Economia

"L’Umanista": premessa

di Francesco Zappia

In un contesto in cui compromessi non sono solo i risultati economico/finanziari del sistema globale ma anche i protocolli sociali su cui si regge quantomeno il “fenomeno” del reciproco rispetto tra uomini e tra essi e le strutture che li governano, ciò che emerge dalla quotidiana necessità dell’uomo è il desiderio di ricercare a tutti i costi il filo delle regole e dei principii cui credere per contribuire ancora a reggere il contesto in cui la vita si svolge.

Il vigore dell’uomo stesso, che è “causa e vittima” della società, si disperde man mano che la sua coscienza e moralità sfumano lasciando spazio al disordine mentale e culturale che erode i vettori del comportamento: l’uomo, bisogna ricordarlo, può ordinatamente vivere in gruppo solo e soltanto se rispetta le leggi, e quando le leggi che lo guidano sono giuste.

“L’umanista” ha lo scopo di pubblicare una serie di approfondimenti concernenti l’aspetto umanistico e sociale dei rapporti che legano l’uomo ed il diritto, partendo dai più disparati spunti. Risulta importante esporre come il cittadino faccia parte di un sistema in cui le regole cui è soggetto fanno (dovrebbero fare) il gioco della “salubrità” ed efficienza economico/sociale del contesto in cui vive. Che si parli di Stato ed Enti o di cittadini e gruppi di questi rappresentativi, è indispensabile dover precisare come i rapporti tra tali agenti sociali siano frutto di una filosofia della cosa comune (e pubblica) tale per cui la reciproca coesistenza rispettosa dei ruoli è espressiva della necessità di giungere a scopi non divergenti, come specie al giorno d’oggi suggerisce un maturato senso comune “deviato” dalla difficile esperienza quotidiana.
E questo emerge oggi più che mai, per fare un esempio tangibile, nell’analisi dei rapporti tra Amministrazione Finanziaria e contribuente.
Lo scopo è quello di aiutare l’orientamento umano (dell’uomo che fa la comunità e dell’uomo che fa lo Stato), la consapevolezza e l’educazione a favore dell’ambiente comune che deve essere alimentato da cultura, ad esempio, della partecipazione alle spese pubbliche, da una parte, e dalla competenza per una gestione corretta e sociale della cosa pubblica dall’altra.
“L’umanista” intende, dunque, rubricare sin dalla genesi (passando dagli insegnamenti dei padri del diritto, dei filosofi, e di chiunque anche nel passato abbia contribuito alla nascita degli status sociali – Cittadini e Stato –  e del conseguente sistema dei diritti e dei doveri) una serie di approfondimenti mirati alla platea di chi intenda dimenticarsi che il rapporto tra agenti sociali debba confliggere e alimentare un sistema di avversioni piuttosto che di compartecipazioni.

“L’umanista” nasce proprio perché l’etica e la moralità delle azioni  non possono prescindere dalla ricerca della verità dell’uomo e dello Stato come concetto inderogabile che porta alla consapevolezza di ciò che sia giusto o ingiusto.