Fisco Criminologia Tributaria

L’approccio criminologico in campo tributario

(di Pietro Pavone)

Che l’attuale politica economica comunitaria appaia come una politica contraddittoria (in quanto implica sacrifici senza risanare i conti) è cosa risaputa, pur se di difficile ammissione.

Che la politica fiscale nazionale, in assenza di regole condivise a livello europeo, possa salvare il Paese è parimenti inimmaginabile.

Fatto sta che la Riforma del sistema fiscale è al centro dell’azione di governo – o, almeno, dovrebbe esserlo – di questo come di altri in passato.

Con alcuni elementi di novità.

In molti sembrano aver compreso che gli studi europei sul fenomeno del Base Erosion and Profit Shifting (BEPS) non sono destinati a morire nei dossier della Commissione o nei paper degli accademici, ma vanno ad incidere nella carne viva degli onesti contribuenti, dalle cui tasche lo Stato finisce con il prelevare di più per compensare quanto di evaso non riesce a recuperare.

Lotta all’evasione e all’elusione fiscale dunque: il più classico dei leitmotiv.

Deve riconoscersi che negli ultimi anni il fenomeno del BEPS è stato affrontato in modo più analitico e sistematico di quanto avvenuto in passato.

I processi di espansione oltre frontiera delle multinazionali hanno dato al reddito prodotto una dimensione globale; pertanto, globale – si è capito – deve essere la risposta degli Stati.

Alcune aree della fiscalità internazionale sono caratterizzate da un elevato grado di rischio, inteso come maggiori opportunità in termini di BEPS. Così come esistono assetti societari a rischio da considerarsi veri e propri fattori di vulnerabilità (società che, per particolari caratteristiche, hanno probabilità notevolmente superiori ad altre di essere prese in esame dal Fisco).

In buona sostanza, spesso, siamo in presenza un’innata predisposizione di taluni complessi aziendali alla evasione/elusione: addirittura, in taluni casi, alcune società evadono quasi inconsapevolmente, pagando cioè la configurazione della loro stessa struttura (è accaduto di contestare a società estere una stabile organizzazione in Italia, di cui la stessa casa madre ignorasse l’esistenza).

Altre imprese scelgono consapevolmente di erodere la base imponibile.

L’occultamento di materia imponibile al Fisco non è altro che uno dei tanti modi di agire e di comportarsi sulla scena economica.

La Criminologia Tributaria studia questa particolare inclinazione della devianza ed è un approccio che si è reso necessario dopo anni e anni di riforme solo à la carte.

L’induzione al reato fiscale – si può osservare – può essere parte del processo di apprendimento delle pratiche commerciali, manageriali e contabili. È innegabile che qualsiasi forma di evasione transiti per una qualche alterazione dell’informativa di bilancio.

E nelle imprese più spregiudicate, coloro che definiscono tali “metodi di massimizzazione del profitto” come riprovevoli, prendendone le distanze, vengono spesso emarginati e i loro giudizi finiscono per avere ben poco peso.

La Criminologia Tributaria ha senso se concepita come scienza empirica (fondata sull’osservazione della realtà).

Diversi sono i metodi di ricerca per lo studio dei fenomeni delittuosi.

In ambito tributario si è fatto largo uso di statistiche di massa per esaminare l’estensione dei fenomeni e le caratteristiche più generali dei fatti criminosi (frequenza, diffusione, ecc.).

Di particolare interesse sono le correlazioni statistiche che possono essere positive (aumento dei rapporti con l’estero = aumento dei fenomeni evasivi), anche se si deve affermare che il fatto che due fenomeni si modifichino con andamento parallelo, non sempre indica che l’uno sia causato dall’altro. Nell’esempio proposto, la variabile è costituita dall’attuale strategia dell’Amministrazione Finanziaria, che ha deciso di concentrare la maggior parte degli sforzi proprio sulle imprese che operano con l’estero.

Le ricerche su gruppi campione, invece, vengono svolte su un numero di soggetti che diventa “rappresentativo” dell’intera popolazione.

Ma la Criminologia Tributaria deve poter soprattutto procedere per osservazioni individuali: con questo metodo si studia la singola impresa o il singolo gruppo multinazionale, descrivendo puntualmente “tipi emblematici” di strutture societarie ad elevato rischio di evasione.

Come accennato, talvolta, gli assetti produttivi societari, sintetizzandosi in una azzardata combinazione funzioni/mercati, si caratterizzano per un allarmante grado di rischio fiscale, che può non sfuggire al fiuto dell’investigatore tributario. Ben si potrebbe parlare di situazioni potenzialmente “criminogenetiche” per definire la pericolosità fiscale innanzi descritta.

In questo senso, la Criminologia Tributaria deve poter offrire gli spunti per una sana prevenzione fiscale assumendosi la responsabilità della “prognosi” della pericolosità criminale da un punto di vista tributario.

Ancora, il contribuente che combina i vantaggi derivanti da due o più regimi fiscali in modo da ottenere un risultato distorsivo e patologico (tipica manifestazione di criminalità fiscale) lo fa avvalendosi di una sequenza di atti e di una certa configurazione strutturale delineanti un particolare modus operandi che non deve sfuggire all’ambito di studio criminologico tributario.

In definitiva, osservazione empirica, esame delle fenomenologie, supervisione e controllo sono elementi imprescindibili per una efficace attività di analisi preventiva e di tax risk management.