Quote rosa: il colore della (dis)parità
L’articolo propone una riflessione critica volta ad analizzare la natura ambivalente delle quote rosa: uno strumento contro le disparità di genere da un lato; la conferma di continue e persistenti disuguaglianze dall’altro. Un’analisi sociologica si serve dei concetti di uguaglianza formale e uguaglianza sostanziale per dimostrare come le norme, da sole, non siano sufficienti a contrastare i divari di genere e quanto sia fondamentale che ad un progresso giuridico venga affiancato un concreto cambiamento sociale.
Le quote rosa dal punto di vista giuridico
Le cosiddette “quote rosa” sono uno strumento volto a garantire una percentuale minima di presenza femminile in ambito lavorativo e decisionale, con l’intento di favorire una rappresentanza paritaria dei generi. Questa misura normativa si pone l’arduo obiettivo di promuovere una società più inclusiva, contrastando un tipo di disuguaglianza storico e ben radicato nel tessuto sociale: le disparità di genere nel mondo del lavoro e nelle posizioni di potere. La cultura patriarcale in cui siamo sommersi è infatti frutto di secoli di disuguaglianze che hanno visto le donne escluse dai ruoli di comando a causa di discriminazioni sistematiche e mancanza di opportunità educative e professionali, una cultura che è stata in grado di consolidare un vero e proprio circolo vizioso grazie al quale la nascita di modelli gestionali più equi sembra impossibile.
Alcuni limiti: precarietà e soffitto di cristallo
Nonostante questo intervento normativo sia stato in grado di avvicinarsi al raggiungimento dell’obiettivo preposto, rendendo possibile un aumento complessivo del tasso di occupazione femminile in Italia pari a 6,4 punti percentuali, il nostro paese si posiziona all’ultimo posto rispetto alla media europea in termini di partecipazione delle donne al mercato del lavoro. A questi dati va sommata la qualità degli impieghi offerti a queste ultime, più frequentemente impiegate in forme contrattuali precarie: solo il 53,9% delle lavoratrici, infatti, ha un impiego stabile, e quasi un quarto delle donne occupate deve fronteggiare elementi di vulnerabilità lavorativa come contratti a termine o part-time involontari. Un’ulteriore criticità si lega alla questione di “potere” e riguarda il noto fenomeno del “soffitto di cristallo”, termine usato per descrivere quell’invisibile barriera che blocca l’avanzamento di carriera femminile ai vertici degli impieghi.
Uguaglianza formale ed uguaglianza sostanziale
Questo scenario porta a chiedersi se sia davvero possibile parlare di uguaglianza, quando ancora persiste il bisogno di quote che garantiscano un’equa presenza femminile.
Per comprendere dunque come questo scenario rappresenti in realtà il segno di una disuguaglianza persistente e non una soluzione definitiva, è opportuno introdurre i concetti di uguaglianza formale e sostanziale: il primo sancisce l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge (art. 3, co. 1, Cost.); il secondo, invece, prevede che lo Stato si impegni attivamente dal punto di vista politico, economico e sociale per eliminare queste discriminazioni (art.3, co. 2, Cost.).
Le quote rosa si inseriscono proprio in questa logica di eguaglianza sostanziale.
Le quote rosa come simbolo di disuguaglianza strutturale
È evidente che l’uguaglianza giuridica non sia sufficiente a garantire pari diritti e libertà nella realtà, considerato che ciò che è davvero importante risolvere sono i problemi culturali e sociali radicati nella società, nati da stereotipi di genere e aspettative che continuano a limitare un sano sviluppo societario. La vera parità, infatti, richiede un profondo cambiamento culturale, lo stesso che le quote rosa tentano di incentivare pur rimanendo il segno tangibile dell’assenza di una parità effettiva.
Conclusione
Un sistema che non ha più bisogno di quote rosa sarebbe la vera testimonianza di una parità sostanziale: il diritto può essere un motore di cambiamento, ma deve agire in sintonia con una trasformazione culturale profonda che consenta finalmente alla società di accogliere la parità di genere in modo integrale e sotto ogni suo aspetto.
Bibliografia:
- Gi Group. (n.d.). Quote rosa: una guida alla parità di genere e al cambiamento. Women4.
- Istituto dell’Enciclopedia Italiana. (n.d.). Quote rosa. Treccani.
- Il Post. (2018, 20 giugno). Il principio dell’uguaglianza formale e sostanziale nella Costituzione, spiegato.
- (2025, 6 marzo). Cnel-Istat: occupazione donne cresce, ancora alto il gap con la Ue. ANSA.
- (2025, 6 marzo). Lavoro in Italia, occupazione femminile in crescita ma permane il tetto di cristallo. RaiNews.









