Export Credit Risk Management
(di Sabrina Polato)
La gestione del rischio di credito commerciale è un’attività che negli ultimi anni, complice anche la crisi economica mondiale iniziata nel 2008-2009, sta diventando sempre più strategica per gli operatori economici nazionali. Infatti, se già a livello di scambi commerciali tra soggetti italiani è possibile imbattersi in problematiche collegate al ritardato o mancato pagamento di tutto o una parte della fornitura, a livello di export tale rischio può diventare ancora più elevato, dal momento che può essere causato non solo dall’insolvenza del debitore, ma anche dall’insolvenza del Paese in cui il debitore risiede.
Per tutelarsi contro questi rischi commerciali ed avere quindi la certezza dell’incasso dovuto esiste uno strumento l’assicurazione dei crediti export, consigliabile soprattutto nei casi in cui l’operazione di compravendita internazionale non sia assistita dalle tradizionali forme di pagamento garantite (pagamento anticipato, lettera di credito e strumenti similari).
Le compagnie assicurative che operano in tale ambito a livello internazionale sono solamente tre: Euler Hermes (Gruppo Alleanza), Atradius e Coface. In Italia, a queste società se ne aggiunge una quarta, SACE, società del Gruppo Cassa depositi e prestiti, ed in particolare SACE BT. SACE BT è la società, interamente controllata da SACE, specializzata nell’assicurazione dei crediti a breve termine, nelle cauzioni e nella protezione dei rischi della costruzione.
A livello europeo esiste una cultura assicurativa molto più radicata di quella presente in Italia, tale per cui ben 8 aziende su 10 risultano coperte da una polizza crediti commerciali, mentre in Italia la percentuale si ferma ad un esiguo 10%[1]. Fortunatamente, in Italia la situazione sta progressivamente migliorando, anche se la maggior parte delle aziende si rivolge ad una compagnia assicurativa solo in caso di esportazione verso Paesi in via di sviluppo o con crisi politiche in atto.
In realtà, la valutazione sull’opportunità di assicurare una commessa dal rischio di mancato incasso non deve fermarsi al tipo di insolvenza commerciale e/o politico-economica: l’azienda deve considerare anche le altre caratteristiche della transazione internazionale (importo, dilazione di pagamento, tipologia della fornitura ecc.) ed entrare nell’ottica che la copertura assicurativa non deve necessariamente essere attivata solo laddove il rischio sembra più elevato, ma che questa attività, in molti casi ancora del tutto saltuaria, deve diventare una prassi aziendale consolidata anche nei confronti dei clienti più “affidabili” che operano in territori e mercati apparentemente senza pericoli (Europa, Nord America, ndr..). Infatti, la copertura dei crediti commerciali può diventare per l’impresa una vera e propria leva commerciale per aumentare la propria competitività in un determinato mercato estero. La strategia da seguire dovrebbe essere la seguente: assicurando i propri crediti commerciali l’azienda si protegge finanziariamente dal rischio di mancato pagamento e, così facendo, è in grado di offrire i propri prodotti a condizioni più competitive (evitando la richiesta di pagamento anticipato laddove sia poco gradito al nostro cliente, applicando sconti commerciali e dilazioni di pagamento sempre graditi alla clientela di qualsiasi mercato!).
Tra le tipologie di polizza più diffuse sul mercato italiano abbiamo:
- La copertura del fatturato globale Italia/Estero;
- La copertura di un singolo debitore estero o di più debitori selezionati (di norma non più di 10);
- La copertura di rischi singoli su determinati Paesi/gruppi di clienti.
Al di là della tipologia di polizza richiesta, l’assicurazione del credito si compone generalmente di tre tipologie di servizio:
- la prevenzione dell’insolvenzadegli acquirenti;
- la gestione delle azioni bonarie o legali per il recupero dei crediti;
- l’erogazione del risarcimento in caso di insolvenza dell’acquirente.
Note
[1] Fonte: Newsmercati – Newsletter nr. 57/2012 –