La Rivista N. 008 - 12/2013

Norme ISO e Smart Cities: un connubio possibile, anzi auspicabile

di Giorgio Beltrami

Da diversi anni mi occupo di Sistemi di Gestione per la Qualità (Norme ISO) apprezzandone le potenzialità in termini di valore aggiunto e le criticità proprie rispetto ad un mercato e a un contesto che ne riduce l’efficacia a mero strumento di marketing o di contrasto alla concorrenza.

L’avanzare e l’imporsi dei temi tipici delle Smart Cities ha, di fatto, aperto nuove prospettive di sviluppo e di applicazione al sistema di standardizzazione internazionale. Oggi la metà della popolazione umana vive ormai nelle grandi città. Città costantemente in crescita che vedono un afflusso continuo di persone che provengono per lo più dalle zone rurali e più povere per cercare lavoro e nuove opportunità per migliorare la loro vita e quella delle loro famiglie.

img1

In questo contesto le Norme ISO[1] possono essere utilizzate proficuamente per definire framework che garantiscano di affrontare in modo “smart” e sostenibile le sfide che le città moderne fanno emergere quotidianamente. Le stesse possono, ad esempio, fornire standard e requisiti per un monitoraggio tecnico e funzionale delle prestazioni, dei processi e delle procedure adottati per realizzare una determinata attività. Inoltre l’applicazione di alcune di esse (si pensi solo alla 14001 sull’ambiente) possono  contribuire all’implementazione di sistemi  efficienti ma rispettosi dell’ambiente in termini di impatto e sostenibilità.

Tutti i soggetti in campo, siano essi  governi , regioni, comuni e altri portatori di interessi, possono utilizzare le Norme ISO come strumenti utili per garantire e soddisfare i cittadini di una città e/o gli utenti di servizi specifici rivolti non solo ai cittadini, ma a tutti coloro che vivono e condividono una macro area territoriale.

L’applicazione di standard internazionali non solo contribuisce a costruire città “smart” migliorandone l’efficienza energetica o aumentandone il livello di sicurezza e vivibilità, ma sono anche l’occasione per avviare un percorso virtuoso di omogeneizzazione negli approccio e nell’identificazione di soluzioni operative. Una condivisione e un “standardizzazione” che consentirà anche l’implementazione di soluzioni in economia di scala e l’impegno comune a garantire livelli di qualità elevati rispettando requisiti internazionali (e quindi controlli super partes) discriminazioni o soluzioni al ribasso in funzione del contesto in cui si opera o della platea di riferimento. Una omogeneità che potrebbe anche portare ad una reale standardizzazione non solo delle variabili qualitative, ma anche quantitative a partire dalla definizione di costi standard che, pur rispettando alcune variabili locali definite, non consentano una gestione dei costi creativa o incontrollata.

img2

Secondo le Nazioni Unite , per 2030, sei persone su 10 vivranno in una città , e nel 2050 , questo aumenterà a sette persone su 10 . Attualmente , circa la metà degli abitanti del mondo vive in città  tra le 100 000 e le 500 000 persone. Numeri che evidenziano come problemi come lo smaltimento dei rifiuti, la gestione delle acque reflue e l’inquinamento atmosferico non sono più temi rimandabili o gestibili sono localmente: essi richiedono ormai interventi tempestivi, coordinati e coerenti. Un livello di integrazione e interazione che le Norme ISO possono contribuire a realizzare. Sarebbe ovviamente illusorio pensare che le sole Norme possa bastare per creare città smart caratterizzate da uno sviluppo sostenibile e rispettoso dell’uomo e dell’ambiente, ma certamente accanto a politiche economiche  e di sviluppo improntate alla sostenibilità e alla ricerca di interventi condivisi potranno offrire un reale contributo per lo sviluppo e l’implementazione di scelte e processi realmente smart.



[1] A parte la 9001 che si applica ad ogni sistema organizzativo impegnato a garantire l’impegno per la qualità attraverso una gestione per processi, si possono ricordare la 26000 sulla Responsabilità Sociale oppure la 20121 tesa a garantire la sostenibilità di grandi eventi come ad esempio le Olimpiadi o come potrebbe essere il prossimo EXPO di Milano.