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pedofilia

(di Jolanta Grębowiec-Baffonii)

Sinossi: Il dinamico progresso della tecnologia informatica e le possibilità della veloce e globale diffusione dei dati, l’opportunità dei viaggi e degli incontri virtuali, indubbiamente presentano dei vantaggi culturali, sociali ed economici in ogni settore della vita. Tuttavia, la tecnologia sviluppata universalmente è anche l’occasione per la realizzazione degli atti criminosi, i cui autori, per l’imprevedibilità della diffusione e volatilità dei comunicati, molto spesso non vengono identificati. Fra diverse possibilità dei crimini in internet sicuramente uno dei più gravi e dei più preoccupanti è l’introduzione in circolazione e la diffusione del materiale pornografico dei bambini che diventano vittime non solo della violenza della propria immagine come persona, ma spesso anche degli abusi fisici che avvengono in risultato di scambio delle fotografie, dei film e delle informazioni trasmesse tra i pedofili. In questo articolo si proverà di svolgere l’analisi dell’attività dei pedofili e della crescenti possibilità di prevenzione e di identificazione di questo reato nella rete virtuale, che spesso diventa l’inizio di una serie dei reati reali.

Introduzione
Negli ultimi decenni siamo osservatori e diretti partecipanti di un veloce sviluppo tecnologico che comporta i cambiamenti dinamici e imprevedibili in ogni settore della vita. Le fantasie ai confini della magia sono diventate la realtà presente e toccabile. Oggi non è nemmeno immaginabile svolgere le attività più semplici senza adoperare la tecnologia e il mondo virtuale. Senza muoversi dalla poltrona possiamo raggiungere i posti più lontani, accedere agli archivi e alle biblioteche, riunirsi con persone lontane, fare conoscenze nuove, conoscere luoghi nuovi e svolgere trattative.

La tecnologia avanzata presenta i vantaggi in ogni settore della vita, non escludendo quello criminale. Infatti, se da una parte il dinamico mondo virtuale offre i vantaggi di condivisione e di attiva partecipazione nell’incontro virtuale, da un’altra presenta i seri rischi di violazioni di vario tipo non solo a danno dei destinatari e degli emittenti delle informazioni, ma molto spesso a danno delle persone che non hanno nessun tipo di rapporto con il mondo virtuale.

Gli autori di questi reati agiscono con la consapevolezza di una vaga possibilità di essere puniti: la facilità con la quale è possibile “apparire” e “sparire” in rete, la semplicità di entrare in contatto immediato con un vasto numero di utenti con un click e la difficoltà di controllare tali azioni, sono la causa di un elevato numero di violazioni e di crimini in rete che per loro “fugaccia” spesso rimangono impuniti. “Le tecnologie utilizzate per la gestione di una rete telematica non sempre consentono, infatti, di identificare a posteriori l’utente che abbia compiuto una determinata attività”ii. Anche nei casi quando risulta possibile a risalire all’indirizzo IP (Internet Protocol), diverse cause possono impedire una corretta identificazione del responsabile: “false dichiarazioni rese dall’utente al provider in merito agli estremi della propria identità; uso illecito di id e password per l’accesso alla rete; fino ad arrivare alla comune ipotesi in cui un medesimo elaboratore collegato alla rete venga utilizzato da più soggetti”iii. Le difficoltà di risalire all’autore del reato si presentano più complesse nel caso di utilizzo dei siti anonymous remailer che permettono di navigare in rete in modo anonimo, ciò rende più difficoltosa identificazione dell’utenteiv.

Fra le violazioni più frequenti elencati dagli esperti dei crimini informatici, sono soprattutto: frode, molestie, terrorismo ed estorsione informatica, diritti d’autore, diffusione e divisione di contenuti sensibili, guerre informatiche, la diffusione e la condivisione dei contenuti sensibili. Ogni persona che entra in contatto con il mondo virtuale diventa una potenziale vittima dei crimini informatici, tuttavia i più vulnerabili sono i più giovani utenti dell’internet.

I bambini e i rischi della rete

La diffusione e la condivisione dei contenuti sensibili sono le azioni che possono ledere l’immagine e la riputazione della persona e del suo ambiente, tuttavia non sempre sono illegali. Il confine fra l’illegittimo e il legittimo è a volte molto sottile e nonostante diverse ed articolate regolazioni normative molte volte si cade nelle contraddizioni nella difesa delle persone offese e della loro immagine. La violazione dei contenuti sensibili è delitto in ogni caso di diffusione di odio, blasfemia, sovversione politica.

Il “potere” della rete è particolarmente nocivo nel caso di diffusione e di condivisione del materiale pedopornografico e pornografico dei minori. Il possedimento e la trasmissione del tale materiale è il reato in se stesso, in quanto lede l’innocenza e la libertà del bambino, lo espone alla violenza psicologica e fisica. Le fotografie e i filmati dei bambini sottoposti alla pornografia e agli atti sessuali sono i documenti dei reati realmente avvenuti, nei luoghi reali, con le persone reali. “C’è la forte sensazione che internet sia diventato un mezzo importante per lo sviluppo di circoli pedofili di tutto il mondo, e recenti condanne negli Stati Uniti e nel Regno Unito hanno mostrato che il mezzo è ampiamente usato dai membri di questi circoli per condividere le esperienze e per trafficare immagini pornografiche di bambini”v. Il bambino è particolarmente vulnerabile e incapace di difesa nei confronti dell’adulto che, entrando in sintonia con il minorenne, abusa della sua fiducia facendogli partecipare ai “giochi erotici” fino a fargli concedere ai rapporti sessuali. Questi reati, filmati o fotografati e diffusi in rete, diventano substrato per le fantasie degli altri pedofili e per i nuovi reati di stupro sui bambini.

La pedofilia come disturbo mentale

La pedofilia viene classificata al gruppo delle deviazioni nelle preferenze dell’oggetto del desiderio sessuale e il modo di soddisfare tale bisogno avviene attraverso il contatto con il bambino nell’età prepuberale. Tuttavia non tutti gli stupratori sono pedofili, ma anche soggetti che hanno difficoltà di trovare il partner sessuale fra le persone adultevi. La preferenza del limite di riferimento di età dei bambini oscilla generalmente tra gli 11 e 13 anni.

Nelle definizioni cliniche la pedofilia determina alcuni disturbi della preferenza sessuale, che appartiene ad una tipologia di parafilia. Il termine “parafilia” trattato per la prima volta dal DSM III Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali, definisce la deviazione dalla vita sessuale: ovvero la deviazione (para) dipende dall’oggetto da cui la persona è attratta (filia)vii.

Secondo la DSM-5 la pedofilia significa una anormale preferenza sessuale che a volte, ma non sempre, si può presentare in diverse forme. L’espressione “disturbi della preferenza sessuale” non indica un comportamento o un’azione disturbata, ma uno stato, una tendenza, che può o no manifestarsi nell’atteggiamento del soggetto adulto nei confronti del soggetto desideratoviii.

Il prof. David Finkelhor, direttore del Centro di Ricerca dei crimini contro i bambini presso l’Università del New Hampshire, dal 1977 studia i problemi di vittimizzazione del bambino, maltrattamento e violenza in famiglia. Occupandosi di reazioni delle vittime degli abusi, lo studioso ha individuato i tipi di processi adattivi che il bambino può mettere in atto nelle condizioni di violenza e ha specificato quattro elementi che possono evolversi e riversarsi nell’età adulta della vittima, in risultato del trauma della violenza sessuale. Questi fattori sono: la sessualizzazione traumatica, il tradimento, la stigmatizzazione e il senso di impotenza.

La sessualizzazione traumatica avviene in risultato di una prematura e inappropriata acquisizione dell’esperienza sessuale. I bambini che solitamente vengono ricompensati per la loro collaborazione nei giochi sessuali con gli adulti (in cambio di fedeltà, affetto, interesse e soprattutto silenzio e complicità), sviluppano il concetto distorto della sessualità. E’ indubbia la nocività di queste manipolazioni affettive dei bambini che possono originare gli atteggiamenti sessuali inappropriati con l’uso del sesso come strumento di manipolazione.

Il tradimento si sviluppa nel bambino come risposta al contesto di una relazione di fiducia che sfocia alla dipendenza dallo stupratore che mostra l’affetto al fine di soddisfare i propri impulsi sessuali. Di conseguenza la dipendenza comporta l’incapacità di liberarsi dalla situazione riprovevole nella quale il bambino incolpa sé stesso, sviluppando la stigmatizzazione, ovvero una reazione di ripugno alla propria condotta con la paura di essere rimproverato se scoperto. Il senso di impotenza si sviluppa quando il bambino, minacciato o ricattato, viene costretto con forza a sottomettersi ad un’attività sessuale non desiderata, che viene vissuta come violenza alla propria totalità come personaix.

Studiando le motivazioni degli abusi negli adulti Finkelhor ha fatto emergere quattro gruppi dei fattori responsabili che fanno spingere il soggetto verso l’attività sessuale con i bambini:

Congruenza emozionale – attrazione sessuale verso il bambino alla ricerca di essere gratificato e soddisfatto emotivamente. Secondo alcune teorie fra l’adulto e il bambino esiste un livello simile dei bisogni e dei comportamenti quindi esiste una “congruenza emotiva”. Altre teorie cercano di mettere in luce non solo l’immaturità del soggetto adulto ma anche un senso generale di poca stima di se stessi e un senso di inferiorità nei loro rapporti sociali.

Stimolazione sessuale nei confronti del bambino – si cerca di comprendere perché alcuni adulti sono eccitati dai bambini. Alcune teorie ritengono che molte persone che hanno avuto esperienze sessuali precoci possono eccitarsi maggiormente dai bambini, ma probabilmente la loro inclinazione è determinata dalle circostanze traumatiche associate agli abusi subiti nell’infanzia. Infatti, molti studiosi trovano alte percentuali di vittimizzazioni sessuali nella fanciullezza dei pedofili.

Blocco sessuale nei confronti di persone adulte – le motivazioni dei blocchi si cercano sul terreno psicoterapeutico, nei conflitti subiti nell’infanzia con le madri o nell’ansia di castrazione, che si riversano sulla sessualità nell’età adulta. Alcune volte le ricerche si associano ad un trauma dovuto ad un primo comportamento sessuale vissuto negativamente dal pedofilo.

Disinibizione, ovvero la scomparsa di freni sociali e di controllo dell’impulso sessuale nei confronti dei bambini – si cerca di trovare le risposte alle domande perché l’inibizione convenzionale contro il sesso con i bambini non è presente in alcun adulti. In alcuni pedofili sembra infatti configurarsi un più alto livello di accettabilità per alcuni comportamentix

La relazione sessuale con il bambino non deve necessariamente avvenire nella relazione diretta ma può avere anche il carattere reale o immaginario (fantasie erotiche)xi. Molti pedofili appagano i loro desideri devianti masturbandosi, oppure possono limitarsi a spogliare e guardare o accarezzare il bambino. In altri, il desiderio può spingersi oltre fino alla penetrazione vaginale, orale o anale del bambino o della bambina. “Le penetrazioni possono essere fatte col pene, ma anche con corpi estranei e oggetti. I suddetti comportamenti possono avvenire in un clima assente da violenza o caratterizzato da estrema aggressività. Il pedofilo giustifica queste pratiche ritenendole educative e pedagogiche per il bambino che, oltre ad essere iniziato alla sessualità, ne ricaverebbe, secondo la sua mentalità, piacere”xii. La vittima può appartenere al proprio nucleo familiare (figlio, figliastro, nipote, etc.) o essere un estraneo (sconosciuto, allievo, etc.). Solitamente nella pedofilia non vi è violenza e il pedofilo si mostra attento ai bisogni del bambino per ottenere in cambio fedeltà, affetto, interesse e soprattutto silenzio e complicitàxiii.

La pedofilia come problema sociale

I problemi sociali vengono considerati dal punto di vista interdisciplinare e superano l’ambito della scienza convenzionale, toccando il mondo soggettivo degli individui abitanti le concrete realtà sociali. Tuttavia proprio la sociologia è la disciplina che offre gli strumenti di verifica e di misurazione dei fenomeni all’interno delle collettività e presenta un fondamento scientifico teorico e metodologico idoneo a esporre il problema e a portarlo al livello del problema sociale.

Genericamente parlando i problemi sociali sono “i fenomeni che provocano un determinato riscontro nella consapevolezza delle persone di una determinata collettività o di una società”xiv e che vengono percepiti sia dagli studiosi che dall’opinione pubblica come disfunzionali e socialmente dannosi. Nella sociologia esistono diverse definizioni dei problemi sociali. Ronald W. Maris ritiene che l’analisi dei problemi sociali può essere eseguita sia dalla prospettiva oggettivistica che soggettivistica. La prospettiva oggettivistica tratta una forma oggettiva e il carattere del fenomeno che genera il problema, invece la prospettiva soggettivistica permette di concentrarsi sulle reazioni delle persone di fronte a una situazione concreta, nella quale si trovanoxv.

Secondo Marek Mlicki, le determinate caratteristiche della società classificabili come patologiche o problematiche, non esistonoxvi. Invece Elżbieta Hałas aggiunge, che tali caratteristiche prima devono “essere socialmente riconosciute e condivise, per poter sorgere [nella consapevolezza collettiva] e in questo modo la definizione pubblica decide sulla distinzione del problema sociale”. I fenomeni, una volta distinti e definiti dalla società come problematici o patologici, provocano un particolare impegno intellettivo ed emotivo e le reazioni che comportano un principio di attività collettive di contromisurexvii.

Il concetto del problema sociale comprende una vastità di fenomeni fra i quali indubbiamente la pedofilia occupa uno dei posti più preoccupanti. Secondo la concezione di Paul B. Horton e di Gerald R. Lesliexviii, il problema sociale è:

  1. un fenomeno indesiderato e socialmente problematico (per motivi della sua dimensione, frequenza, il carattere delle conseguenze, ecc.).

  2. riguarda una significativa parte della società (la questione problematica deve verificarsi nella consapevolezza sociale e sviluppare un’opinione critica, in questo modo il fenomeno che esiste oggettivamente muta nel problema sociale percepito soggettivamente),

  3. viene valutato come possibile da superare (la convinzione di poter superare il problema aumenta un autentico impegno dei membri della società e l’elaborazione delle direttive pratiche volte alla sua eliminazione o alla riduzione dei suoi risultati negativi).

  4. il superamento del problema è possibile attraverso le azioni collettive (è indispensabile non solo l’attività degli specialisti del settore ma anche un sostegno sociale di massa dovuto alle modalità simili di interpretazione del fenomeno).

Negli ultimi anni il fenomeno della pedofilia viene sollevato abbastanza frequentemente da numerosi mezzi di trasmissione, tuttavia i dati riportati da diverse associazioni e istituzioni che si occupano della lotta contro lo sfruttamento fisico e psicologico dei minori, dimostrano che la problematica è molto più vasta e preoccupante. Di fronte alle sproporzioni fra le informazioni riportate sporadicamente dai mass media e i dati concreti presentati dalle enti impegnate nella lotta contro la pedofilia, sorge la domanda in che grado le singole istituzioni e le persone sono interessate e predisposte a intraprendere le azioni volte alla eliminazione del fenomeno della pedofilia e alla riduzione delle sue conseguenze.

Herbert Blumerxix ritiene che un fenomeno concreto potrà originare le eventuali disposizioni volte a intraprendere le attività di carattere correttivo, soltanto quando verrà concepito nella coscienza collettiva e quando verrà elaborato soggettivamente. Nel processo di determinazione dei problemi sociali Blumer distingue cinque fasi:

  • il concepimento del problema,

  • la validazione,

  • la mobilizzazione all’azione,

  • la formulazione di un piano formale di azione,

  • la realizzazione empirica del piano.

Il concepimento del problema e la vastità del fenomeno

La relazione al Parlamento Italiano sugli abusi sessuali rivela i dati terrificanti riguardanti la vastità della pedofilia. “Ottanta casi su cento di abusi sessuali su bambini e ragazzi avviene ad opera di un parente: genitori, nonni o zii”xx. E’ incredibile quanto spesso l’ambiente familiare, sinonimo di protezione e di amore, diventa il luogo degli abusi inflitti ai piccoli dalle persone più care.

Da molti anni, e particolarmente dal 2002, la coscienza pubblica viene scossa dalle notizie su abusi sessuali o su materiale pedopornografico da parte dei rappresentanti della chiesa. Questi fatti, comunemente conosciuti e ai quali assistiamo con l’impotenza, sono particolarmente sconvolgenti e dolorosi per ogni persona, in quanto realizzati dagli uomini che nella società godono di massima autorevolezza e di fiducia in quanto messaggeri della parola di Dio.

Più frequentemente di quanto si creda, prostituzione dei minori e pedofilia sono gestiti da sette sataniche.“I bambini abusati hanno un’età compresa tra gli 0 ed i 6 anni e il numero degli stupratori presenti [ai riti] sembra essere elevato, con particolare presenza di familiari e di donne abusanti.[…] L’abuso sessuale rituale, non sembra essere legato alla gratificazione sessuale, quale scopo dell’atto, ma al sacrificio del bambino al demonio”xxi.

Nonostante le comuni opinioni che la pedofilia riguarda specialmente i maschi, i dati raccolti da Petrone e Troiano mostrano che i casi della pedofilia femminile sono altrettanto numerosi. Probabilmente l’argomento finora non è emerso poiché la pedofilia femminile extrafamiliare “preferisce nutrirsi in luoghi lontani. Le mete di abbordaggio preferite sembrerebbero: Cuba, i Caraibi, la Giamaica, il Brasile e la Thailandia”xxii. Mentre gli uomini pedofili che si recano nei luoghi esotici, prevalentemente trovano i loro “clienti” sul momento, le donne pedofile possono contare sui bambini maschi inclusi nel “pacchetto completo” delle offerte degli alberghi specializzati. Molti di questi bambini subiscono le ripetute torture con le iniezioni ormonali agli organi sessuali che permettono di raggiungere le dimensioni dei genitali soddisfacenti per le prestazioni sessuali con le signore. I dati dimostrati dagli autori rivelano l’orrore della pedofilia femminile che oltre all’innocenza dei bambini distrugge la loro fisicità e gradualmente la vitaxxiii.

Il fenomeno taciuto da questi paesi, appare essere trattato con naturalezza dalle famiglie povere nelle quali la prostituzione del bambino diventa una fonte di sopravvivenza. “Molti dei bambini non risultano all’anagrafe, vivono una breve vita d’inferno presto consumata da malattie e violenze, e la loro scomparsa non viene neanche registrata”. In questi paesi nessuno fa nulla per denunciare questo problema, “i pregiudizi negativi che descrivono tali società come luoghi dove tutto è permesso a chi ha soldi, cosa peraltro realistica, finiscono per legittimare azioni che nessuna persona normale si azzarderebbe mai a giustificare nel proprio paese d’origine”xxiv. La Commissione Europea che ha organizzato a Bruxelles il primo meeting continentale riguardante la lotta alla pedofilia nel turismo denuncia la mancata informazione della pedofilia nei paesi terzi e il disprezzo più o meno conscio verso le persone dei paesi terzixxv.

Ovviamente i viaggi dei pedofili, oltre a soddisfare i loro desideri sessuali, sono occasioni per acquisire il materiale pedopornografico. “Data l’estrema ampiezza di tipologie di reati, che talvolta non richiedono nemmeno il contatto fisico col bambino (es. esibizionismo, riproduzione di materiale pedopornografico, ecc.), la diffusione dei reati di pedofilia è considerata elevatissima […] e il fenomeno si diffonde sempre di più anche su Internet”xxvi, procurando altissimi profitti ai criminali.

Pedofilia nel mondo virtuale

La produzione di materiale pedo-pornografico avviene in diversi modi. Di solito, oltre alla vittima stessa, sono presenti lo stupratore e un’altra persona che riprende l’abuso, comunque in molti casi l’abusante stesso filma la scena durante l’atto sessuale con il bambino. Ai bambini viene imposto di toccarsi impudicamente e sorridere per dare l’idea del piacere, dell’accettazione del “gioco sessuale” con l’adulto.

La distribuzione delle immagini avviene in cerchie ristrette attraverso i canali privatissimi, difficili da penetrare e molti di loro sono i canali di tipo commerciale. Nel primo caso, gli autori sono spesso coinvolti anche nella produzione delle immagini, si tratta di persone adulte che sono interessate sessualmente ai minori, che molto probabilmente contribuiscono nella produzione delle immagini, che poi verranno condivise con gli altri membri. Invece nel secondo caso l’unico interesse è il commercio delle immagini pornografiche dei bambini, dalla cui produzione e distribuzione gli sfruttatori traggono i profittixxvii. Non è possibile definire l’ampiezza del fenomeno della diffusione della pornografia infantile in internet. Le infinite possibilità di comunicazione in rete permettono di pubblicare una grande quantità di materiale nei siti conosciuti solamente ad alcune persone, con la chiusura dei canali e garantendo agli utenti l’anonimato. Nei gruppi di discussione avvengono gli scambi delle fotografie pedopornografiche e pornografiche dei bambini, con continui aggiornamenti delle fotografie dei bambini adescati nella rete con promesse e regali. L’internet presenta moltissimi vantaggi per produttori e consumatori della pornografia infantile: si raggiunge gli interessati in modo istantaneo e ampio, con la possibilità di aggiornare e fornire sempre le immagini di qualità molto alte e meno costose rispetto ai cataloghi cartacei.

Gli utenti che diffondono il materiale illegale, avendo dalla loro parte le soluzioni tecnologiche rassicuranti l’anonimato, molto spesso rimangono impuniti. Le reti del mondo virtuale sono un canale di passaggio e di commercio della pornografia infantile con annunci di scambio e di acquisti del materiale e delle informazioni sui bambini che diventano potenziali vittime degli abusi sessuali. I crimini vengono facilitati per la diffusione di internet e di programmi informatici che permettono il cd. “file sharing”, ossia lo scambio di file tra utenti connessi tra loro mediante appositi server e soprattutto della sua fruizione on-line. Con giri di affari l’internet diventa il luogo di incontro e di fondazione delle reti organizzate di pedofilia specializzata nel libero scambio di materiale pornografico.

I produttori o i mandatari della pornografia infantile sono fornitori che vanno incontro ad una richiesta. Questo naturalmente porta a fare pubblicità: la disponibilità del bambino usato nella produzione del materiale pornografico, cataloghi dove vengono mostrati i ritratti dei bambini e specificata la loro età, la nazionalità, gli attributi fisici e le preferenze sessuali”xxviii.

Per accedere ai canali di internet gestiti dai gruppi organizzati, i pedofili utilizzano i messaggi criptati e le parole d’ordine, apparentemente innocenti. In gruppi di discussioni formalmente “innocui” si possono trovare gli annunci di acquisto o di permuta delle cassette video, film e fotografie di genere “Lolita”, nome preso dal titolo del romanzo di V.V. Nabokov, pubblicato nel 1955, che suscitò scandalo per il contenuto immorale della storia del rapporto pedofilo e incestuoso.

Molti destinatari della pornografia infantile, compresi i pedofili, usano le immagini degli atti sessuali dei bambini “come una forma di evasione dalla realtà, e per loro la pornografia è un fine che non va più lontano dalla masturbazione. Ci sono quelli che, comunque, osservano la pornografia infantile perché affermano che serve a stimolare il desiderio sessuale inteso come preludio per attività sessuali reali con i bambini”xxix.

Le immagini pedo-pornografiche posso essere utilizzate durante il grooming, ovvero la tecnica in cui l’adulto potenziale abusante, “cura” la potenziale vittima inducendo gradualmente il bambino o bambina a superare le resistenze attraverso tecniche di manipolazione psicologica. Le immagini servono a convincere i minori di lasciarsi andare ad azioni di tipo sessualexxx.

Oltre alle immagini pedo-pornografiche realizzate durante gli atti sessuali esistono le cosiddette immagini di “child erotica”, dove i bambini posano con atteggiamenti di natura chiaramente sessuale espliciti, (possono essere ripresi anche vestiti e/o semivestiti), o in alcuni casi viene posta particolare attenzione nel raffigurarne i genitali, senza subire nessun abuso sessuale. Esistono, inoltre, immagini realizzate con tecniche digitali, le immagini di pedo-pornografia virtuale, costruita artificialmente con gli strumenti informatici, senza la partecipazione diretta dei bambinixxxi.

Le immagini dei bambini coinvolti nelle scene di sesso, o semplicemente nudi, costituiscono il mezzo di ricatto per i bambini stessi, costringendogli al silenzio e alla continuazione della loro condizione di vittime. Inoltre esistono le prove che la pornografia infantile viene usata come mezzo adoperato dagli omosessuali per il reclutamento dei ragazzi giovanixxxii.

Una modalità di ricerca e di adescamento dei bambini “nuovi” nella rete della pedofilia consiste nella penetrazioni delle persone giovani nelle conversazioni chat dei bambini. Il primo incontro in rete con uno sconosciuto deve far scaturire nel bambino la convinzione di poter contare sull’amico più grande. Gradualmente, con i prossimi incontri in rete, il rapporto sfocia in fiducia e da quel momento è più facile persuadere la futura vittima del “gioco piacevole” al quale dovrebbe concedersi in cambio di regali ma anche, e forse soprattutto, di affetto mancante in famiglia.

Le infinite e imprevedibili possibilità dell’Internet hanno raggiunto la pornografia infantile con la videoconferenza “ad un livello così alto che riesce a dare l’impressione di una realtà virtuale tridimensionale, permettendo all’osservatore di partecipare attivamente e dare consigli su come si dovrebbe svolgere la scena”xxxiii.

I dati

Molti ritengono che la produzione e la diffusione del materiale pornografico infantile serve anche per “desensibilizzare” la società in generale, e diffondere il messaggio che i bambini sono legittimi partner sessuali, abituando il pubblico alla presenza dei bambini nella pornografia e far diminuire così il sentimento di indignazione che normalmente si prova di fronte a tali situazionixxxiv.

I dati risultanti dalla quotidiana attività di monitoraggio della pedofilia online operata da Telefono Arcobaleno nei primi mesi del 2007, rivelano che i Paesi europei sono quelli di primario ‘appoggio’ per l’host di siti pedopornografici. Germania, Russia e Olanda ospitano oltre la metà di tutta la pedofilia mondiale, laddove l’Olanda è la capitale internazionale della pedocultura mentre San Pietroburgo è l’epicentro mondiale del pedobusiness, ovvero del traffico commerciale della pornografia infantile”xxxv. Studi effettuati da investigatori on-line suggeriscono che i siti pornografici sono tra i più visitati. Determinare la percentuale di utenti della pornografia infantile è più difficile, poiché molto spesso questo materiale è incluso nella pornografia adulta, o è protetto da dispositivi criptati che rendono la scoperta molto difficilexxxvi.

Secondo alcune fonti la pornografia minorile e lo sfruttamento dei bambini negli ultimi anni sono più che raddoppiati. “Il 2008 si chiude con un record: quello dell’anno della pedofilia online, con un incremento di circa il 140%, rispetto al quinquennio precedente. Tra l’altro, meno del 2% dei bambini ritratti nelle immagini e nei video è stato identificato in questi anni. Questo significa che il 98% delle decine di migliaia di bambini resi schiavi dalle organizzazioni criminali pedofile attende di essere salvato”xxxvii. I bambini sfruttati sono prevalentemente di razza europea (92%) come anche fruitori della pedofilia in internet (61%) e materiali pedofili allocati in rete (86%)xxxviii.

Considerando la domanda, l’uso e l’acquisto dei materiali pedofili disponibili in rete si stima un valore di 4 miliardi dollari l’annoxxxix. “Già solo il fatto che l’età media dei bambini sfruttati, stimata da Telefono Arcobaleno, sia passata dai 10 a i 7 anni è allarmante, e altrettanto lo sono i 400 clienti giornalieri di uno sito pedopornografico, il cui accesso costa mediamente 80 dollari, fruttando 34 mila dollari al giorno”xl.

Gli indagati hanno un’età media di 45 anni e appartengono a tutte le categorie: operai, professionisti, militari, fotografi, impiegati statali, imprenditori e commercianti. L’inchiesta riguarda anche centinaia di residenti dell’Est Europaxli. Fra gli arrestati nel 2008 c’è anche uno specialista informatico della Procura distrettuale di Catania: è accusato di aver diffuso in rete oltre 800 video pedofili, alcuni dei quali sarebbero riconducibili ai circuiti del turismo sessualexlii. Don Fortunato Di Noto fondatore dell’Associazione Meter osserva che in Internet c’è un vero e proprio “impianto di produzione industriale mai visto prima”: i bimbi sono come prodotti in vendita “da pagare con sistemi bancari sofisticati e del tutto anonimi. E’ impressionante la sistematizzazione ordinata delle foto, dell’età, dei video, delle misure corporali, dei set fotografici”xliii. Le bambine coinvolte provengono da tutto il mondo: Europa, Nord e Sud America, Africaxliv.

Negli ultimi anni sono state sollevate diverse critiche per l’indolenza delle autorità verso questo fenomeno. “Don Fortunato […] alcuni anni fa già ebbe a denunciare le connivenze e il clima di forti resistenze del Parlamento italiano a contrastare il turpe fenomeno della pedofilia”xlv.

Conclusioni

La violazione di ogni diritto umano è reato. L’offesa dell’intimità delle persone più deboli e indifese oltre ad essere reato è un’azione moralmente riprovevole e socialmente altamente condannata. “Quando un bambino viene filmato o fotografato in maniera sessualmente esplicita, è per definizione soggetto alla più grave violazioni dei suoi diritti umani. Ogni fotografia pornografica o filmato diventa un documento permanente di quell’abuso”xlvi.

L’art. 37 della Convenzione delle Nazioni Unite per Diritti dell’Infanzia tutela i più piccoli con l’affermazione: “Gli Stati Parte vigilano affinché nessun fanciullo sia sottoposto a tortura o a pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, Né la pena capitale né l’imprigionamento a vita senza possibilità di rilascio devono essere decretati per reati commessi da persone di età inferiore a diciotto anni”xlvii.

Negli ultimi anni la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità ha attivato l’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile. Fra le diverse attività di carattere tecnico – scientifico, finalizzate alla conoscenza del fenomeno dell’abuso e dello sfruttamento sessuale sui minori e delle relative azioni di prevenzione e contrasto che vengono attuate sia in ambito nazionale sia internazionale, l’Osservatorio acquisisce e monitora i dati e le informazioni relativi alle attività svolte da soggetti pubblici per la prevenzione e la repressione del fenomeno dell’abuso e dello sfruttamento sessuale sui minori. L’avviamento degli studi permette di comprendere le caratteristiche del fenomeno dello sfruttamento e dell’abuso sessuale sui minori sia sotto il profilo qualitativo sia quantitativo, per individuare strategie e ambiti di intervento per la prevenzione del fenomeno e la tutela delle vittime. L’Osservatorio è coinvolto in numerose attività ed iniziative promosse dai principali organismi internazionali competenti in materia di tutela dei minori dalle diverse forme di violenza e sensibili alle tematiche connesse all’universo “infanzia”xlviii.

Nella lotta con la pedofilia in rete sono coinvolte la Polizia postale, Carabinieri e le Associazioni governative e non governative che indagare sull’ampiezza e sull’imprevedibilità del fenomeno devono fare i conti con le potenzialità della rete la cui estensione, possibilità di anonimato, temporalità, giocano a favore dei criminali. Una speranza giunge dal progetto elaborato dall’Università di Milano-Bicocca, dall’Università degli Studi di Cagliari, dall’Ateneo polacco Naukowa i Akademicka Sieć Komputerowa e dalla ditta svedese Netclean Technologies in collaborazione con la Guardia di Finanza e la Polizia Postale e delle Comunicazioni, che nel 2014 si è aggiudicato un finanziamento di 400 mila euro dalla Commissione Europea (DG-HOME) nell’ambito del programma europeo volto a realizzare il software in grado di individuare malware e situazioni potenzialmente pericolose e di lanciare degli alert davanti a contenuti potenzialmente illegali, senza violare i diritti dei cittadinixlix.

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i Jolanta Grębowiec-Baffoni – Università di Wrocław, Facoltà di Scienze Sociali, Istituto di Sociologia.

ii E. Bascoli, Come difendersi dalla violazione dei dati su internet. Diritti e responsabilità, Maggioli Editore, Santarcangelo di Romagna 2012, p. 334.

iii Idem.

iv Idem.

v I. Łucka, A. Dziemian, Pedofilia–przegląd literatury, ilustracja kazuistyczna, dylematy. „Psychiatria Polska” n. 48, p. 122.

vi Idem, pp. 121-134.

vii L. Bonafiglia Pedofilia. Perché? L’esigenza di confini. Edizioni Carlo Amore, Roma 2003, p. 20.

viii M. Beisert: Pedofilia. Geneza i mechanizm zaburzenia. GWP, Sopot 2012, p. 23.

ix P. Kiembłowski, Długotrwałe skutki przemocy seksualnej u dorosłych, którzy doznali przemocy w dzieciństwie i okresie adolescencji, [in:] Przegląd Seksuologiczny, 2005; 3, pp. 5-16.

x K. Palemba, Skrzywdzone dziecko – dorosłe ofiary wykorzystywania seksualnego w dzieciństwie, [in:] A. Jodko [red.] Tabu seksuologii, Wydawnictwo Szkoły Wyższej Psychologii Społecznej “Academica”, Warszawa 2008, pp. 145-156

xi M. Beisert, Pedofilia, p. 24

xii L. Bonafiglia Pedofilia… op. cit. p. 56

xiii Idem.

xiv J. Sztumski, Problem społeczny jako przedmiot badań socjologii, „Studia Socjologiczne”, 1977, n. 3, pp. 219-220

xv R. W. Maris, Social Problems, Dorsey Press, Chicago 1988.

xvi M. K Mlicki., Procesy identyfikacji problemow społecznych, w: Socjologia problemow społecznych.

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xvii E. Hałas, Problemy nierówności społecznych w perspektywie symbolicznego interakcjonizmu,

Roczniki Nauk Społecznych”, 1987, t. 17, z. 1, p. 145.

xviii P. B. Horton, G. R. Leslie, Studies in the Sociology of Social Problems, Appleton-Century-

-Crofts, New York 1970.

xix H. Blumer, Interakcjonizm symboliczny. Perspektywa i metoda, tł. Grażyna Woroniecka, Zakład Wydawniczy Nomos, Kraków 2007

xx A.A., Pedofilia, l’orco si nasconde in famiglia, [in:] La Repubblica.it Cronaca, Roma 16.10.2000
xxi E. Giusti, E. Bianchi, Devianze e violenze. Valutazione e trattamenti della psicopatia e dell’antisocialità, Sovera Edizioni, Roma 2010, p. 208 
xxii L. Petrone, M.Troiano, E se l’orco fosse lei?, Franco Angeli, Milano 2006, p. 58

xxiii Idem.

xxiv Idem, p. 59.

xxv Idem.

xxvi A. Giannino, A denti stretti: bisogna fare molto di più contro la pedofilia [in:] IMGPress, 25.06.2007,

xxvii E. Giusti, M. Iacono, Abusi e maltrattamenti. Psicologia della cura minorile, Sovera Edizioni, Roma 2010, p. 121.

xxviii E. Giusti, M. Iacono, Abusi e maltrattamenti… op. cit., p. 123.

xxix Idem.

xxx Idem., pp. 120-121

xxxi Idem., p. 120.

xxxii Unesco, [a cura di V. Mastronardi], L’abuso dei bambini su Internet. Fine del silenzio, Armando Editore, Roma 2004, p. 86.

xxxiii Unesco, [a cura di V. Mastronardi] L’abuso dei bambini… op.cit., p. 85.

xxxiv E. Giusti, M. Iacono, Abusi e maltrattamenti…, op. cit. p., 124

xxxv A. Giannino, A denti stretti: bisogna fare molto di più contro la pedofilia [in] IMGPress  25.06.2007,

xxxvi E. Giusti, M. Iacono, Abusi e maltrattamenti…, op. cit. p. 122

xxxvii A.A. Pedofilia online, 5 arresti e 36 indagati fra i fermati uno specialista della Procura [in:] La Repubblica.it, Cronaca, 8.12.2008,

xxxviii A.A. Lo sfruttamento dei bambini negli ultimi anni sono più che raddoppiati [in:] La gazzetta del Mezzogiorno.it, 31.01.2008.

xxxix Idem.

xl Idem.

xli A.A. Pedofilia online, 5 arresti e 36 indagati fra i fermati uno specialista della Procura [in:] La Repubblica.it, Cronaca, 8.12.2008.

xlii Idem.

xliii A. Giannino, A denti stretti…, op. cit.

xliv Idem.
xlv R. Fusco, L’insospettabile mercato internazionale della pedofilia [in] Centro documentazione veri abusi, 13.04.2008
xlvi Giusti E., Iacono N., Abusi e maltrattamenti. Psicologia della cura minorile, p. 122
xlvii Unesco [a cura di] p. 85

xlviii Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri, http://www.osservatoriopedofilia.gov.it/dpo/it/attivit.wp;jsessionid=808720B37F9B5717A31010FD0F511987.dpo1

xlix A.A. Crimini online, arriva il software che setaccia la rete, Milano, 25 febbraio 2014,

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