Diritto Criminologia e criminalistica

Criminalistica e Criminologia: strumenti della Legge

di Jolanta Grębowiec Baffoni

1. Due facce della stessa medaglia

Nella storia della Legge è possibile distinguere la comparsa di determinati concetti normativi, introdotti e riconosciuti dagli organi competenti, o per il comune riferimento all’obbedienza morale o per l’assoluta autorità di Dio, e di teorie con funzione di punto di riferimento per gli individui e le società, che spaziano dalla filosofia antica attraverso il Cristianesimo fino alle ideologie, che nascono nella ricerca del bene, inteso conformemente ai principi e alle tendenze del momento, e talvolta muoiono per la loro inefficienza o addirittura per la loro assurdità.

I diritti specifici regolanti le norme e i criteri della convivenza e dei processi sociali, sono da sempre le linee guida per i comportamenti nei contesti specifici: familiari, amministrativi, professionali, ecc. L’osservanza della norme giuridiche dovrebbe garantire una convivenza pensata come ordine sociale. Tutto ciò che viola le norme stabilite dalla legge, è qualificato come reato o crimine.

La legge, o piuttosto la sua osservanza, e il reato, dunque, sono due poli di un continuum in cui si estendono i comportamenti sociali, che hanno per obiettivo garantire un prestabilito ordine in una civiltà. Se da una parte, dunque, c’è chi rispetta la legge, dall’altra c’è chi non la rispetta provocando oltraggi alle regole prestabilite, che nella maggior parte delle volte comportano i danni ai propri simili o alle loro cose.

Per questo motivo su chi non rispetta le regole pesa il dovere giuridico e morale di “sdebitarsi” nei confronti della società, risarcire i danni e riparare le colpe secondo altre norme prestabilite dalla legge.

La storia dimostra che non tutti crimini sono stati intesi come tali, come per esempio l’olocausto ritenuto un mezzo legittimo per la «pulizia razziale», e che poi non sempre è facile reclamare i propri diritti. Sempre la storia dimostra che non sempre i reati sono stati pagati dai loro veri autori. È il caso per esempio dei mezzi di “acquisizione delle prove” attraverso le torture, ritenuti medioevali e invece utilizzati in diverse culture fino ad oggi. La complessità dei principi etici derivanti dalla complessità delle culture, società, filosofia morale, ecc., dimostra che il reato e il diritto, due opposti sullo stesso continuum, possono avere diverse facce e possono implicare diverse norme di comportamento.

Di fronte a questa complessità che spazia dalle filosofie dagli inizi del pensiero umano, che possono comportare talvolta diversi dubbi e risposte, l’unica certezza è quella che il reato è un atto contrario ad un principio morale e consiste nel non rispettare delle norme comuni stabilite dalla legge.

Oggi la scienza dispone di diversi mezzi preventivi e di indagine, che hanno per obiettivo ridurre gli atti criminosi e identificare le prove e i colpevoli e si attiva continuamente per sviluppare i nuovi metodi di ricerca, utilizzati dalla criminalistica e dalla criminologia, che come due facce della stessa medaglia, contribuiscono all’applicazione della Legge e alla Giustizia.

2. La criminalistica

Gli esperti del settore criminalistico la definiscono come disciplina derivata dalla legge, poiché come la legge ha per obiettivo cercare la verità e la giustizia. Se la legge lo fa attraverso una riflessione teorica con il riferimento ai codici e alle norme prestabilite dai riconosciuti organi competenti, la criminalistica si applica totalmente alla la pratica empirica, articolata in varie scienze. La  definizione più semplice che si potrebbe attribuire alla criminalistica è l’abilità di trovare le prove del reato, le quali con la piena efficienza saranno in grado di dimostrare la colpa e che l’avvocato del sospettato non sarà in grado di screditare. Tuttavia, per la complessità di questa disciplina la definizione proposta non è completa ed esaustiva, ciò vedremo brevemente attraverso alcune  riflessioni dei conoscitori della problematica criminalistica.

Questa complessità deriva non soltanto dalla ricca articolazione interdisciplinare, ma anche dalla stessa storia della criminalistica e della mutevolezza del suo ruolo nel corso delle epoche.

I criminalisti, parlando della loro disciplina, ritengono che le sue origini sono tanto vecchie quanto lo è il primo crimine. Nel corso della storia questa branca della legge si è occupata di diverse tematiche, tuttavia il suo obiettivo principale è stato sempre quello dell’identificazione dell’autore del reato. Da sempre questa  disciplina ha rappresentato la branca della scienza giuridica che si occpua prevalentementesia della procedura, sia del diritto penale, e le sue origini in quell’ambito possono essere collocate tra XII e XIII secolo nella civiltà comunale, con una serie di pubblicazioni dei testi dedicati al diritto criminale conteneti le regole del giudizio, con le fonti canoniche che trattano reati e pene. La prima delle opere conosciute è il Tractatus criminum, di un autore ignoto, scritta tra il 1155 e il 1164, e la successiva più diffusa Tractatus de maleficiis di Alberto Gandino, redatta nel 1286. Questi testi, di taglio prevalentemente pratico, erano indirizzati ad avvocati, magistrati, consulenti, scritti spesso da giuristi che hanno acquisito una vasta conoscenza nella materia, esercitando la funzione di giudice ai malefici[1]

Invece la criminalistica, come comunemente viene compresa in età contemporanea, ovvero “scienza di individuazione delle le tracce e dei colpevoli”, è abbastanza giovane, perché è sorta solo nel XIX secolo. Lo stesso termine di ‘criminalistica’ è associato al giudice austriaco, professore Hans Gross, fondatore dell’Istituto di Criminalistica all’Università di Graz nel 1912, che lo utilizzò all’interno della sua opera Handbuch fur Untersuchungsrichter, Polizeibeamte, Gendarmen, u.s.w («Il manuale per giudici istruttori, agenti della polizia e gendarmi, ecc.») pubblicata a Vienna nel 1892, anche se la problematica criminalistica e la stessa voce ‘criminalistica’ si riscontravano molto prima. L’autore nel suo libro ha raccolto le esperienze proprie e altrui e le teorie, arricchendole con le specifiche affermazioni, sistemando la conoscenza criminalistica.  Il valore di questa opera consiste soprattutto nel saper unire le diverse discipline scientifiche, allora ancora non integrate, per metterle al servizio di lotta contro la criminalità. Alcune di queste, per esempio la fotografia criminalistica, Gross stesso metteva al servizio dell’indagine.

Il manuale quindi per il suo valore è considerato l’indicazione delle prospettive evolutive della scienza che stava sorgendo[2].

Tuttavia il complessivo sviluppo di questa scienza fa indicare altri due padri della criminalistica: Alfons Bertillon – fondatore di antropometria criminale e delle altre tecniche di identificazione, e Francis Galton  – creatore del nuovo sistema dell’identificazione dattiloscopica, autore della fondamentale opera “Finger Prints” pubblicata nel 1893 a Vienna.

Ma le ricerche più attente conducono ancora ad uno studioso polacco, Feliks Górski (Emanuel Glucksberg) che nel 1848 a Wrocław pubblicò l’opera Czarna Księga («Il Libro Nero») contenente una serie di esposizioni  dei processi con delle riflessioni teoriche. L’autore valutando le problematiche criminalistiche dei singoli casi, più volte utilizza il termine ‘criminalistica’[3].

3. Le circostanze storiche all’origine dello sviluppo della criminalistica

L’origine della criminalistica come disciplina avente per oggetto di studio l’individuazione delle prove e dei colpevoli dei reati, fu conseguenza di un veloce sviluppo della scienza ma anche di una serie dei fenomeni sociali dovuti alla trasformazione delle codificazioni in Europa che eliminavano definitivamente  la tortura nel processo penale, tutelando i diritti della persona. Tali trasformazioni hanno inizio in Gran Bretagna nel 1822 con la figura di  Robert Peel, allora ministro degli interni, che in risposta al mutamento del concetto di artefice del crimine[4], introdusse una serie di riforme del diritto penale britannico. Accanto alla istituzione della Metropolitan Police riformò il sistema carcerario e ridusse l’elenco degli crimini puniti con la morte, nonostante l’epoca caratterizzata da un accrescimento della criminalità per la migrazione delle popolazioni, dovuta allo sviluppo dei centri industriali e lo sviluppo delle città e le veloci dinamiche delle trasformazioni sociali. Con queste trasformazioni della legge britannica ha l’inizio una serie di riforme in tutta l’Europa.

L’abrogazione delle torture e l’aumento della criminalità mettevano gli organi deputati all’inseguimento dei criminali in uno stato dell’impotenza. Se le forme dell’interrogatorio con la presenza delle torture, tante volte permettevano di “procurarsi” un colpevole, la nuova realtà preannunciava la crisi delle forze dell’ordine nella lotta contro la criminalità.

Il primo aiuto giunse dalle scienze mediche, tenuto conto che sono stati proprio i medici legali a svolgere non solo la funzione di periti ed esperti, ma talvolta anche la raccolta delle prove nell’ambito più ampio[5]. Un contributo è quindi venuto dalle scienze naturali e tecniche che hanno proposto un nuovo metodo di ricerca e di utilizzo della prova. I nuovi metodi di identificazione della persona, la nuova classificazione e registrazione dattiloscopica già dai primi anni, comportavano grandi meriti nell’identificazione delle prove del reato. Da questo momento lo sviluppo della criminalistica vede grandissimi progressi: i crimini che fino a poco prima erano ritenuti non punibili, perché impossibili da scoprire, erano possibili da spiegare e i loro autori potevano essere incolpati e portati davanti alla Giustizia.

4. La problematica della definizione

«Le attuali condizioni della lotta contro la criminalità esigono un continuo ampliamento dei metodi criminali, un continuo perfezionamento dei metodi dell’inseguimento penale e del superamento dell’azione criminale attraverso una prevenzione immediata alle azioni che colpiscono l’ordine legale. Quindi il sistema chiuso della criminalistica è unito dai metodi criminali, delle indagini e della prevenzione. Tale collocazione non è casuale poiché la conoscenza dei metodi criminali, che fra l’altro è indispensabile fattore dell’efficienza dell’inseguimento penale, permette anche di sviluppare un programma di prevenzione razionale»[6].

La riflessioni sopracitate confermano la complessità della criminalistica che utilizza le conquiste di tante altre discipline scientifiche. La sua struttura si divide in seguenti rami:

Tecnica, che utilizza le scienze naturali e tecniche per l’analisi delle prove

Tattica, che utilizza le conoscenze sui metodi operativi

Strategia, che prevede il comportamento dell’”avversario”,

Metodica, che utilizza le conoscenze dei rami di tecnica e tattica[7].

La criminalistica quindi è in continuo sviluppo e oggi è ritenuta soprattutto una scienza che si occupa della individuazione delle prove e delle informazioni. Se le prove vengono raccolte soprattutto dalle “cose”, le informazioni si raccolgono dalle persone: testimoni, persone che conoscono l’ambiente sociale e geografico-fisico. Generalmente parlando si possono distinguere quattro funzioni della criminalistica: rivelatoria, identificativa, probatoria, preventiva[8].

Nonostante una apparente chiarezza dell’ambito di azione della criminalistica, le sue competenze e funzioni non sono poi così distinte, ciò rivela B. Hołyst, nell’opera Kryminalistyka (“La Criminalistica”), di oltre 800 pagine: «Se prendiamo in considerazione che E. Locard oltre mezzo secolo fa in sette volumi di Traite de Criminalistiąue (1931-1940) non è riuscito a esaurire gli argomenti riguardanti la complessità della criminalistica, tanto più oggi nel periodo della rivoluzione scientifico-tecnica, segnata dalla vera esplosione delle informazioni da diverse discipline di scienza, un’appropriata formazione del contenuto e dell’ambito di un manuale, comprendente un ampio contenuto della conoscenza dell’ambito dei metodi criminali, delle indagini e delle prevenzioni, è un compito particolarmente difficile»[9].

Nonostante queste difficoltà lo stesso autore cerca di specificare l’ambito della disciplina come «[…] scienza dei metodi di verifica del fatto criminoso, del modo del suo compimento, delle identificazioni dei crimini e della loro prevenzione e degli altri negativi fenomeni sociali»[10].

Anche altri autori polacchi cercano di definire questa disciplina in continua evoluzione e il suo oggetto. Alcune definizioni interessanti le possiamo trovare fra i classici della criminalistica polacca.

Nell’opera Podstawowe zagadnienia taktyki kryminalistycznej (Le fondamentali problematiche della tattica criminalistica) l’autore Stanisław Pikulski definisce la criminalistica come «[…] un insieme universale dei metodi e dei mezzi, che nelle condizioni della criminalità in continuo incremento, permettono non solo un’ottima identificazione dei colpevoli dei crimini, ma anche un’inequivocabile e indubbia dimostrazione delle loro colpe».

Tadeusz Hanasek invece definise la criminalistica come «scienza che si occupa delle norme e dei modi tattici e dei metodi tecnici e dei mezzi di identificazione e rivelazione stabiliti dalla legge, dei fenomeni sociali negativi, in particolare dei crimini e dei loro autori e della dimostrazione dell’esistenza o della non esistenza dei legami fra le persone e gli avvenimenti».

Jan Sehn, giudice istruttore negli anni 1945-47, coordinatore dell’Istituto delle Perizie Giudiziarie a Cracovia, successivamente il professore dell’Università Jagiellonica e il primo coordinatore della Cattedra di Criminalistica dell’Università Jagiellonica, definiva la criminalistica come «conoscenza dei mezzi specifici e dei metodi tecnici per il loro specifico utilizzo nel procedimento probatorio per stabilire la verità oggettiva, soprattutto nel campo della lotta contro la criminalità»[11].

Da queste alcune definizioni provenienti da una ricca letteratura polacca appare non solo la complessità della scienza criminalistica e della sua definizione, ma anche il grande interesse per questa disciplina in Polonia. La criminalistica oggi è l’oggetto dell’insegnamento in tutte le facoltà di Legge in Polonia. Nell’ambito della laurea in Legge vengono affrontate soltanto alcune delle problematiche che essa pone, tuttavia è possibile acquisire le conoscenze specifiche, suddivise in diversi settori della criminalistica, ai corsi postlaurea di I e II livello, presso le Cattedre di Criminalistica presenti in tutte le facoltà di Legge in tutte le Università polacche. Ogni Istituzione offre i corsi specifici, in cui gli addetti hanno la possibilità di acquisire o perfezionare le specifiche competenze professionali[12].

5. Le origini della criminalistica in Polonia

La criminalistica in Polonia vanta origini abbastanza antiche, poiché esse si fanno risalire agli inizi del 1804, quando presso l’Universita di Cracovia sorse la prima Cattedra Universitaria di Medicina Legale. Infatti l’insegnamento ai corsi di medicina legale spaziava fra le conoscenze mediche e le tecniche di indagine dell’epoca.

Nel 1924 è stato pubblicato il libro dei professori Wachholz i Olbrycht Medycyna kryminalna («La medicina criminale») che trattava diversi argomenti della criminalistica, iniziando dai temi propri della medicina, estendendo òa trattazione al luogo del delitto, alla dattiloscopia e all’antropometria. Di conseguenza il libro destinato ai medici risultò un manuale per ogni aspirante di criminalistica.

Dopo la seconda guerra mondiale la prima Cattedra di Criminalistica è sorta nel 1949 presso la Facoltà di Legge e Amministrazione dell’Università Jagiellonica di Cracovia. Subito dopo sono state fondate la Cattedra di Criminalistica a Poznań, Wroclaw e Varsavia e successivamente presso tutte università polacche. Le istituzioni oltre all’insegnamento e agli aggiornamenti degli esperti, collaborano con gli organi dell’inseguimento, con i laboratori scientifici della Polizia, svolgono le indagini e le perizie. Le numerose ricerche svolte in diversi settori vengono divulgate attraverso conferenze e pubblicazioni.

La criminalistica in Polonia basandosi sulla logica della materia, ovvero «solo le cose materiali possono avere la peculiarità della traccia», cerca di tenere passo alle attività e alle sempre più perfezionate tecniche criminose e alla ‘mente criminale’. In ciò è di grande aiuto la criminologia. Del resto, nonostante le differenze di queste due scienze, è impensabile il funzionamento di una senza l’altra.

Definendo le differenze fra queste due scienze penale in modo più generico si può affermare che mentre la criminalistica è la scienza dei metodi e dei mezzi di lotta contro la criminalità e la sua prevenzione, la criminologia si occupa del criminale, del fenomeno della crimine e dei fenomeni dell’ambito della patologia della vita sociale.

Tuttavia l’ampio e affascinante tema della criminologia e le sue applicazioni nella criminalistica meritano una esposizione distinta, nelle future riflessioni.


[1] Pifferi, M. (2012), Criminalistica nell’antico regime. La criminalistica delle origini nel Medioevo, in Il Contributo italiano alla storia del PensieroDiritto (2012), http://www.treccani.it/enciclopedia/criminalistica-in-antico-regime_(Il_Contributo_italiano_alla_storia_del_Pensiero:_Diritto)/

[2] Kulicki M., Kwiatkowska-Darul V., Stępka L (2005), Kryminalistyka, wybrane zagadnienia teorii i praktyki śledczo-sądowej, Wydawnictwo Uniwersytetu Mikołaja Kopernika , p. 12.

[3] Ibidem.

[4] Questo concetto viene sviluppato ampiamente nell’articolo di Szostak. M “Da dove deriva il male?”. Le teorie criminologiche della eziologia dei comportamenti criminali e la loro genesi, proposto in questa rubrica.

[5] Basta ricordare gli inizi del contributi dei medici alla fondazione della scienza criminologica, come per esempio quello di Cesare Lombroso.

[6] Hołyst B. (1996), Kryminalistyka, Wydawnictwa Prawnicze PWN Warszawa, p. 7.

[7] Cfr. Gruza E., Goc M., Moszczyński J (2008): Kryminalistyka – czyli rzecz o metodach śledczych, Wydawnictwa Akademickie i Profesjonalne Warszawa.

[8] Ewa Gruza, Mieczysław Goc, Jarosław Moszczyński, cit, pp. 12-20.

[9] Hołyst, cit. pp. 3-4.

[10] Hołyst, cit. p. 19.

[11]  Czeczot Z., Tomaszewski T. (1996) Kryminalistyka ogólna, Wydawnictwo Coper , p. 15.

[12] Su tema della Criminalistica in Polonia e delle attività delle Cattedre di Criminalistica presso le Università polacche ha parlato al XIV Congresso Nazionale di Grafologia Giudiziaria a Napoli, il prof. Z. Kegel, già preside della Facoltà di Legge, Amministrazione ed Economia a Wrocław, già direttore della Cattedra di Criminalistica presso questa facoltà. La relazione è disponibile su: http://www.youtube.com/watch?v=053uhmmNHbU

Altri interessanti contributi di relatori polacchi:

–          prof. Katarzyna Chmielewska, sulle ricerche linguistiche nella criminalistica, sulle possibilità di identificazione della persona in base delle sue espressioni linguistiche. http://www.youtube.com/watch?v=UXqC6o2lsZ0

–          prof. Sylwia Skubisz, prof. Iwona Zieniewicz, ricerche svolte sulle scritture eseguite con la mano sinistra
http://www.youtube.com/watch?v=fBSU7yaRgK0