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(di Micol Nantiat)

Si è soliti pensare che chi scarica illegalmente contenuti dalla Rete possa essere identificato facilmente tramite il numero IP, ossia quel numero che associa al servizio di connessione a Internet un determinato utente. Da oggi, tuttavia, le regole sembrano essere cambiate. Negli Stati Uniti i giudici hanno infatti ricordato che non necessariamente il titolare dell’abbonamento al servizio Internet coincide con chi effettivamente ha violato le norme sul copyright.

Uno di questi casi è stato discusso recentemente in Florida. Il giudice Ursula Ungaro ha pronunciato il verdetto della sentenza 1:14-cv-20213-UU lo scorso 20 marzo 2014 su uno dei numerosi contenziosi presentati dalla Malibu Media LLC, società che produce film a luci rosse. Imputato portato davanti alla Corte: il numero IP 174.61.81.171 a cui la casa cinematografica addita la condivisione illecita di contenuti della Malibu Media tramite reti di file sharing. Una ricerca della società sulla condivisione di tali contenuti ha portato all’individuazione di una zona residenziale del Southern District in Florida. Tuttavia la società di servizio Internet Comcast non ha accettato di rivelare il nome dell’intestatario del servizio di connessione in questione. Inoltre, la stessa Ungaro ha rifiutato di concedere l’autorizzazione per l’identificazione dell’utente: il giudice ritiene che la Malibu Media non abbia prove valide per giustificare un’identificazione dell’utente in quanto questo non è necessariamente il responsabile dell’azione illecita portata in giudizio.

Questa decisione ricalca la decisione presa precedentemente anche da un giudice di New York, il quale ricorda che oggi la percentuale di persone connesse con sistemi di WiFi negli Stati Uniti raggiunge il 61%. Tale sistema di connessione, se non protetto con le dovute password e sistemi di protezione, contribuisce a favorire l’utilizzo della Rete anche da parte di soggetti diversi da coloro che sono effettivamente titolari dell’abbonamento a Internet. Per questo motivo, considerare l’utente intestatario della connessione colpevole per uso improprio di contenuti internet protetti da copyright è obsoleto e non identifica necessariamente il pirata.

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