Economia

La TTIP ‘Transatlantic Trade and Investment Partnership’ USA-UE: genesi e scenario futuro

(di Sabrina Polato)

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Nel luglio 2013 si è svolta a Washington la prima sessione negoziale per la conclusione di un accordo di libero scambio economico Usa‐UE, il Partenariato transatlantico su commercio ed investimenti (Transatlantic Trade and Investment Partnership, TTIP). La TTIP si presenta come il più ambizioso progetto transatlantico di cooperazione degli ultimi dieci anni, volto ad affrontare:

–       la questione delle barriere tariffarie e non‐tariffarie al commercio di beni e servizi;

–       l’accesso alle commesse pubbliche;

–       gli investimenti;

–       la definizione di nuovi e più ambiziosi standard in alcuni settori industriali.

 

I BENEFICI

Secondo alcune stime, la TTIP porterebbe a ricadute estremamente positive su occupazione e crescita da entrambe le sponde dell’Atlantico. I benefici della TTIP possono essere così sintetizzati:

  1. Economia più forte. Grazie all’eliminazione delle barriere all’ingresso (principalmente tariffarie), le attività economiche aumenterebbero, si stima, di 119 miliardi di euro/anno nella UE e di 95 miliardi di euro/anno negli USA, mentre la produttività aumenterebbe di 107 miliardi di euro/anno nella UE e di 71 miliardi di euro negli USA.
  2. Minore burocrazia. La cooperazione in materia doganale porterebbe ad una semplificazione delle procedure amministrative necessarie per esportare prodotti e servizi, con una conseguente maggiore efficienza, sia in termini di costi, sia in termini di tempo.
  3. Armonizzazione degli standard e protezione dei consumatori. Mediante la cooperazione su standard e regolamenti, ove possibile, si assicurerebbe da un lato un’elevata protezione nei confronti dei consumatori e, dall’altro lato, si renderebbe il “fare business” molto più semplice e veloce in entrambe le sponde dell’Atlantico.
  4. Aumento del reddito dei consumatori. Si stima che la famiglia media europea potrebbe beneficiare di un aumento del proprio reddito pari a circa il 5% annuo.
  5. Diminuzione dei prezzi al consumo. L’eliminazione delle tariffe, lo snellimento delle procedure doganali, l’uniformarsi delle norme, renderebbe i beni esportati più economici, favorendo al contempo l’introduzione di nuovi prodotti nei rispettivi mercati.
  6. Benefici per grandi e piccole aziende. Agevolando l’export e riducendo i costi del “fare business” a livello internazionale, la TTIP porterebbe concreti benefici sia alle grandi, sia alle piccole imprese.

LA GENESI

La prima ipotesi di un accordo di libero scambio tra UE e USA risale agli anni novanta. Da allora, ci sono voluti circa vent’anni per arrivare alla prima sessione negoziale del 2013. A rendere possibile l’avvio dei negoziati, sono stati in particolare i seguenti fattori[1]:

La crisi economica. La grave crisi che ha colpito USA ed UE a partire dal 2008 ha fatto percepire diversamente l’esigenza di un accordo tra le due parti considerato, prima della crisi, un argomento non urgente.

L’ascesa dei Brics. Una delle ragioni che rende la TTIP più interessante oggi rispetto al passato è che grazie ad essa USA e UE potrebbero recuperare l’iniziativa sul piano della definizione degli standard e delle regole del commercio internazionale. Infatti, oggi il primato economico dell’Occidente non è più incontrastato. Grazie ad anni di sviluppo continuo Cina, India, Brasile, Russia ed altri sono ora in grado di opporsi con maggiore successo ad iniziative di governance occidentale.

Largo consenso trasversale da entrambe le parti. Sia in USA sia in UE il numero dei sostenitori della TTIP è ben superiore al numero degli oppositori. In USA il consenso sfiora il 50%, in UE si arriva addirittura al 56%. Si tratta di un consenso trasversale che coinvolge la popolazione, ma anche le cosiddette elite socio-economiche e politiche.

Il rafforzamento della relazione transatlantica. L’effetto simbolico della TTIP non è da trascurare. Infatti, la positiva conclusione di un accordo tra USA ed UE testimonierebbe da un lato che l’Europa rimane il partner privilegiato per gli USA e, dall’altro, che i due partner vogliono rafforzare il proprio ruolo nell’economia mondiale, a dispetto ovviamente dei nuovi player asiatici.

 

LO STATO DELL’ARTE

Ad oggi, si sono svolte sette sezioni negoziali:

     I.        7-12 luglio 2013, Washington DC

    II.        11-15 novembre 2013, Brussels

  III.        16-21 dicembre 2013, Washington DC

   IV.        10-14 Marzo 2014, Brussels

     V.        19-23 Maggio 2014, Arlington (USA)

   VI.        13-18 Luglio 2014, Brussels

  1. 29 settembre-03 ottobre 2014, Chevy Chase, USA

Di seguito, gli argomenti trattati durante l’ultimo meeting.

1. Pilastro normativo

Durante l’ultima sessione di negoziati bilaterali gran parte del focus è stato indirizzato verso il pilastro normativo del futuro accordo: tutti gli elementi regolatori della TTIP sono stati discussi, sia in termini di discipline orizzontali (coerenza normativa in primis), sia con riferimento a specifici settori individuati nei meeting precedenti, quali prodotti farmaceutici, automobili, prodotti chimici, ingegneria.

Tre, i temi oggetto delle discussioni negoziali sul pilastro normativo: standard, dimensione strategica e compatibilità.

1.1 Standards

E’ stato preso dai partecipanti un impegno inequivocabile e fermo: nulla sarà fatto che possa abbassare o mettere in pericolo la tutela dell’ambiente, della salute, della sicurezza dei consumatori o di altri obiettivi di politica pubblica perseguiti dalla regolamentazione dell’UE o degli Stati Uniti.

     1.2 Dimensione strategica

La Cooperazione normativa rafforzata è essenziale se l’UE e gli USA vogliono svolgere un ruolo di primo piano nello sviluppo di norme e standard internazionali secondo i più elevati livelli di protezione. Il programma di regolamentazione è quindi di dimensione strategica chiara.

     1.3 Compatibilità

La TTIP deve produrre risultati concreti in termini di maggiore compatibilità regolamentare.

2. Regole del pilastro

Si è deciso di concentrare le discussioni e gli scambi di opinione su quattro aree tematiche:

• Energia e materie prime

• dogane e commercio

• i diritti di proprietà intellettuale (DPI)

• piccole e medie imprese (PMI).

 

3. Servizi

Stati Uniti ed Unione europea hanno messo sul tavolo dei negoziati le rispettive offerte di accesso al mercato, attualmente al vaglio dei singoli negoziatori. Questo è un passo fondamentale della trattativa, dal momento che si possono fare ulteriori progressi solo dopo che ciascuna parte ha capito la portata di ciò che l’altro ha messo sul tavolo.

Va comunque sottolineato che l’approccio ai negoziati di servizi esclude qualsiasi impegno sui servizi pubblici: resta quindi salvo il principio che i governi sono liberi di decidere in qualsiasi momento che alcuni servizi debbano essere forniti dal settore pubblico.

Note

[1]Fonte:Osservatorio di Politica Internazionale “Il partenariato transatlantico su commercio ed investimenti” n. 83 – dicembre 2013