Diritto Criminologia e criminalistica

La sistemazione delle pene nella legge polacca sulle contravvenzioni

(di Katarzyna Liżyńska – Traduzione dalla lingua polacca di Jolanta Grębowiec Baffoni)

Nel diritto polacco si distingue la divisione in contravvenzioni e in delitti, ovvero in atti illeciti e in crimini gravi. La contravvenzione è quindi un atto separato, trattato da una disciplina di legge separata e individuale, ovvero dal decreto di legge del 20.5.1971, il Codice delle contravvenzioni[i]. Tuttavia, è giustificabile il parere che la legge sui reati è un ramo ampiamente compreso nel del diritto penale. Infatti, la disciplina regola la responsabilità penale per gli atti comportanti il minore danno sociale (inclusi nel codice penale[ii]), sulla base degli stessi principi che regolano la responsabilità del delitto[iii], ma con molte semplificazioni che derivano da atti minori, classificati come contravvenzioni e con le pene molto più miti per il loro compimento[iv].

Le origini della legge polacca in materia di reati risalgono al periodo della conquista dell’indipendenza della Polonia, ovvero al 1918. Fino a quel momento, nelle singole spartizioni c’erano in vigore le legislazioni dei paesi occupanti. Nell’area annessa all’occupazione austriaca era in vigore il diritto penale austriaco del 1852, che specificava le contravvenzioni criminali capitali, sui quali si esprimevano i tribunali provinciali e le contravvenzioni minori di cui si occupava la polizia e che erano soggette alla giurisdizione esclusiva degli organi amministrativi.

All’interno del territorio occupato dalla Russia era il vigore il codice penale russo del 1903. Qualsiasi contravvenzione era soggetta alla giurisdizione dei tribunali, cosiddetti tribunali di pace. Il codice delle contravvenzioni russo trattava le contravvenzioni come la categoria più bassa dei reati.

Sotto la dominazione prussiana era il vigore il codice tedesco del 1871, secondo il quale la contravvenzione veniva deliberata dal tribunale distrettuale, tuttavia, le pene per le contravvenzioni potevano essere inflitte anche dagli organi amministrativi. La legislazione polacca in materia delle contravvenzioni veniva adattata a numerosi atti legali, relativamente ai mutamenti politici.

Quadno la Polonia ha riconquistato l’indipendenza, prendendo l’esempio dalle legislazioni degli altri paesi, si è vista la necessità di separare i reati comportanti i bassi danni sociali. Quindi, dalle categorie degli atti vietati, sono stati evidenziati le contravvenzioni per le quali venivano inflitte varie sanzioni penali.

L’attuale sistema della legge polacca sulle contravvenzioni si basa su una suddivisione in quattro pene principali. Il catalogo delle sanzioni capitali è stato sostituito dal legislatore nell’art. 18 del codice delle contravvenzioni e comprende:

– la pena di arresto;

– la pena di restrizione della libertà;

– la pena di sanzione;

– la pena di ammonizione.

La pena è uno strumento importante nelle mani dello Stato nella lotta contro gli avversari dell’ordinamento giuridico ed è una conseguenza del reato, che comprende il disagio definito dalla legislazione per il quale viene espressa la disapprovazione del reato e dell’autore del reato[v]. La punizione è una reazione al male commesso da un uomo, una reazione all’attacco umano contro i valori sociali umani, protetti dalle norme giuridiche. In linea di massima si può affermare che l’obiettivo della punizione è il raggiungimento dell’effetto stabilito dal legislatore. A tale riguardo il legislatore cerca di raggiungere gli obiettivi di prevenzione generale o di prevenzione particolare o una retribuzione specifica per la contravvenzione compiuta. In termini di prevenzione generale, la pena deve incidere sulla categoria di potenziali trasgressori.

In termini della prevenzione particolare la pena deve agire su un trasgressore specifico che ha commesso il reato. Essa può essere attuata attraverso la formazione del trasgressore, attraverso la sua intimidazione, o infine isolando trasgressore dalla società. Tuttavia, una giusta riparazione del danno deve indicare l’imposizione della pena appropriatamente al tipo del reato, al grado del torto del colpevole e ai danni sociali. Le finalità della pena possono essere realizzate in diversi modi. Tradizionalmente, in questo ambito, vengono specificate: deterrenza, istruzione o impedimento, che alla fine porteranno alla prevenzione delle contravvenzioni[vi].

Nella teoria della legge sulle contravvenzioni si rileva che il ruolo dominante dovrebbe svolgerlo l’orientamento della sanzione, tra cui in primo luogo si dovrebbe dare l’importanza alla prevenzione speciale. A questo proposito si sottolinea che le contravvenzioni sono i reati minori, commessi soprattutto da autori casuali, per questo motivo il compito principale della pena è l’azione formativa effettuata sul trasgressore, tenendo conto delle sue caratteristiche e delle condizioni personali[vii].

Come è stato indicato prima, il legislatore ha classificato le sanzioni tenendo conto del livello del disagio astratto, – dalla pena più severa (carcere) / alla pena più mite (ammonizione). Tuttavia la pena di carcere viene trattata come una punizione eccezionale, come indicato dall’art. 35 codice delle contravvenzioni. Sulla base della legge sulle violazioni si può affermare che nel catalogo delle sanzioni sono esposte le sanzioni non detentive. Il mezzo primario di risposta al reato è la sanzione economica. La percentuale di questa pena nel caso delle contravvenzioni oscilla su 90%[viii]. Le sanzioni essenziali vengono irrogate come indipendenti. Oltre le sanzioni essenziali il Codice delle contravvenzioni permette la gestione delle misure penali che possono essere imposte in maniera comune – come aggravante o indipendente, quando a prescindere dalla pena essenziale può essere irrogata la misura speciale della pena.

Si deve notare che la misura penale può essere più repressiva per il colpevole della pena essenziale. Così ad esempio, in caso di divieto di guida di qualsiasi veicolo a motore per la guida in stato di ebbrezza (Art. 87 codice delle contravvenzioni polacco), dove la sentenza per gli autori di tale contravvenzione prevede il divieto di guida di qualsiasi veicolo a motore nel traffico stradale per un periodo che va da sei mesi a tre anni (Art. 29 polacco codice delle contravvenzioni polacco) sarà certamente più severa della pena economica essenziale inflitta.

Nel catalogo delle sanzioni la più severa è la punizione della detenzione. L’arresto, secondo l’intenzione degli autori del Codice, è un mezzo di repressione eccezionale[ix], ciò si riflette direttamente nel decreto della legge.

Infatti, ai sensi dell’art. 35 del Codice delle contravvenzioni, se la legge consente di scegliere tra arresto e un’altra punizione, la pena di detenzione potrà essere sentenziata solo allora quando l’atto sarà stato commesso intenzionalmente e sul giudizio della pena di arresto graverà il tipo dell’offesa e delle circostanze del caso che mostreranno la demoralizzazione del colpevole o il suo comportamento condannabile.

Questa premessa formale è pertanto importante poiché richiede di determinare la forma di azione, anche allo stato attuale del diritto, riducendo la possibilità di imporre una sanzione di arresto per reati commessi intenzionalmente. Le sanzioni non possono imporre carcere per reati commessi involontariamente. Vale la pena di notare che nella legge delle contravvenzioni non esistono le infrazioni per le quali sarebbe prevista esclusivamente la pena di arresto, quindi l’ipotesi espressa in art. 35 del codice delle contravvenzioni è sempre soddisfatta[x].

Come è stato notato anche da M. Bojarski in pratica la regola dell’art. 35 del Codice delle contravvenzioni limita notevolmente l’uso della pena di arresto. In primo luogo, nel Codice delle contravvenzioni non vi è alcuna disposizione che prevederebbe per la contravvenzione elusivamente la pena di detenzione, quindi la disposizione dell’art. 35 del Codice delle contravvenzioni si applica a tutta la legislazione che prevede tale pena, perché essa si verifica nel Codice dei reati alternativamente con un altra pena. In secondo luogo, l’applicazione della pena di arresto può avvenire solo nel caso della natura intenzionale della contravvenzione.

In terzo luogo, il giudizio della pena deve essere sostenuto da almeno una delle condizioni di cui all’art. 35 del Codice delle contravvenzioni, ovvero la gravità dell’azione, la demoralizzare dell’autore del reato o la sua azione condannabile[xi]. La soluzione adottata è stata la conferma della precedente giurisprudenza, che in linea di principio non applica la misura più severa per i reati commessi involontariamente. Allo stesso tempo, nell’ambito di espressione della pena di carcere si è ritenuto importante regolare una sanzione ulteriore che avesse il carattere di garanzia[xii].
Si deve notare che l’art. 26 del Codice delle contravvenzioni  indica il divieto assoluto di sentenziare la pena detentiva dell’arresto (l’arresto sostanziale)  o sostitutiva, se le circostanze personali del colpevole impediscono lo svolgimento di una punizione. Si tratta di casi delle persone invalide o gravemente malate, oppure nelle condizioni di situazioni familiari, quando l’autore del reato risulta l’unico tutore della famiglia o tutore di una persona gravemente malata o invalida[xiii]. La formulazione dell’art. 26 è categorica e si riferisce alla  fase del giudizio e non di esecuzione della detenzione.

            Trattando da una parte la pena di arresto come punizione eccezionale in uso, il legislatore ha inoltre ampliato l’ambito legale di applicazione della pena di arresto (art. 38), poiché nel caso di recidiva speciale[xiv] ha introdotto la possibilità di imporre una sanzione di arresto, anche se tale pena non è stata prevista nelle sanzioni della legge violata.

I limiti statutari della pena dell’arresto sono indicati nell’art. 19 del Codice delle contravvenzioni, che vanno da 5 a 30 giorni. La pena dell’arresto è misurata in giorni. Il legislatore ha cercato di garantire che il limite superiore della pena per contravvenzioni non superasse il livello delle sanzioni imposte per reati.

È anche possibile la sanzione sostitutiva dell’arresto per una multa non pagata oppure per una pena di restrizione della libertà non eseguita. L’utilizzo dell’arresto sostitutivo deve garantire l’esecuzione della pena inflitta originariamente. Di conseguenza l’effettiva attuazione della pena consiste in privazione della libertà del condannato.

Va sottolineata l’incoerenza del legislatore, che da un lato, sottolinea sempre l’eccezionalità della pena di arresto, d’altra parte permette l’applicazione di questa punizione proprio sotto forma di sostituzione, anche in situazioni in cui un per un atto che è stato commesso dall’autore della contravvenzione e per il quale l’autore è stato punito, non è prevista la pena d’arresto.

Dopo l’approvazione del Codice delle contravvenzioni, il legislatore nell’art. 25 § 1 del Codice delle contravvenzioni ha sottolineato che la sanzione sostitutiva della detenzione può essere sentenziata in particolare quando il trasgressore non ha una fonte permanente di reddito o una residenza.

Dopo la modifica del 1998 la pena alternativa del carcere per non aver saldato la multa, può essere imposta se il colpevole è stato punito con una pena superiore a 500 zloty (n.d.t. circa 120 euro), se e non ha acconsentito alla conversione della ammenda al servizio per la comunità o al lavoro che, nonostante il consenso preliminare non ha eseguito, e l’esecuzione della multa è stata inefficace.

Attualmente[xv], la pena alternativa del carcere per una multa può essere imposta indipendentemente dall’importo. Inizialmente, la pena sostitutiva dell’arresto era uguale a due mesi invece per la contravvenzione per la quale era prevista la pena dell’arresto – fino a tre mesi. E ‘stato un regolamento molto severo, che non trovava la giustificazione nel caso di responsabilità per le contravvenzioni. L’emendamento alla legge sulle contravvenzioni a partire dal 1998, ha ridotto la pena impostando il suo massimo a trenta giorni[xvi].

Per quanto riguarda la sostituzione di arresto per la mancanza di esecuzione della detenzione, inizialmente, se il condannato si sottraeva all’esecuzione della pena e le circostanze indicavano che l’esecuzione di una multa sostitutiva non sarebbe stata efficace, essa veniva sostituita con una pena dell’arresto di un mese e dopo la modifica del 1988, un mese di pena detentiva corrispondeva di quindici giorni di detenzione.

Attualmente, se il condannato si sottrae all’esecuzione della pena di reclusione o ai obblighi che gli sono stati imposti, ma anche quando il condannato ha svolto una parte di una pena detentiva, il giudice ordina l’esecuzione di una pena sostitutiva dell’arresto nella dimensione corrispondente alla pena di restrizione della libertà rimanente, prevedendo che la sostituzione di un giorno di arresto è equivalente a due giorni di restrizione della libertà.

Il Codice delle contravvenzioni riconosce l’istituzione della sospensione condizionale della pena dell’arresto, che può essere per un periodo da sei mesi fino a un anno. Il periodo della prova, quindi, è relativamente breve. Vale la pena di notare che il Codice delle contravvenzioni nel caso di sospensione della pena condizionale dell’arresto non specifica gli obblighi legali associati a questo periodo.

  1. Marek rileva giustamente che nelle contravvenzioni si tratta di una semplice sospensione di esecuzione della pena di carcere, il quale, alla luce dell’esperienza in diritto penale, è considerato inefficace[xvii]. Va notato che la sospensione condizionale della pena di arresto è un beneficio legato soprattutto ad una “prognosi criminologica” favorevole nei confronti dell’autore della contravvenzione.

Prendendo in considerazione l’eccezionalità dell’applicazione della pena di arresto, limitando l’aggiudicazione di questa pena solo ai trasgressori demoralizzati, quando l’azione dell’autore della contravvenzione è caratterizzato da una particolare condannabilità, oppure quando la gravità dell’azione giustificherebbe la legittimità della pena di isolamento, l’istituzione della sospensione condizionale della pena sembra essere errata.

Un’altra sanzione menzionata dal legislatore nell’art. 18 del Codice delle contravvenzioni è la pena di restrizione della libertà. La base per la decisione della pena è la sanzione legale che trova rafforzamento nella sezione specifica del Codice delle contravvenzioni. È la pena intermedia tra la punizione di carcere e una multa. La sua durata è breve, cioè di un mese. Essa prevede di sottoporre il condannato ai seguenti:

– l’esecuzione di un servizio per la comunità, non retribuito e controllato

– oppure, nel caso delle persone lavoranti, la deduzione dal salario dal 10 al 25% della retribuzione mensile.

L’obbligo di svolgimento del lavoro socialmente utile consiste nello svolgimento dell’attività a fini sociali, non pagata e controllata. Tale attività può essere svolta in un ambiente di lavoro adeguato, nei centri di servizi sanitari, sociali, presso le organizzazioni o le istituzioni che forniscono l’assistenza a servizio caritativo o per la comunità. Il lavoro è definito nella misura di 20 – 40 ore al mese.

Questa penalità non viene sentenziata se la situazione familiare, personale o la salute del querelato impedisce o significativamente ostacola il corretto esercizio delle attività di servizio. L’orario di lavoro del sanzionato non deve superare otto ore al giorno. Sulla richiesta scritta con la motivazione del sanzionato il lavoro può essere esteso a dodici ore.

Obblighi e diritti sia del datore di lavoro, sia del punito con la sanzione oggettuale, sono disciplinati dal regolamento del Ministro della Giustizia del 1 giugno 2010 in materia dei soggetti, che sono assoggettati alla pena di restrizione della libertà e il servizio alla comunità[xviii].

La pena di restrizione della libertà è stata considerata una punizione voluta dal punto di vista d’interesse pubblico, ampiamente inteso. Essa viene inflitta con l’obiettivo di educare attraverso il lavoro e deve rendere consapevole il punito dell’etica di lavoro per i bisognosi o del significato di sostegno reso ai più deboli, e attraverso le azioni caritatevoli convincere la società che, nonostante la contravvenzione, il punito può fare il suo ritorno alla società, fare del bene e di essere accettato come il suo membro. Inoltre, il lavoro scelto in modo adeguato permetterà al punito riguadagnare autostima, dignità, fiducia in se stesso e ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni. È logico che il mandare il punito al lavoro sotto la pena di restrizione della libertà non significa di intraprendere con lui le relazioni di lavoro.

Ai sensi dell’art. 22 del Codice delle contravvenzioni, accanto ad una pena detentiva, il giudice può imporre l’obbligo di riparare il danno per intero o di chiedere scusa alla vittima. Tali azioni sottolineano la natura compensativa della pena, riconoscendo i diritti delle vittime nella fase del processo.

Secondo la sistemazione delle pene, un’altra pena per la contravvenzione è una sanzione economica. Questa penalità è un mezzo essenziale di reazione nei confronti degli autori delle contravvenzioni. La percentuale di questa pena nelle strutture delle ammende inflitte come punizione per le contravvenzioni, oscilla su 90%

Nella parte specifica del Codice delle contravvenzioni, la sanzione economica si trova in tutti – tranne uno – i tipi di pene previste dalla legge per aver commesso una contravvenzione particolare. Soltanto l’atto di accattonaggio in un luogo pubblico in modo invadente o fraudolente (art. 58 § 2 del codice delle contravvenzioni) non è punibile con una multa[xix].

La multa per le contravvenzioni viene giudicata in denaro, con un limite previsto da 20 a 5.000 zloty (da 5 euro a 1200 euro circa). Attualmente viene criticato soprattutto il limite inferiore della multa minima che non rientra nei cambiamenti dovuti allo sviluppo socio-economici in Polonia.

La multa la possiamo distinguere in pena indipendente e in multa cumulativa quando viene unita alla pena di arresto per la contravvenzione dalla quale il trasgressore ha tratto un beneficio materiale. La direttiva specifica della pena della multa richiede di tenere conto delle entrate del trasgressore al momento dell’applicazione della multa, delle sue condizioni personali e familiari, i rapporti di proprietà e i potenziali di guadagno.

E ‘ovvio che similmente all’applicazione delle altre sanzioni, dovrebbero essere prese in considerazione non solo la direttiva specifica della sanzione penale, ma anche le sanzioni direttive generali per le contravvenzioni che comprendono tra l’altro la valutazione di grado del danno sociale, il grado di colpevolezza, della prevenzione generale e speciale.

La forma elementare di esecuzione della pena è il pagamento spontaneo della multa entro 30 giorni dalla convocazione al pagamento. Nel caso di mancato pagamento entro questo termine la multa viene riscossa attraverso l’intervento dei funzionari esattoriali, oppure viene sostituita con il lavoro socialmente utile o con l’arresto.

La più mite delle sanzioni previste per la contravvenzione è il rimprovero. Questa pena ha la dimensione di condanna morale dell’autore della contravvenzione e non lo tocca nella sfera della sua libertà o della proprietà materiale.

Le condizioni per l’applicazione di questa sanzione sono descritte nell’articolo 36 § 1 del Codice delle contravvenzioni, che indica che tale punizione può essere disposta solo nel caso quando la natura e le circostanze della tr asgressione o delle caratteristiche personali permettono di presumere che l’applicazione di questa pena sia sufficiente per formare nell’autore della contravvenzione il rispetto per le leggi e per le regole delle relazioni sociali.

Il Codice delle contravvenzioni prevede la possibilità di sentenziare questa pena come pena elementare e anche nell’ambito dell’istituzione straordinaria di mitigazione della pena. Attualmente, la pena è presente in 70 sanzioni, compresa sempre in alternativa con un altra punizione, di solito con una pena di una multa

Questa forma di punizione possiede senza dubbio il carattere soprattutto educativo e può essere applicata agli autori delle contravvenzioni minori. L’ammonizione ha una forma simbolica e può essere significativa per i trasgressori che mantengono la sensibilità per il sistema di valori approvato in una data società[xx].

Questa pena viene applicata agli autori delle azioni involontarie, nei confronti dei quali esiste una previsione criminologica positiva, ovvero che in futuro non compieranno le contravvenzioni. Per tali autori è sufficiente il solo fatto di essere stati portati davanti a un tribunale. Ovviamente dalla punizione di rimprovero vengono escluse le contravvenzioni che possiedono il carattere di delinquenza[xxi].

La legge sulle contravvenzioni realizzando il suo compito nella lotta contro gli atti illeciti e contro il comportamento delle persone socialmente dannose, utilizza le sanzioni stabilite nel Codice delle contravvenzioni. Le sanzioni sono l’afflizione applicata all’individuo attraverso la coercizione dello Stato.

Il basso livello di danni sociali causati dalle contravvenzioni comporta la reazione dello Stato molto più mite per questi atti.

Tuttavia, l’analisi delle sanzioni per le contravvenzioni riportata in alto indica la necessità del loro irrigidimento in modo che i fini delle punizioni possano essere realizzate, in particolar modo le sanzioni economiche che sono più comunemente applicate per le infrazioni di cui il limite inferiore non entra alle attuali condizioni socio-economiche.

Note

[i]G.U. N. 12, pop. 114 con ulteriori cambiamenti

[ii]G.U. N. 88, pop.553 con ulteriori cambiamenti

[iii] La contravvenzione è un atto di colpevolezza, socialmente dannoso, proibito sotto la minaccia della pena prevista dal decreto.

[iv] A. Marek, Pojęcie prawa karnego, jego funkcje i podział, [in]A. Marek [a cura di], System Prawa Karnego. Tomo 1. Zagadnienia ogólne, Warszawa 2010, p. 34.

[v] Tak A. Marek, Prawo karne w pytaniach i odpowiedziach, Toruń 2001, p. 141.

[vi] M. Bojarski, A. Płońska, Z. Świda, Podstawy materialnego i procesowego prawa o wykroczeniach, Wrocław 2012, p. 92.

[vii]Ibidem, p. 93.

[viii]M.Melezini, Kary i środki karne. Poddanie sprawcy próbie. Tomo 6., [in] System prawa karnego. M. Mlezini[a cura di], Warszawa 2010, p. 66.

[ix] Prawo o Wykroczeniach (progetto), Warszawa 1970, p. 106.

[x] W. Radecki,[in] M. Bojarski, W. Radecki, Kodeks wykroczeń. Komentarz, Warszawa 2006, p. 282.

[xi] M. Bojarski, [in] M. Bojarski, Z.Świda, Podstawy prawa materialnego i procesowego o wykroczeniach, Wrocław 2008, p. 98-99.

[xii] Por. M. Melezini, Inne rodzaje kar…, op. cit., p. 362, A. Gubiński, Prawo karno-administracyjne, Warszawa 1973, p. 183.

[xiii] M. Melezini, Inne rodzaje kar…, op. cit., p. 362, cfr.A. Gubiński, Prawo karno – administracyjne, p. 186, Prawo wykroczeń, p. 122.

[xiv]La recidiva speciale nelle contravvenzioni avviene quando l’autore della contravvenzione minima, punito in precedenza almeno due volte, ha commesso un’altra contravvenzione volontaria nell’arco di anni dall’ultima punizione e in precedenza è già stato condannato per altre contravvenzioni simili. (art. 38 Codice delle contravvenzioni.)

[xv] L’art. 25 del Codice delle contravvenzioni è stato cambiato con il decreto del 16 settembre 2011. Il codice penale esecutivo e alcuni altri decreti. (G.U. 2011, N. 240, pop. 1431), entranto in vigore 01.01.2012.

[xvi] A. Marek, Prawo wykroczeń (materialne i procesowe), Warszawa 2004, p. 80-81.

[xvii] A. Marek, Prawo wykroczeń…, op. cit., Warszawa 2004, 108.

[xviii] G. U. N. 98, pop. 634.

[xix] M. Mellezini, Inne rodzaje kar…, op. cit., p. 345.

[xx] T. Bojarski, Polskie prawo wykroczeń. Zarys wykładu, Warszawa 2003, p. 124.

[xxi] Conformemente all’art. 47 § 5 del Codice delle contravvenzioni per l’atto di delinquenza si comprende l’atto che volontariamente colpisce l’ordine o la quiete pubblica o volontariamente danneggia o distrugge il bene sociale, se l’autore del reato agiva pubblicamente e senza il motivo o per il vago motivo, dimostrando in questo modo l’oltraggio delle elementari norme dell’ordine legale.