato, cinese, tuttavia né la direzione né la forma del tracciato corrispondono alla scrittura cinese. Anche in questa grafia si trovano caratteristiche di stereotipia, nella ripetizione di alcuni segni.

È difficile dimostrare perché il malato abbia usato una scrittura cifrata. Forse è significativa l’influenza di vicissitudini particolarmente emozionanti per il malato, come per esempio le idee fisse che sono diventate insolitamente attuali e personali e che esigono una forma di scrittura più o meno mascherata. Al tempo stesso non si può escludere un’altra eventualità, che questa scrittura rappresenti una particolare specie di reazione contraria, così frequente nei manierismi. In questo caso i simboli tracciati sarebbero l’imitazione delle lettere, ma privati di qualsiasi significato simbolico. Solamente la firma rimane leggibile come unico mezzo di contatto con il mondo esterno, tuttavia il malato rimane isolato nel suo essere chiuso ed incomprensibile.

Questo caso rappresenta uno dei più espressivi e profondi cambiamenti nella scrittura schizofrenica, mentre in generale la produzione grafica dei malati diventa totalmente impenetrabile.

Gli autori raccomandano il libro a persone che sono in continuo contatto con la scrittura, quindi ad impiegati pubblici ed agli insegnanti. Oggi possiamo constatare che il libro è un valido strumento anche per i grafologi.

Secondo gli autori l’analisi della scrittura dei malati mentali bisogna trattarla come uno dei metodi diagnostici, ma non può da sola decidere sulla definizione della diagnosi. Tuttavia in alcuni casi le espressioni della scrittura diventano una chiara illustrazione di determinati disturbi psichici ed emotivi.

Nonostante che la scrittura non sempre sia in grado di proporre  materiale sufficiente per la diagnosi di una malattia mentale, in molti casi rappresenta un metodo obiettivo, ausiliario nell’identificazione e facilita in un grado significativo l’identificazione dell’esistenza di anomalie psichiche ed esistenziali.

La pubblicazione di Olbrycht e Chłopicki è molto ampia[viii] e tratta numerosi argomenti ed esempi, e non è possibile in questa sede presentare tutto il loro lavoro in cui troviamo le espressioni grafiche di diversi tipi della sofferenza, ovvero le scritture patologiche. Le loro ricerche sono continuamente approfondite dagli studiosi contemporanei, in questo ambito bisogna citare l’attività di Sylwia Skubisz[ix] che ha svolto le scrupolose ricerche sulle scritture dei malati di morbo di Parkinson, Alzheimer e sclerosi multipla,  attingendo alle loro grafie prima della patologia e nelle fasi del loro sviluppo e di E. Żywucka-Kozłowska e K. Juszka che continuano e sviluppano le ricerche sulle scritture degli schizofrenici con una particolare considerazione del loro vissuto, in uno studio intitolato “Le biografie degli schizofrenici[x].

Ovviamente non mancano le ricerche nel campo psicologico condotte principalmente dalla professoressa B. Gawda dell’Università di Lublino, che svolge gli studi linguisti e grafologici nei campioni di centinaia e migliaia di persone, e che per la loro ampiezza e profondità meriterebbero una pubblicazione a parte.

Per citare il suo impegno nelle ricerche sulla scrittura e della sua espressione grafolinguistica, bisogna elencare alcune, a titolo puramente esemplificativo, come quelle sulle grafie degli psicopatici, con la particolare attenzione volta all’affettività delle persone considerate comunemente prive di sentimenti. Attraverso il suo studio l’Autrice dimostra alcune specificità della sintassi nelle narrazioni create da persone diagnosticate come personalità antisociali. L’autrice ha cercato di verificare e completare le informazioni sulle persone con personalità antisociali, caratterizzate da un’inabilità del linguaggio emotivo. Sono state analizzati e comparati i punteggi di 60 prigionieri con alte tendenze antisociali, 40 prigionieri con basse tendenze antisociali e 100 uomini senza tendenze antisociali. I partecipanti hanno avuto per compito descrivere le situazioni di amore, odio e ansia ispirandosi alle fotografie. Il discorso narrativo è stato analizzato e la ricerca è stata concentrata su elementi sintattici. É stato condotto il confronto tra i tre gruppi di ricerca ottenendo i risultati con le differenze tra i detenuti antisociali, detenuti non antisociali e gruppi di controllo. Nelle loro narrazioni emotive, gli individui antisociali, hanno utilizzato più ripetizioni, pause e negazioni. Queste caratteristiche linguistiche sono attribuite ad un’alta attività mentale, psicopatia ed emozionalità delle persone diagnosticati come personalità antisociali[xi], ovvero dimostrano la bassa abilità di espressione delle emozioni ma non esclude che queste persone sono in grado di provarle.

Fra gli altri suoi studi importantissimi si possono citare introversione ed estroversione nella scrittura, influenza delle situazioni emotive sul quadro della scrittura, le scritture delle persone che hanno tentato il suicidio oppure si sono tolte la vita[xii].

Considerando brevemente l’attività di questi scienziati e tanti altri, più o meno conosciuti, anche dell’epoca antecedente la definizione della salute dell’OMS citata all’inizio di questo articolo, è importante sottolineare la loro sensibilità nel trattare il concetto della patologia, perché grazie al loro operato la scienza è riuscita a superare il concetto di medicina «pura» e del principio “primum non nocere”, per il loro impegno di restituire alla persona la speranza e la felicità, entrando così nello spazio propriamente e ampiamente pedagogico o piuttosto medico-pedagogico, o ancora meglio, propriamente e ampiamente umano.

ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA GRAFOLOGIA APPLICATA

Riflessioni

Prendendo in considerazione la dinamicità degli svolgimenti sociali e scientifici, le connessioni e le articolazioni delle discipline giuridiche e non giuridiche, in fede del potere intedisciplinare della scienza in ogni ambito della vita, vorrei soffermarmi sul tema accennato di malattia-sofferenza-scrittura e connetterlo alle discipline al servizio della giustizia, ovvero: medicina, pedagogia e grafologia. Se la prima di queste discipline gode di una lunga storia e tradizioni per aver contribuito soprattutto nel campo criminalistico, con le sue funzioni di medicina legale, la prima articolata con la seconda (medicina e pedagogia) hanno dimostrato di voler aiutare le persone a liberarsi dalla sofferenza e dall’infelicità. Basti citare nuovamente la dott.ssa Montessori e dottor Korczak, ma anche il dottor Klęsk, fondatore della scuola degli invalidi di guerra. Questi tre nomi, non sono citati casualmente in questa sede. Tutti e tre sono medici e ognuno di loro ha contribuito di salvare le persone dalla sofferenza fisica, psichica, emotiva e sociale.

Infine la terza delle discipline elencate, la grafologia, che è un diventata un importante strumento, “misuratore” della salute e della sofferenza, anche perché gode degli importanti contributi medici, pedagogici e psicologici.

 Oggi alla nostra disposizione abbiamo una ricchezza dei saperi e degli strumenti più ampi. Possiamo contare sulle conquiste della scienza e della tecnologia al servizio della medicina ed ogni altra scienza. Possiamo contare sulle esperienze nostre e dei nostri maestri. Tuttavia il mondo non è più felice e non più è sano, anzi forse potremmo azzardare l’ipotesi che sia più infelice che mai. Potremmo iniziare e sviluppare il dibattito pedagogico, sociologico, antropologico per cercare le cause e le soluzioni, tuttavia non è questa la sede e nemmeno questo è l’argomento dell’articolo.

Se l’interdisciplinarità delle tre discipline elencate prima può contribuire alle scienze giuridiche:  criminalistiche e criminologiche, queste tre discipline dovrebbero essere in grado di contribuire al bene della persona e alla sua salute intesa secondo la definizione dell’OMS.

Ritornando sul tema della scrittura patologica, si potrebbe andare oltre all’aspetto della pura individuazione della patologia organica, emotiva e quindi anche sociale. La grafologia che ha «il potere» di rivelare lo stato di malessere della persona, è in grado di offrire aiuto alla persona, e di conseguenza anche della società?

La risposta la possiamo cercare nelle scritture delle persone che sono riuscite a superare i gravi traumi, stress e disagi.

Il primo esempio grafico[xiii] di un ragazzo polacco di 17 anni (Paweł), dimostra il grande disagio, evidente anche “all’occhio non grafologico”.

Immagini 15 e 16

Figure n.15 e n. 16

Il contenuto del primo campione in alto (fig. n. 15) riporta: “Mi chiamo Paweł. Mi interesso della letteratura. Voglio diventare il giornalista”, e nel secondo (fig. n. 16)  l’autore confida: “Mi piace leggere gli orror e i gialli. Di musica digerisco solo il metallo (N.d.T. heavy metal)”, la scrittura già alla prima occhiata dimostra una grande sofferenza. Il tremore, disomogeneità delle altezze, delle larghezze e della pressione, spostamento della pressione, tratto rigido ma che nonostante ciò rileva una forte insicurezza, lettere addossate, improvvise cadute e “risollevamenti” del calibro, il rigo ondeggiante anche se sostenuto dai quadretti del foglio, sono i segni più importanti che informano del grande disagio del ragazzo, che nessuno riesce ad aiutare in una grave situazione familiare, in cui la violenza del padre si riversa sul ragazzo e sulla madre, che a distanza di un anno da esecuzione di questa lettera muore di tumore. Il ragazzo privato dall’ultimo punto di aiuto e di riferimento, si suicida poco dopo la morte della madre. Eppure in questo caso la grafologia ha contribuito importantissime informazioni sul ragazzo e sulle sue sofferenze, ma le sole informazioni non bastano se non c’è buona volontà e la prontezza a lottare per salvare la persona dalla sua tragica situazione.

Seguendo il pensiero del «potere» della grafologia interdisciplinare, in grado di aiutare le persone e, quindi della grafologia come valido strumento nella prevenzione delle malattie, ma anche dei disagi personali e sociali, vorrei riportare due esempi di scritture che riportano un cambiamento positivo, grazie all’intervento grafologico-pedagogico.

Il primo presenta la scrittura di un bambino di 8 anni, di cui le insegnanti lamentano una continua disattenzione, gli interventi impropri in classe che disturbano sia i bambini che le maestre, piccoli atti di aggressione e le manifestazioni di una bassa autostima. Tutti questi fattori comportamentali li possiamo osservare nella scrittura: la non osservanza delle righe del quaderno, il gesto impulsivo, lo spostamento della pressione, la pressione spesso talmente debole da rendere illeggibile il testo. (fig. n. 17)

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Figura n. 17

 Il bambino dopo la consulenza grafologica, sottoposto ad un piano di intervento pedagogico, è riuscito in pochi mesi a sviluppare una buona autostima, di conseguenza una buona condotta in classe e la sua scrittura ha cambiato l’aspetto, soprattutto nella ricerca dell’ordine e nel rispettare il rigo di base, la pressione più omogenea e più marcata informa che il bimbo afferma più consapevolmente e più coraggiosamente la propria esistenza a attività (fig. n. 18)

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Figura n. 18

Un altro esempio appartiene ad un bambino polacco adottato dopo lunghissime peripezie burocratiche, da una famiglia italiana. L’infelicità del bambino nell’orfanotrofio, la notiamo anche senza dover entrare nei particolare dei segni grafici: lettere addossate, ripassi, strettezza fra le parole, disomogeneità della pressione e dell’altezza, una generale trascuratezza del gesto (fig. n. 19).

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Figura n. 19

Dopo essere adottato, il ragazzo si impegna nella cura grafica, ciò dimostra il suo “voler vivere” e l’impegno nelle attività. (fig. n. 20)

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Figura n. 20

Come dimostra la figura n. 21, gradualmente svaniscono le lettere addossate e nonostante un certo disordine e disimpegno grafico, si denota il respiro grafico, la leggibilità, quindi voglia di comunicare e un certo miglioramento nella progressione del gesto.

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Figura n. 21

Considerando il possibile utilizzo della grafologia nel rilevamento della sofferenza della persona ovvero riconducendosi al concetto più ampio della scrittura patologica, si può attingere all’esempio di Klęsk, citato all’inizio di questo articolo e della sua scuola per gli invalidi di guerra nella quale ridava la speranza di vita ai mutilati, senza mani e senza gambe, per cercare i modi e le capacità di ridare la speranza agli altri “invalidi” – vittime della vita, mutilati degli affetti e della felicità, la cui malattia li conduce ai sentieri più bui dell’esistenza.

 

Fonti bibliografiche

Chłopicki Wł., Olbrycht. J.: Wypowiedzi na piśmie jako objawy zaburzeń psychicznych (Le espressioni della scrittura come sintomi dei disturbi psichici) PWL, Warszawa, 1955

Gawda B.: A graphical analysis of handwriting of prisoners diagnosed with antisocial personality [in] Percept Mot Skills. 2008 Dec ;107 (3):862-72  19235415

Gawda B.: Love scripts of persons with antisocial personality  [in] Psychol Rep. 2008 Oct ;103 (2):371-80  19102460

Gawda B.: Neuroticism, extraversion, and paralinguistic expression  [in] Psychol Rep. 2007 Jun; 100 (3 Pt 1):721-6  17688085

Gawda B.: Syntax of Emotional Narratives of Persons Diagnosed with Antisocial Personality [in] J. Psycholinguist Res. 2009 Nov 27;:  19943191

Grębowiec  Baffoni J., Ofiary ofiar. Ekspresje graficzne mechanizmów regulujących dynamiki psychospołeczne  [in] Z. Kegel (a cura di) Aktualne tendencje w badaniach dokumentów. Materiały XIII Wrocławskiego Sympozjum Badań Pisma, Wrocław, 2010, Nr ISBN 978-83-61370-16-1,

Grębowiec Baffoni J., Studi sulla scrittura in Polonia. Dalla grafologia alle recenti ricerche sui documenti. L’analisi delle scritture in criminalistica, Sulla rotta del Sole, Mesagne, 2010

Klęsk A.: Psychofizjologja i patologja pisma, Książnica – Atlas, Lwów – Warszawa, 1924

Kwieciński H.: “Grafologia sądowa. Zasady ekspertyzy dokumentόw i analizy pisma (Grafologia giudiziaria. Le norme delle perizie dei documenti e delle analisi delle scritture) Biblioteka Polska, Warszawa, 1933

OMS, La Dichiarazione di Alma Ata sull’assitenza sanitaria primaria, Conferenza Internazionale sull’assistenza sanitaria primaria, 6-12 settembre, 1978, Alma Ata, URSS

Skubisz S., Dowόd z ekspertyzy pism patologicznych Zakamycze, Krakόw, 2004

Vettorazzo B., Teoria e pratica del diritto. Metodologia della perizia grafica su base grafologica, Giuffrè Editore, 1998,

Żywucka-Kozłowska E., Juszka K.: Życiorysy schizofrenikόw in Logiczne podstawy opiniowania ekspertyz dokumentόw a praktyka (Le basi logiche nelle perizie dei documenti e la pratica), Anex, Wroclaw, 2006, pp. 393-402.

 


 

[i] OMS, La Dichiarazione di Alma Ata sull’assitenza sanitaria primaria, Conferenza Internazionale sull’assistenza sanitaria primaria, 6-12 settembre, 1978, Alma Ata, URSS

[ii] Klęsk A.: Psychofizjologja i patologja pisma, Książnica – Atlas, Lwów – Warszawa, 1924

[iii] Vettorazzo B., Teoria e pratica del diritto. Metodologia della perizia grafica su base grafologica, Giuffrè Editore, 1998, p. 52

[iv] Kwieciński H.: “Grafologia sądowa. Zasady ekspertyzy dokumentόw i analizy pisma (Grafologia giudiziaria. Le norme delle perizie dei documenti e delle analisi delle scritture) Biblioteka Polska, Warszawa, 1933;

[v] L’attività di questo grafologo è descritta molto ampiamente in Grębowiec Baffoni J., Studi sulla scrittura in Polonia. Dalla grafologia alle recenti ricerche sui documenti. L’analisi delle scritture in criminalistica, Sulla rotta del Sole, Mesagne, 2010, Capitolo Henryk Kwieciński e la grafologia giudiziaria, pp. 29-72

[vi] Le pubblicazioni di Schermann sono disponibili in diverse lingue europei, in lingua italiana la sua attività è descritta ampiamente in Grębowiec Baffoni J. Studi sulla scrittura in Polonia…, Capitolo Rafał Schermann, il grafologo polacco, pp. 75-101

[vii] Chłopicki Wł., Olbrycht. J.: Wypowiedzi na piśmie jako objawy zaburzeń psychicznych (Le espressioni della scrittura come sintomi dei disturbi psichici) PWL, Warszawa, 1955

[viii] Per una consultazione più ampia in lingua italiana si rimanda il lettore a Grębowiec Baffoni J. Studi sulla Scrittura in Polonia…Capitolo Le espressioni delle scritture come sintomi dei disturbi psichici, pp. 109-149

[ix] Skubisz S, Dowόd z ekspertyzy pism patologicznych Zakamycze, Krakόw, 2004; la sintesi di questo lavoro in lingua italiana con alcuni esempi è disponibile in Grębowiec Baffoni J., Studi sulla scrittura in Polonia… Capitolo La prova delle perizie delle scritture patologiche, pp. 256-269

[x] Żywucka-Kozłowska E., Juszka K.: Życiorysy schizofrenikόw in Logiczne podstawy opiniowania ekspertyz dokumentόw a praktyka (Le basi logiche nelle perizie dei documenti e la pratica), Anex, Wroclaw, 2006, pp. 393-402. I frammenti di questo studio sono disponibili in lingua italiana in Grębowiec Baffoni J. Studi sulla scrittura in Polonia…,  capitolo Psichiatria e ricerche sulla scrittura pp. 242-248

[xii] Alcuni dei suoi studi sono disponibili anche in lingua italiana in Grebowiec Baffoni J. Studi sulla scrittura in Polonia…,Capitolo Le analisi psicologiche della scrittura e la grafologia,  pp 294-327

[xiii] L’esempio tratto da Grębowiec  Baffoni J., Ofiary ofiar. Ekspresje graficzne mechanizmów regulujących dynamiki psychospołeczne  [in] Z. Kegel (a cura di) Aktualne tendencje w badaniach dokumentów. Materiały XIII Wrocławskiego Sympozjum Badań Pisma, Wrocław, 2010, Nr ISBN 978-83-61370-16-1,