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costi

(di Valerio Micheli)

Con la circolare 29/E del 26 settembre 2014, l’Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti in merito alla deduzione delle spese di emissione di cambiali finanziarie, obbligazioni e titoli similari che rientrano nell’ambito di applicazione del d. lgs. 239/1996 e che vengono interessati anche dal disposto dell’art. 32 del D.L. 83/2012 (Decreto Crescita).

Tale articolo modifica il regime civilistico e fiscale degli interessi degli strumenti finanziari che possono emettere le PMI per “esplorare” vie alternative agli ordinari finanziamenti bancari o dei soci (si pensi ai mini-bond).

Il Decreto Crescita ha esteso l’applicabilità del d. lgs. 239/1996 agli interessi e altri proventi dei titoli obbligazionari, dei titoli similari e delle cambiali finanziarie emessi da società con azioni non negoziate, se negoziati in mercati regolamentati o in sistemi multilaterali di negoziazione degli Stati membri dell’UE e di quelli aderenti all’accordo sullo Spazio Economico Europeo.

Si noti che a favore degli emittenti di tali strumenti finanziari (per approfondimenti si veda la circolare allegata) è consentita la deducibilità degli interessi passivi sostenuti, senza dover tenere conto delle limitazioni imposte dalla legge 549/1995 che vincola la deducibilità su parametri di rendimento del prestito obbligazionario. Gli interessi passivi risulteranno quindi deducibili applicando le regole generali ex art. 96 TUIR.

di Ivana Colombo

1. Creare valore aggiuntivo per i dipendenti

Abbandonate per il progressivo sviluppo del welfare statale, tornano di grande attualità, in questi anni di crisi, le politiche di sostegno da parte delle aziende ai propri collaboratori.

Si tratta in sostanza di forme di retribuzione aggiuntiva delineata negli ultimi anni da alcune aziende, inizialmente per favorire un aumento della capacità di spesa dei lavoratori senza incorrere nella tassazione che in busta paga avrebbero sofferto i tradizionali aumenti di stipendio scaturenti dalla contrattazione (1).

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