Diritto Criminologia e criminalistica

La perizia grafologica come strumento di valutazione della credibilità dei documenti alla luce del reato di cui all’art. 270 del codice penale polacco

di Anna Plonska* (Traduzione dalla lingua polacca di Jolanta Grębowiec Baffoni)

La contraffazione dei documenti è indubbiamente un fenomeno ad alta nocività sociale, poiché contribuisce allo sviluppo della cosiddetta “zona grigia”, alla riduzione della sicurezza della circolazione della ricchezza e alla proliferazione di numerosi tipi di reati, sia economici che non[i]. Bisogna poi considerare la cosiddetta “cifra oscura” dei reati che, similmente a quanto accade per altri tipi di delitto, assume rilievo anche per il reato di falso materiale[ii].

Con la responsabilità per il reato di falsificazione di documenti ai sensi dell’art. 270 § 1 del codice penale[iii] abbiamo a che fare quando l’autore del reato contraffà o altera un documento con lo scopo di utilizzarlo successivamente come autentico.

Quando invece l’autore del reato compili un modulo sul quale si trova la firma di qualcun altro, e ciò contro la volontà del sottoscrittore, cui vene arrecato un danno, oppure nel caso di utilizzo di tale documento, abbiamo a che fare con la responsabilità per il reato indicato dall’art. 270 § 2 c.p. Tutti e due tipi di reato vengono puniti con la pena pecuniaria o con la reclusione da 3 a 5 anni. In forza della novella legislativa del 5 novembre 2009[iv], all’art. 270 c.p. è stato aggiungo il § 2a, secondo il quale, quando il fatto sia di modesta rilevanza, il legislatore ha previsto la pena pecuniaria o la carcerazione fino a 2 anni. La responsabilità penale è modellata sulla forma progressiva di questo atto illecito, che consiste in diverse attività di approntamento del reato stesso, come descritto nell’art. 270 § 1 c.p.

Va sottolineato che, in linea di massima, non è possibile verificare la quantità dei documenti contraffatti che, nella circolazione legale, fungono attualmente da documenti autentici. Ciò è dovuto principalmente all’onere di contestazione dell’autenticità del documento alterato o contraffatto[v]. Si ritiene che i reati contro l’attendibilità dei documenti e la circolazione economica costituiscano circa il 48% di tutti i procedimenti avviati in materia economica e oltre il 50% di tutti i reati economici individuati[vi]. In base ai dati statistici del Ministero gli Interni e dell’Amministrazione, si può notare la tendenza crescente dei crimini – sia individuati, sia denunziati – commessi in violazione dell’art. 270 § 1 – 3 cel c.p.[vii]

            Il reato di contraffazione materiale è collocato nel novero dei reati contro l’attendibilità dei documenti, contenuto nel capitolo XXXIV del Codice penale. I riferimenti  inclusi al suo interno hanno per obiettivo quello di tutelare la fiducia verso i documenti attraverso la garanzia della loro affidabilità e attendibilità[viii]. Indubbiamente, il bene protetto dal capitolo XXXV del Codice penale, è la sicurezza delle transazioni legali, che riposa sulla fiducia nei supporti documentali. L’oggetto della tutela, nel caso del reato di cui tratta l’art. 270 § 1, è quindi il bene giurdico di natura generale rappresentato dall’attendibilità del documento[ix]. Tale attendibilità dei documenti, intesa come fiducia della generalità dei consociati nei loro confronti, rappresenta un tipico oggetto di tutela riguardo a tutti i tipi di azioni vietate dall’art. 270 del c.p. Essa si riferisce all’autenticità dei documenti, quanto all’origine, al contenuto e agli emittenti.  La norma di cui all’art. 270 del c.p. tutela quindi i documenti dalla cosiddetta contraffazione materiale[x]. Questo reato viene definito come materiale, poiché consiste in un attentato materiale (fisico) all’autenticità del documento. In questo luogo bisogna sottolineare, che in conformità con la sentenza della Corte Suprema del 9 gennaio 2013 «la cosiddetta “contraffazione intellettuale” contenuta in un documento (ovvero la conferma della falsità) non può provare l’esaurimento degli estremi del reato, come previsto dall’art. 270 § 1 del c. p., se il documento in questione non è un documento contraffatto o alterato»[xi]. Al novero dei documenti più frequentemente contraffatti appartengono: documenti di acquisto e di circolazione di merce, ricette mediche, contratti di fondi pensionistici, documenti di possesso o di circolazioni automobilistiche, diplomi scolastici e universitari, certificazioni di qualifiche professionali, documenti d’identità o infine carte di credito[xii]. Questo elenco non è ovviamente un catalogo chiuso, poiché in linea di massima, ogni documento può diventare oggetto del reato di falsificazione materiale, secondo l’art. 270 del c.p.

In riferimento all’oggetto di tutela in questione, ovvero all’attendibilità del documento, è irrilevante se sia stato contraffatto l’originale o una sua copia o una sua copia fotostatica. Poiché è essenziale l’atto criminoso volto contro l’attendibilità del documento[xiii].  E poi: “non è l’attività del tribunale quella di condurre le indagini verso la deliberazione chi ha realizzato l’alterazione o la contraffazione del documento, di cui l’utilizzo è stato attribuito al condannato, se non gli è stata attribuita la forma del reato dell’art. 270 §1 del c.p.”[xiv].

A margine delle nostre riflessioni bisogna espressamente indicare la differenza fra il documento contraffatto o alterato. Il documento contraffatto si caratterizza per il fatto che non proviene dalla persona a nome della quale è stato realizzato. Invece, la caratteristica del documento alterato è la modifica della sua consistenza autentica da parte di una persona non autorizzata. Per la realizzazione degli estremi del reato del falso materiale di cui all’art. 270 c.p. non ha importanza se il contenuto del documento contraffatto o alterato corrisponda allo stato effettivo rilevato. Questo fatto è importante soltanto nel caso del reato conosciuto sotto il nome di falso intellettuale dell’art. 271 § 1 del c.p.[xv].

Analizzando la valutazione dell’attendibilità dei documenti in base alla loro falsificazione criminosa, bisogna rivolgere l’attenzione ai metodi di contraffazione delle firme, fra i quali, accanto alla copiatura tecnica e all’imitazione abbiamo a che fare anche con il fenomeno della cosiddetta autofalsificazione, che ha per obiettivo quello di attribuire alla firma caratteristiche non autentiche o di creare l’apparenze che essa sia stata apposta da altri, attraverso il cambiamento intenzionale della propria scrittura[xvi]. È indubbio che l’elemento più importante dei documenti sono le sottoscrizioni che attribuiscono ai documenti una rilevanza legale e sono la base per la loro autenticazione[xvii]. Come giustamente hanno sottolineato K. Liżyńska e J. Szczypińska, il documento funge da elemento di sicurezza soprattutto nell’ambito della registrazione di atti giuridici e di altri fatti giuridicamente rilevanti. Perciò esso assume un valore probatorio indiscutibile e senza dubbio dovrebbe avere una credibilità e, quindi, un’autenticità e integrità. Perché solo il documento sicuro e affidabile, “può presentare un modo formale per stabilire un rapporto giuridico, in modo da garantire la sicurezza e la certezza delle transazioni giuriche”[xviii].

La funzione del documento assolta dal documento ai sensi di legge sia nelle transazioni giuridiche sia nella vita socio-economica, indica la direzione della comprensione e dell’ambito concettuale degli estremi del reato in questione[xix]. La sicurezza delle transazioni legali si esprime nella “necessità della garanzia della sua attendibilità e della sicurezza, fra l’altro attraverso la cura della fiducia posta nel documento [n.d.t. trattato] come formale esistenza del diritto, del rapporto giuridico oppure di una circostanza che potrebbe avere un significato in termini legali”[xx].

La fiducia posta nel documento come espressione formale della dichiarazione di esistenza di un diritto, di un rapporto giuridico o di circostanze che potrebbero avere un significato in termini legali, ha una valenza sostanziale a motivo della sua influenza sulla garanzia della certezza, dell’attendibilità e della sicurezza nelle transazioni legali. Per questo motivo il documento gode protezione da parte di molte discipline giuridiche, compreso quella  del diritto penale[xxi]. Nel sistema polacco il concetto di documento, nonostante sia comune a tante branche della legge, finora non è stato unificato. Ciò principalmente a causa dell’ambiguità del termine, sia nel linguaggio giuridico che comune[xxii]. Nel diritto penale la definizione legale di documento è contenuta nell’art. 115 § 14 del c.p., secondo il quale “il documento è ogni oggetto o altro portatore di informazioni, a cui è riconnessa una determinata legge, o che, in ragione dei suoi contenuti, rappresenta la prova della legge, della ri una rapporto giuridico, o di una circostanza giuridicamente rilevante”. Nella definizione citata un significato importante è stato attribuito all’aspetto legale del documento. Questo concetto riguarda non solo i documenti redatti in forma scritta, ma anche tutti gli altri oggetti che determinano la legge, una relazione giuridica o una circostanza con una valenza legale.

Un significato un po’ diverso della nozione di ‘documento’ lo riscontriamo invece nel processo penale polacco, dove il concetto del documento comprende tutte le scritture o  stampe, anche se prive dei caratteri di rilevanza inclusi nella definizione del documento nell’art. 115 § 14 del c.p., ma del quale soltanto il contenuto potrebbe avere il significato probatorio in una causa penale[xxiii]. Le disposizioni del Codice penale fanno riferimento ad un concetto unificato di documento, senza distinzione fra i documenti privati e pubblici. Secondo il codice di procedura penale polacco[xxiv] il concetto di documento è inteso quindi in modo più ampio poiché include anche altre prove scritte, se il loro contenuto è suscettibile di avere un significato nella causa, ad eccezione delle difese scritte dell’imputato (o sospettato)[xxv]. In termini forensi, invece il documento è definito come “qualsiasi oggetto che include il contenuto di parole aventi il significato giuridico fissato con una qualsiasi tecnica che permette una sua successiva ricostruzione inequivocabile”[xxvi]. B. Hołys in termini criminalistici tratta il documento in modo più ampio, come “oggetto con un contenuto fissato con diversi metodi”. Il contenuto quindi può essere formato da parole scritte, cifre, disegni, audiodocumenti e documenti registrati in forma elettronica[xxvii].  Bisogna aggiungere che l’attribuzione della peculiarità del documento ad un oggetto o a una iscrizione su un portatore informatico, determina il suo aspetto legale[xxviii].

Nelle transazioni legali contemporanee rispetto a tutti i documenti originali trova applicazione la regola della presunzione di autenticità. Il superamento di detta regola di solito è connesso con l’accusa di contraffazione o di alterazione del documento, che a sua volta ne provoca la perdita di valore probatorio. Il documento può essere contestato per intero o in parte da ogni persona fisica o giuridica, se da esso risulti il conferimento o la garanzia di un diritto. Nelle indagini criminalistiche sui documenti contestati, più spesso riscontrabili sono proprio i documenti contraffatti o alterati[xxix].

La perizia grafologica viene trattata come la più antica fra le tecniche di identificazione criminalistica[xxx] ed è anche considerata una dei più antichi mezzi probatori[xxxi]. È inoltre una delle indagini forensi più comuni[xxxii]. Nel contempo è un termine spesso poco chiaro e interpretato in modi diversi sia dai cultori pratici che dottrinari, poiché di solito viene compreso o come esame della scrittura manuale, o come analisi dei documenti scritti, o ancora come perizia sui documenti. La posizione maggiormente condivisibile ci sembra quella espressa da K. Liżyńska, che identifica la perizia grafologica con l’ambito della perizia dei documenti, che non si limita alla sola analisi della scrittura manuale ma è riferita anche all’analisi dei manoscritti, della stampa del computer, dei mezzi coprenti e la base sulla quale il documento è stato eseguito[xxxiii].Il suo compito principale è l’identificazione della persona in base alla scrittura manuale[xxxiv].

La criminalistica appartiene alle scienze interdisciplinari assimilando al contempo le conquiste più nuove praticamente da ogni disciplina scientifica. Nel caso di perizia della scrittura, sono essenziali non solo gli argomenti della criminalistica ma anche della linguistica[xxxv]. La letteratura del settore criminalistico sottolinea l’essenzialità del valore identificativo della scrittura manuale nel processo probatorio, che permette l’identificazione diretta dell’autore della scrittura, poiché rappresenta una traccia criminalistica di carattere psicofisico, individuale e diretto. L’identificazione dell’autore della scrittura è però molto difficile e l’efficacia dell’analisi dipende dalla quantità e dalla qualità del materiale comparativo disponibile per lo svolgimento della perizia[xxxvi].

Il modo essenziale di verifica dell’attendibilità dei documenti realizzati con la scrittura manuale è la perizia criminalistica della scrittura[xxxvii].  Tuttavia nell’epoca del XXI secolo le attività legali e altri eventi legali vengono documentati sempre più spesso con il sostegno della scrittura informatica (più raramente dattilografica), e inoltre con l’ausilio delle forme elettroniche del documento. Di conseguenza, la perizia della scrittura manuale si limita solamente all’analisi della firma o della parafa, ovvero firma semplificata, poiché molto spesso questa forma di grafismo rappresenta un unico elemento realizzato manualmente. Le disposizioni del Codice penale polacco non prevedono però una definizione legale della firma. Secondo la posizione della Corte Suprema, il concetto della firma deve essere compreso come un segno grafico che permette di stabilire l’identità della persona firmante e deve essere eseguita da essa. Invece l’impressione della firma propria su un modulo, indipendentemente dalla tecnica della sua acquisizione, secondo l’art 270 § 2 del c. p., non è considerabile come firma[xxxviii]. In questi casi l’identificazione dello scrivente è molto difficile è diventa fondamentale. Estremamente utile in questo senso diventa uno studio comparativo forense della scrittura, che comprenda anche una valutazione del suo valore probatorio. Il valore probatorio dell’analisi della scrittura sarà maggiore quando sarà basato sulle caratteristiche osservabili e sui più accurati metodi scientifici ed empirici, fra le quali viene inclusa  fra l’altro la psicologia della scrittura[xxxix].

Accanto alla perizia della scrittura manuale, per una valutazione dell’attendibilità dei documenti, vengono utilizzati tanti altri metodi di analisi dei documenti, specie quelli tecnologici aventi per obiettivo fra l’altro lo studio delle scritte modificate o eliminate, delle scritte primarie (originali), oppure la verifica delle tecniche con le quali è stato prodotto il documento. Nell’analisi criminalistica dei documenti, come documento tecnicamente autentico è considerato soltanto l’originale. Tuttavia anche la copia “ottica” del documento, non essendo originale, include il contenuto autentico del documento. Tuttavia, gli elementi tecnici di tale documento non sono né autentici né originali[xl]. Nella perizia della scrittura avente il significato probatorio per la verifica dell’atto illecito in forma di falsificazione materiale, è essenziale sia la perizia della scrittura manuale che della scrittura realizzata tramite il computer (eventualmente dattilografica). Non ci si può però dimenticare che la complessiva perizia criminalistica del documento comprende, accanto alla perizia della scrittura, anche l’analisi tecnica del documento riguardante fra l’altro l’analisi della superficie, dei mezzi coprenti, dei mezzi scriventi, o anche dei mezzi protettivi. Durante la verifica dell’attendibilità, il perito spesso deve utilizzare un ampio ventaglio di conoscenze interdisciplinari, come per esempio la chimica o la fisica. Se la sua conoscenza risultasse insufficiente per la soluzione del caso, egli dovrebbe rivolgersi al decidente processuale con la richiesta di emissione della decisione dello svolgimento della perizia complessiva[xli].

L’obiettivo delle analisi peritali complessive nell’ambito forense, è indubbiamente quello di verificare il modo di realizzazione dei documenti: di esecuzione del testo o dei segni che rendono credibile il documento, le proprietà dei materiali utilizzati, dei mezzi scriventi e degli altri mezzi di ausilio, verificare il fatto e il tipo di falsificazione[xlii]. La perizia criminalistica compie un importante ruolo nella rivelazione dei metodi e dei mezzi di falsificazione, come anche nell’identificazione dei falsari della scrittura e della stampa, nell’affermazione della esistenza o non esistenza delle protezioni dalla falsificazione, nella determinazione dei mezzi scrittori o coprenti utilizzati, nella valutazione dell’età del documento o nelle altre analisi specialistiche[xliii]. Con l’attuale sviluppo delle tecnologie moderne nascono continuamente sempre più nuovi programmi per l’analisi computerizzata della scrittura come per esempio il programma SCANGRAF, ideato per l’analisi delle caratteristiche motorie della scrittura[xliv].

B. Hołys delimita un ambito molto ampio di analisi dei documenti, che comprende fra l’altro: “l’identificazione della superficie e dei mezzi coprenti, l’identificazione delle persone in base alla scrittura manuale, l’identificazione delle firme e delle persone falsificanti le firme, la verifica se il documento è stato contraffatto o alterato, l’identificazione dei documenti copiati, l’identificazione delle stampe, l’identificazione degli strumenti per la stampa, l’identificazione dei titoli di credito e la verifica dell’età dei documento” [xlv]. La perizia del documento contemporanea, riguarda tutte le sue parti strutturali e consiste nella sua analisi del contenuto, linguistica, grafica e tecnica. La più importante, secondo il codice, è ritenuta l’analisi della parte del contenuto, poiché essa presenta uno degli elementi della definizione del documento. Bisogna tenere presente che in ognuna delle quattro parti strutturali del documento, si possono trovare le caratteristiche che differenziano l’autentico dal falso[xlvi]. Indubbiamente nella rivelazione dei metodi e dei mezzi di falsificazione e nell’identificazione degli autori di un reato, i periti presentano il ruolo essenziale. Tuttavia le loro conoscenze e le capacità, oggi esigono il sostegno delle attrezzature utili per la conoscenza materiale, dell’ambito di fisica, chimica, poligrafia, elettronica e informatica[xlvii].

Nel caso della perizia della scrittura viene utilizzato molto spesso l’esperimento processuale nell’ambito delle analisi grafo-comparabili. Gli esperimenti vengono eseguiti soprattutto per fornire i dati indispensabili per lo svolgimento delle ulteriori ricerche materiali[xlviii].

Bisogna tenere presente che le perizie sulla scrittura, che hanno spesso la voce decisiva nella soluzione della causa, svolte dai periti, si basano sulle conoscenze speciali dei periti. Il bisogno di utilizzo nel processo di cosiddetto conoscenze speciali è il presupposto descritto nell’articolo 193 § 1 c.p.c.[xlix]. Il grande ruolo nelle perizie della scrittura, quindi, gioca il fattore soggettivo del perito, che si basa sulla sua conoscenza e sulla esperienza[l]. Secondo la posizione della Corte Suprema, le prove dell’opinione del perito, dovrebbero basarsi non solo sulle conoscenze speciali, ma dovrebbero essere anche logiche, chiare, esaurienti, secondo la conoscenza e l’esperienza professionale e anche concorde con le altre opinioni rilevati durante il corso del procedimento giudiziario[li]. Tuttavia per la specificità del reato dell’art. 270 c.c., possono presentarsi una serie di difficoltà nella formulazione delle opinioni chiari ed esaurienti.

Il discorso sollevato in questo articolo sul significato della perizia della scrittura come strumento nella verifica dell’attendibilità dei documenti nel processo probatorio nelle cause di crimini di falsificazione materiale del art. 270 c.p., permette di concludere che la perizia rappresenta uno strumento di grande aiuto e indispensabile per una valutazione dei documenti, affidabile e preciso. Tuttavia bisogna ricordare che il tribunale, nel caso della prova della perizia grafica, similmente come in caso di ogni altra prova, ha il diritto di un suo giudizio libero. E’ fondamentale la perizia basata sull’esperienza e sulla conoscenza del perito, la quantità e la qualità del materiale disponibile per l’analisi, le adeguate operazioni peritali e alla fine le conclusioni relative allo stato effettivo[lii]. Mantenendo tali criteri nel processo probatorio è più probabile giungere alla verità.



* Anna Płońska è dottore di ricerca presso la Facoltà di Legge, Amministrazione ed Economia, Cattedra del Diritto Penale dell’Università di Wrocław, Polonia

[i] K. Sławik, Rozmiary i dynamika fałszerstw (Polska, lata 2008-2009), [w:] Znaczenie aktualnych metod badań dokumentów w dowodzeniu sądowym, Z. Kegel, R. Cieśla (red.), Materiały XIV Wrocławskiego Sympozjum Badań Pisma 2010, Wrocław 2012, s. 334.

[ii] Ibidem, s. 327.

[iii] Ustawa z dnia 6 czerwca 1997 r. – Kodeks karny, Dz. U. Nr 88, poz. 553 ze zm.

[iv]Ustawa z dnia 5 listopada 2009 r. o zmianie ustawy – Kodeks karny, ustawy – Kodeks postępowania karnego, ustawy – Kodeks karny wykonawczy, ustawy – Kodeks karny skarbowy oraz niektórych innych ustaw, Dz. U. Nr 206, poz. 1589.

[v] K. Liżyńska, Badanie autentyczności testamentu holograficznego, Wrocław 2008, s. 51.

[vi] MSWiA, Raport o stanie bezpieczeństwa w Polsce w 2010 r., Warszawa 2011, s. 221.

[vii] Przestępstw z art. 270 k.k. stwierdzonych odnotowano 8796 w 2008 r., 10084 w 2009 r. oraz 11685 w 2010 r., natomiast 8035 w 2008 r., 9216 w 2009 r. oraz 11011 w 2010 r. Zob. szerzej: Ibidem,  s. 223.

[viii] M. Bojarski, [w:] M. Bojarski (red.), Prawo karne materialne. Część ogólna i szczególna, Warszawa 2012, s. 611.

[ix] Postanowienie SN z dnia 25.05.2011, II KK 13/11, LEX nr 847132.

[x] M. Żelichowski, [w:] M. Królikowski, R. Zawłocki (red.), Kodeks karny. Część szczególna, t. II, Komentarzdo art. 222316, Warszawa 2013, s. 458.

[xi]Wyrok SN z 9 stycznia 2013 r., V KK 97/12, LEX nr 1277820.

[xii] K. Sławik, K. Bronowska, Ekspertyzy w sprawach o fałszowanie dokumentów (w regionie zachodniopomorskim), [w:] Kryminalistyczna ekspertyza pismoznawcza a grafologia, Materiały X Wrocławskiego…, op. cit., s. 282-283; K. Sławik, Rozmiary i dynamika fałszerstw (Polska, lata 2008-2009), [w] Znaczenie…, op. cit., s. 328 i n.

[xiii] Wyrok SN z 4 grudnia 2002 r., III KKN 370/00, Prok. i Pr.-wkł. 2003, Nr 7-8, s. 7.

[xiv]Postanowienie SN z 5 grudnia 2012 r., IV KK 262/12, LEX nr 1235896.

[xv] Wyrok SN z 5 marca 2003 r., III KKN 165/01, OSNwSK 2003, Nr 1, poz. 516.

[xvi] M. Goc, J. Moszczyński, Podpisy porobione metodą odwzorowania, Problemy Kryminalistyki 2010, Nr 270, s. 49.

[xvii] Ibidem.

[xviii] K. Liźyńska, J. Szczypińska, Wiarygodność dokumentu i jej ochrona w ujęciu karnoprawnym, Przegląd Policyjny 2002, Nr 3-4, s. 180.

[xix] Ibidem, s. 170.

[xx] Wyrok SN z dnia 4 grudnia 2002 r., III KKN 370/00, op. cit., s. 7.

[xxi] Wyrok SN z 3 czerwca 1996 r., II KKN 24/96, Prok. i Pr. 1997, Nr 2 poz. 5.

[xxii] Z. Kegel, Dowód z ekspertyzy pismoznawczej w polskim procesie karnym, Wrocław-Kraków-Gdańsk  1973, s. 31.

[xxiii] A. Marek, op. cit., s. 672.

[xxiv]Ustawa z dnia 6 czerwca 1997 r. – Kodeks postępowania karnego, Dz. U. Nr 89, poz. 555 ze zm.

[xxv]L.K. Paprzycki,[w:] J. Grajewski (red.), Kodeks postępowania karnego. Tom I. Komentarz do art. 1-424, Warszawa 2010,  s. 1199; Wyrok SN z 29 listopada 1972 r., III KR 217/72, OSNGP 1973, nr 6, poz. 82.

[xxvi] C. Grzeszczyk, J. Orlińska, [w:] C. Grzeszczyk (red.), Kryminalistyczne badania pismoznawcze, Warszawa 2006, s. 52; za: M. Kulicki, Kryminalistyka, Toruń 1994, s. 412.

[xxvii]B. Hołys, Kryminalistyka, Warszawa 2010, s. 701.

[xxviii]K. Liżyńska, J. Szczypińska, op. cit., s.169.

[xxix]K. Szymańska, C. Grzeszczak, [w:] C. Grzeszczak (red.), op. cit., s. 225 i n.

[xxx] T. Widła, Metody ekspertyzy pisma, [w:] Księga pamiątkowa ku czci Profesora Andrzeja Szwarca,T. Hanausek, Z. Kegel, K. Sławik (red.) Wrocław 2001, s. 245.

[xxxi] A. Feluś, Identyfikacja kryminalistyczna na podstawie języka pisanego, Kraków 2000, s. 10.

[xxxii] W. Podpałyj, Ekspertyza pismoznawcza, [w:] Księga pamiątkowa ku czci Profesora Andrzeja Szwarca, op. cit., s. 193.

[xxxiii] K. Liżyńska, op. cit., s. 69.

[xxxiv]Ibidem.

[xxxv] A. Feluś, op. cit., s. 7.

[xxxvi] K. Liżyńska, J. Żylińska, Wykorzystywanie materiału porównawczego w ekspertyzie pismoznawczej testamentu holograficznego, Prok. i Pr. 2012, Nr 2, s. 147.

[xxxvii] A. Seibt, Kryminalistyczne badania porównawcze pisma a psychologia pisma, Problemy Kryminalistyki 2005,Nr 247, s. 70.

[xxxviii] Wyrok SN z 10 sierpnia 2008 r., V KK 35/11, OSNK 2011, Nr 11, poz. 99.

[xxxix] A. Seibt, op. cit., s. 70 i n.

[xl] H. Kołecki, Pojęcie dokumentu publicznego, autentycznego i oryginalnego w polskim prawie karnym, cywilnym i administracyjnym oraz w kryminalistyce, [w:] Księga pamiątkowa ku czci Profesora Andrzeja Szwarca, op. cit., s. 129.

[xli] K. Liżyńska, op. cit., s. 71.

[xlii] W. Podpałyj, Pismoznawcze i kryminalistyczne badania dokumentów, [w:] Kryminalistyczna ekspertyza pismoznawcza a grafologia,[w:] Materiały X Wrocławskiego Sympozjum Badań Pisma, Z. Kegel (red.), Wrocław 19-21 czerwca 2002, Z. Kegel (red.), Wrocław 2003, s. 253.

[xliii] K. Sławik, K. Bronowska, op. cit., s. 286.

[xliv] E. Gruza, M. Goc, Genialny fałszerz czy bezradny ekspert, [w:] Znaczenie aktualnych metod badań dokumentów w dowodzeniu sądowym, Z. Kegel, R. Cieśla (red.), Materiały XIV Wrocławskiego Sympozjum Badań Pisma 2010, Wrocław 2012, s. 90.

[xlv] B. Hołys, Kryminalistyka, Warszawa 2010, s. 701.

[xlvi] M. Owoc, Totalna analiza dokumentu, [w:] Znaczenie aktualnych metod badań dokumentów w dowodzeniu sądowym, Z. Kegel, R. Cieśla (red.), Materiały XIV Wrocławskiego Sympozjum Badań Pisma, Wrocław 2012, s. 283 i n.

[xlvii] K. Sławik, Rozmiary i dynamika fałszerstw (Polska, lata 2008-2009), [w:] Znaczenie…, op. cit., s. 332.

[xlviii] Z.Kegel, Dowód z ekspertyzy pismoznawczej w polskim procesie karnym, Wrocław 1973, s. 58.

[xlix] J. Dzierżanowska, Nowe metody identyfikacji kryminalistycznej i ich wykorzystanie w procesie karnym na przykładzie ekspertyzy osmologicznej, Lublin 2010,s. 33.

[l] M.Goc, Poziom kategoryczności wniosków końcowych w opiniach pismoznawczych, Problemy Kryminalistyki 2011, Nr 272, s. 64.

[li] K. Sławik, K. Bronowska, Biegli i ich ekspertyzy pisma, Problemy Kryminalistyki 2005, Nr 247, s. 5.

[lii] K. Liżyńska, op. cit., s. 101.