Diritto

L’AgCom contro la pirateria online. Consultazione pubblica fino al 25 settembre

di Micol Nantiat

Lo scorso 25 luglio l’Autorità Garante delle Comunicazioni (AgCom) ha approvato la bozza dell’enforcement del diritto d’autore al fine di contrastare la pirateria digitale con la Delibera n. 452/13/CONS e relativo Allegato A. Fino al 25 settembre è quindi aperta la consultazione pubblica in materia.

Cosa si propone? Meno repressione e più tutela dei contenuti digitali. L’idea è di ostacolare la pirateria del peer-to-peer (P2P) che svolge attività a fini di lucro e salvaguardare gli utenti finali che svolgono attività di download. In particolare, la bozza propone la “rimozione selettiva o disabilitazione dell’accesso ai contenuti illeciti” evitando tuttavia la censura alla libertà di espressione e facendo prevalere i principi di gradualità e proporzionalità. In questo modo il nuovo regolamento mira a promuovere la libertà su Internet punendo chi commette “violazioni esercitate con finalità di lucro”. Procedimento solo su istanza del soggetto legittimato, e non d’ufficio, tempi del procedimento ridotti a 10 giorni, a fronte dei 45 ordinari e, in caso di violazione accertata del diritto d’autore, emanazione di un ordine rivolto agli Internet Service Provider di far cessare la violazione stessa.

Il regolamento verrebbe applicato ogni qualvolta venga segnalato un sito web con un’opera pirata. Inizialmente si richiede al titolare del sito web di eliminare tale contenuto illecito; in caso di mancato successo, occorre esaminare la provenienza del server su cui si appoggia il sito stesso. Se il server è italiano, l’hosting provider riceverà una richiesta di rimozione del contenuto digitale; al contrario, se il sito è ospitato su server stranieri, i provider saranno invitati a modificare i sistemi DNS (Domain Name Server) utilizzando la tecnologia Deep Packet Inspection (DPI) così da impedire l’accesso al sito web. Questo sistema permette di evitare la censura poiché non si richiede di bloccare l’indirizzo IP del sito estero. E’ necessario tenere presente, tuttavia, dati esemplificativi: dall’inizio dell’anno, la lotta alla pirateria prevista dal Regno Unito tramite uno schema molto simile ha fatto sì che Google ricevesse 100 milioni di richieste di rimozioni link. L’enormità delle richieste rivela immediatamente l’impossibilità della gestione di un sistema del genere.

Il dibattito sulla questione è acceso e fornisce spunti interessanti e contrastanti. La Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI), ad esempio, ritiene che la bozza dell’AgCom sia “in linea con l’obiettivo di colpire quelle iniziative illegali che danneggiano seriamente lo sviluppo dell’offerta digitale di musica”. In particolare, il Presidente Mazza ricorda che “con un mercato della musica online che sfiora in Italia il 40% e con un’offerta sempre più vasta, è fondamentale colpire la concorrenza parassitaria di portali abusivi”. Similmente, il Presidente di Confindustria Cultura Italia (CCI) sottolinea che “questo potrebbe cambiare la storia dello sviluppo dell’economia digitale nel nostro Paese. Mi sembra che lo schema contenga tutti i presupposti per operare una seria, efficace e non invasiva azione di contrasto alla pirateria online che consentirebbe l’inizio di una nuova era nello sviluppo dell’offerta legale di contenuti digitali”.

Al contrario, Assoprovider ha definito il regolamento un provvedimento “ammazza internet“, soprattutto per quanto riguarda l’impatto economico sui provider piccoli e medi. Sebbene l’AgCom descriva il testo come “non repressivo”, in realtà punisce severamente blog e forum, sino a penalizzare con la cancellazione immediata anche i forum che incoraggino la fruizione di opere digitali senza il permesso dei titolari dei diritti d’autore. Inoltre si denuncia il fatto che l’AgCom non sia legittimata a legiferare in materia: l’Agenzia acquisisce un potere che giuridicamente spetterebbe solo alla magistratura. A tale riguardo anche il Commissario AgCom Maurizio Dècina ha confermato la necessità di promulgare una normativa sul copyright online al fine di sancire o meno la competenza dell’Agenzia nel prendere decisioni vincolanti legate a internet e/o hosting provider.

Inoltre, per quanto riguarda l’applicazione del regolamento, c’è chi ricorda che l’utente downloader non è affatto indenne, in quanto la filosofia del filesharing consente generalmente il download solo in seguito a upload.

Gian Battista Frontera, Vice Presidente di Assoprovider, ricorda oltretutto che richiedendo ai server provider di utilizzare la tecnologia DPI si renderebbe visibile anche il traffico internet di utenti non incriminati, infrangendo il diritto al segreto epistolare e dei dati sensibili. Infatti l’IP suddivide il file in questione in datagrammi, i quali raggiungono la destinazione attraverso la Rete e vengono ricostruiti dallo stesso protocollo. Il DPI intercetterebbe il flusso di tutti i dati immessi nella Rete così da ricostruire il file incriminato, controllando tuttavia anche i dati di altri utenti. FIMI e CCI controbattono che “le misure proposte in consultazione sono quelle previste dal decreto legislativo n. 70/2003 (rimozione selettiva o disabilitazione dell’accesso ai contenuti illeciti) e saranno improntate a gradualità e proporzionalità, tenendo conto della gravità della violazione e della localizzazione del server“.

Assoprovider sottolinea anche che piccoli e medi provider dovranno necessariamente dotarsi di tecnologia DPI, con costi notevoli al fine di mantenere la qualità del servizio. Considerando che il piccolo/medio operatore è quello che ad esempio fornisce un servizio sul territorio quale accesso wifi, adsl e fibra, obbligatorietà a fare fronte a investimenti consistenti in termini di tecnologia porterà ad una falcidia di operatori con un ulteriore impoverimento del sistema Italia sia dal punto di vista economico che qualitativo.

La bozza di provvedimento mira quindi alla trasparenza del dibattito pubblico della bozza stessa per consentire la partecipazione di tutti gli stakeholder, l’aspetto educativo e dissuasivo per spiegare che esistono alternative legali al P2P, la promozione dell’offerta di opere legittime anche sostenendo nuove forme di licenze condivise e aperte. Tuttavia le questioni emerse nel dibattito in corso sollevano dubbi e problemi rilevanti. Entro fine settembre sarà possibile fare un’ulteriore analisi e capire quale approccio l’AgCom intende perseguire.

Riferimenti legislativi:

Delibera n. 452/13/CONS del 25 luglio 2013, Schema di regolamento in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica e procedure attuative ai sensi del Decreto Legislativo 9 aprile 2003, n. 70.