L’Italia che cresce: l’impatto della politica fiscale
L’Italia che cresce: l’impatto della politica fiscale
di Claudio Melillo
Stando agli ultimi dati rilevati dal rapporto Ocse, il quadro italiano può ritenersi positivo e in miglioramento. I contributi maggiori sono forniti dal Fisco. Di seguito, i dettagli.
Le riforme approvate e attuate iniziano a dare i risultati sperati, ragion per cui l’economia italiana, anche se lentamente, sembra in ripresa. La politica fiscale è uno dei principali aspetti propulsori della crescita, sebbene sia ancora in corso la messa a punto della riforma sulla lotta all’evasione fiscale che potrebbe davvero colmare quel gap significativo rispetto ad altri Paesi.
Il rapporto Ocse, presentato al ministero dell’Economia e delle Finanze nel mese di febbraio, evidenzia uno scenario che lascia ben sperare, anche in un’ottica futura.
Sviluppi incoraggianti si annoverano proprio sul piano fiscale. Il merito è da imputare alla legge di Bilancio 2017 che, tra i vari strumenti, introduce il Piano Industria 4.0 per il triennio 2017-2020. Tre gli incentivi promossi in ambito fiscale.
In primis, il c.d. iperammortamento che permetterà alle aziende di dedurre il 250 per cento degli investimenti realizzati in tecnologie specificamente indicate nel Piano. In secondo luogo, il superammortamento, già introdotto nel 2016 e portato in aumento nell’anno in corso, che rappresenterà la possibilità di dedurre dal reddito imponibile il 140 per cento del costo originario di determinate macchine o software. Infine, il credito d’imposta sulla R&S, rivisto e potenziato per il 2017, finalizzato a promuovere gli investimenti perché utile a compensare le tasse sul reddito aziendale, le imposte regionali e i contributi previdenziali.
Merita di essere menzionato, inoltre, il c.d. patent box, un regime di minor carico fiscale destinato ai redditi derivanti dai diritti di proprietà intellettuale, quali brevetti o marchi, sviluppati in Italia. Trattasi di progressi notevoli se si considera il difficile quadro economico che il Paese ha dovuto fronteggiare negli ultimi anni. Progressi, d’altra parte, evidentemente, non sufficienti a fronte dei risultati mediamente raggiunti dagli altri Paesi, in materia fiscale.
Conseguenze interessanti anche a proposito del contenzioso tributario.
Le agevolazioni fiscali hanno determinato una riduzione dei ricorsi: il numero di contribuenti che, nel 2016, si è rivolto alla Commissione tributaria è risultato inferiore rispetto al 2015.
Positivo anche il dato relativo al gettito fiscale recuperato, in misura crescente negli ultimi due anni, a seguito della lotta all’evasione fiscale. Ed è proprio quest’ultimo aspetto a destare maggiori criticità e punti di domanda.
In definitiva, sembrerebbe proprio che il percorso di riforme lungo il quale l’Italia sta procedendo, sia quello giusto. I risultati sperati stanno arrivando, la crescita avviene gradualmente ma non mostra segni di solidità. Ciò è reso ancor più evidente se, dagli ultimi dati, si evidenzia una produttività pur sempre in calo. Tuttavia, le previsioni per il 2017, ma anche per il 2018, possono dirsi favorevoli dal momento che il Pil si stima in aumento dell’1 per cento.
L’Italia soffre il peso di una burocrazia che, lungi da una qualsivoglia semplificazione, sembra divenire sempre più pressante e insidiosa, il che non giova ad un Paese che necessita di riforme importanti, dipendenti fortemente dalla tempestiva attuazione. Un maggior ricorso agli strumenti informatici, ad esempio, potrebbe risolvere, in parte, questo grave problema.